Al via la campagna della disoccupazione agricola in Basilicata. Lo rende noto la Fai Cisl Basilicata che fa sapere di aver già predisposto la modulistica e il servizio di assistenza ai lavoratori e alle lavoratrici nelle proprie sedi sindacali in tutta la regione. Entro il 31 marzo 2023 gli operai del settore agricolo a tempo determinato e a tempo indeterminato ciclico, che siano stati licenziati o con il contratto scaduto nel 2022, possono fare domanda per ottenere l’indennità di disoccupazione agricola. Si tratta di una indennità economica erogata dall’Inps nella misura del 40 per cento della retribuzione di riferimento. Non si ha diritto alla prestazione in caso di dimissioni volontarie, con alcune eccezioni in caso di maternità e congedo di paternità. Per i lavoratori stranieri è necessario il possesso del permesso di soggiorno per lavoro subordinato o per attesa di occupazione. Per i periodi di corresponsione dell’indennità di disoccupazione agricola è riconosciuta ed accreditata la contribuzione figurativa. Insieme alla domanda di indennità di disoccupazione agricola può essere avanzata la richiesta dell’assegno al nucleo familiare.
“Mai come oggi il settore agricolo e della forestazione ha bisogno di attenzione e di tutele”, spiegano la segretaria nazionale e reggente della Fai Cisl Basilicata Raffaella Buonaguro e il sub-reggente Lorenzo Roesel. “In questi mesi il rincaro delle bollette e di molti beni di prima necessità ha eroso in modo sensibile il potere di acquisto delle famiglie e reso ancora più urgente predisporre un adeguato servizio di orientamento e di assistenza sulle varie misure di sostegno al reddito previsto dalle leggi vigenti, a partire proprio dall’indennità di disoccupazione agricola. Per questo, in collaborazione con il nostro patronato Inas, abbiamo deciso di potenziare le nostre sedi territoriali per fornire servizi e dare informazioni relativamente alla busta paga, ai fondi sanitari e previdenziali, ai bonus in vigore, nella consapevolezza che in questo momento difficile il sindacato rappresenta uno dei pochi presidi sociali a disposizione delle persone, soprattutto nelle aree interne della regione”, concludono Buonaguro e Roesel.