“I polipi del colon: classificazioni, aspetti e varianti”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per l’82° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
E’ bene sapere che i polipi del colon vanno distinti in due categorie: a) i polipi neoplastici, cioè quelli che possono trasformarsi in un tumore maligno e b) i polipi non neoplastici, che non si trasformano in carcinoma.
Tra i primi ricordiamo l’adenoma benigno che si distingue in tubulare, villoso e tubulo-villoso: il tubulare, che rappresenta l’85% dei polipi del colon, ha di solito forma globosa, di colorito roseo nelle sue variazioni, può essere impiantato direttamente alla parete del colon oppure mantenuto adeso tramite un peduncolo, una specie di picciolo; l’adenoma tubulare ha un diametro che va da 2-3 mm. sino a 2-3 cm.Il villoso (rappresenta il 7%), di solito è piatto, si adagia sulla parete del colon, è di colorito più pallido del precedente, spesso produce abbondante quantità di muco, può raggiungere anche i 4-5 cm di dimensione massima.Infine il tubulo-villoso (rappresenta il 7%), che per aspetto, impianto e colore è una via di mezzo tra i due. Queste varietà dell’adenoma benigno hanno sempre un certo grado di alterazione delle cellule che lo compongono, che viene definita displasia che può essere di basso grado, che significa benignità o di alto grado che indica già una evoluzione verso un carcinoma, tanto che viene definito anche “carcinoma in situ” cioè degenerazione limitata ad uno stretto gruppo di cellule superficiali. In genere con l’aumentare delle dimensioni di un adenoma varia anche il grado di displasia che è spesso di basso grado per i polipi al di sotto di un centimetro, per divenire progressivamente di alto grado per i polipi al di sopra di 2 centimetri. Questa è una delle prove più importanti del fatto che il cancro del colon origina, in più dell’80% dei casi, da un polipo benigno che viene così chiamato neoplastico, cioè l’adenoma. Quanto abbiamo detto è estremamente variabile e non deve essere considerata una regola, perché, ad esempio, a volte ma raramente, possiamo anche trovare adenomi di dimensioni millimetriche che possono avere in se focolai di displasia di alto grado, cioè stanno già degenerando verso il carcinoma.
I polipi del colon non neoplastici sono quelli che non hanno potenzialità evolutive, cioè di diventare un cancro del colon, esso sono: i polipi iperplastici, i polipi giovanili, i polipi mucosi,i polipi infiammatori.
Gli iperplastici sono quelli più comuni, nei soggetti di età superiore ai 50 anni essi vengono riscontrati nel9-10 % dei casi e tale percentuale aumenta con l’età. La sede più frequente dei polipi iperplastici è il tratto più distale del colon, cioè il retto ed il sigma, di solito hanno dimensioni non superiori a 5 mm., sono piatti, di colorito biancastro o sul rosa pallido, il loro aspetto ricorda una “goccia di cera” caduta sulla superficie del colon. Sicuramente non hanno una evolutività maligna, anche se a volte si ritrovano nei pressi di tumori maligni. Essendo quindi dei polipi non neoplastici non andrebbero asportati, come invece molto spesso avviene, specie con quelli di maggiori dimensioni, perché è solo dopo la loro asportazione ed esame istologico che possono essere classificati nella categoria dei polipi iperplastici. Solo un gastroenterologo-endoscopista esperto li può classificare già solo dal loro aspetto endoscopico e, in particolare se il paziente ha un’età superiore ai 50 anni, può anche decidere di lasciarli in sede. Tuttavia si deve considerare che l’asportazione di tali polipi è molto semplice e nel 90% dei casi, avendo dimensioni inferiori ai 5 mm., viene eseguita con la sola pinza bioptica.
Anche i rari polipi giovanili, congeniti, appartenenti alla categoria degli amartomi, cioè una sorta di malformazione congenita, non si trasformano in tumori maligni, sono spesso localizzati al retto, si presentano nei primi anni di età, hanno quasi sempre un peduncolo (un picciolo) e possono protrudere fuori dall’ano, spesso perdono sangue, ed è solo per tali motivi che vanno asportati. I polipi cosiddetti mucosi non sono altro che delle escrescenze di tessuto normale dalla parete. Infine in alcune malattie infiammatorie croniche del colon come la Rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn, l’infiammazione che perdura da tempo determina degli aspetti simili ai polipi, infatti vengono chiamati anche pseudopolipi, che non hanno alcun significato evolutivo verso un cancro del colon, quindi non è consigliata la loro asportazione.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it