Si è tenuto Rimini, dal 23 al 26 novembre, il 59° Congresso nazionale della Società italiana di reumatologia che, con la partecipazione di oltre 1.500 specialisti provenienti da tutta l’Italia, si conferma il più importante evento nazionale del settore.
“Il dipartimento di Reumatologia dell’Aor San Carlo di Potenza, anche quest’anno, ha garantito una partecipazione attiva al Congresso nazionale della Sir” – dichiara il direttore generale dell’Azienda Giuseppe Spera– con alcuni lavori scientifici che evidenziano importanti risultati nelle attività clinico-assistenziali e in quelle di ricerca. Il riconoscimento dell’Azienda va a tutto il personale medico ed infermieristico, impegnato costantemente a elevare, con studio e ricerca, il livello della qualità ospedaliera in termini di efficacia delle prestazioni erogate”.
“La credibilità acquisita dal nostro Centro nella comunità scientifica nazionale ed internazionale –afferma la dottoressa Padula, direttore della Reumatologia– è il frutto di un lavoro iniziato oltre venti anni fa e che si fonda sulla convinzione che la motivazione personale ed il lavoro di squadra siano essenziali nel percorso di ricerca, aggiornamento ed efficacia delle cure che costantemente perseguiamo. Due medici del reparto, il dottor Salvatore D’Angelo e il dottor Pietro Leccese, sono stati invitati come relatori esperti nelle sessioni dedicate alle spondiloartriti e alla malattia di Behcet e la dottoressa Maria Stefania Cutro ha partecipato ad una sessione durante la quale sono stati presentati i risultati degli studi di giovani reumatologi italiani”.
Al congresso nazionale di Rimini, inoltre, c’è stata l’elezione da parte di tutti i soci della Società scientifica di reumatologia per il rinnovo delle cariche del Consiglio direttivo e tra le elette risulta la dottoressa Angela Padula, che insieme agli altri consiglieri affiancherà il neo-presidente, professor Giandomenico Sebastiani di Roma. “Con il presidente Sebastiani –conclude la dottoressa Padula- riteniamo indispensabile rilanciare l’importanza del reumatologo all’interno del Sistema sanitario nazionale e, per fare ciò, sarà necessario potenziare il dialogo e le collaborazioni con le istituzioni, le associazioni di pazienti e le altre società scientifiche, sia italiane che straniere”.