Si va a grandi passi, verso la candidatura della festa popolare della Madonna della Bruna a patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Un’iniziativa fortemente voluta dall’assessore Tiziana D’Oppido, che come dichiarato nel luglio dello scorso anno, è al lavoro da molti mesi con l’associazione “Maria Santissima della Bruna” per predisporre il delicato percorso di avvicinamento alla stesura del dossier di candidatura, con il coinvolgimento di cittadini, scuole, associazioni culturali e di tutti coloro che vorranno fornire un contributo di arricchimento all’importante documento di contenuti. Nella prossima primavera partirà il primo step con la predisposizione del Piano di fattibilità, approfondimenti tecnico-scientifici e l’individuazione del partner di rete, come raccomandato dall’Unesco. Il percorso durerà circa due anni, ed ha nei suoi punti di forza la grande partecipazione e consapevolezza della comunità materana. “C’è già un interessante coinvolgimento dal basso -ha commentato D’Oppido- e pensiamo di avere ottime chance di successo, visto che la città può fare affidamento su una comunità proattiva e collaborativa e visti l’altissimo grado di creatività e storicità che caratterizza la festa del 2 Luglio, che peraltro ha avuto negli anni pre Covid, ed anche nell’edizione 2022, un’enorme eco mediatica mondiale, grazie anche ai nostri sforzi comunicativi”. Una festa istituita da Papa Urbano VI nel 1389, e divenuta poi tra le più affascinanti tradizioni popolari in Italia. Il patrimonio culturale non è solo monumenti e collezioni di oggetti, ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste come la Bruna; conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale. L’Unesco ha tra i suoi obiettivi prioritari, l’attuazione di Misure per favorire la trasmissione del patrimonio culturale immateriale fra le generazioni; per questo nel 2003 ha adottato la “Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale”, ratificata dall’Italia nel 2007, nella quale è prevista una serie di procedure per l’identificazione, la documentazione, la preservazione, la protezione, la promozione e la valorizzazione del bene culturale immateriale. L’elemento candidabile, per la cui iscrizione è criterio fondamentale non il valore universale, bensì la rappresentatività della diversità e della creatività umana, deve possedere le seguenti caratteristiche: essere trasmesso da generazione in generazione; costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia; permettere alle comunità, ai gruppi nonché alle singole persone di elaborare dinamicamente il senso di appartenenza sociale e culturale; promuovere il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana; diffondere l’osservanza del rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese. Tutte caratteristiche appartenenti alla festa della Bruna. “L’inserimento nel patrimonio immateriale dell’Unesco, rappresenta l’ulteriore trampolino di lancio promozionale e creativo della nostra festa. Vista l’importanza di questo progetto, nei mesi scorsi abbiamo avuto diversi contatti con il ministero dell’economia e finanze, ma anche con autorevoli esperti nazionali di demo-etno-antropologia, arte e tradizioni popolari. Siamo lieti che gli orientamenti della Pro loco e dei consiglieri della maggioranza e dell’opposizione, siano in sintonia con quelli dell’assessorato alla Cultura”.
Nella foto Tiziana D’Oppido e uno scatto della Festa della Bruna di Cristina Garzone