Luigi Ditella è stato confermato alla guida della Filt Cgil Basilicata. Proveniente dal settore delle Ferrovie, 45 anni, è stato rieletto oggi segretario generale della Filt Cgil Basilicata, alla presenza della segretaria generale Filt Cgil nazionale Maria Teresa De Benedictis e del segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa. “La sfida per il sistema delle infrastrutture in Basilicata – ha detto Ditella – è di saper cogliere l’ opportunità del Pnrr per una mobilità sostenibile, mettendo a frutto le risorse a disposizione da qui al 2026 per circa 32 miliardi di euro. Lo slittamento delle gara di appalto per il trasporto pubblico locale al 2026, vanifica gli sforzi fatti per lo snellimento, la modernizzazione e l’uniformità del trasporto su gomma in Basilicata che a oggi conta circa 50 contratti. La legge numero 25 del 28 marzo scorso consente il prolungamento dei termini di scadenza delle gare al 31 dicembre 2026, a condizione che le aziende facciano degli investimenti sul parco macchina. Ciò significa che al 31 dicembre 2023 dovranno essere sostituiti circa 440 mezzi, pari al 45% del totale, per un investimento di circa 80 milioni di euro. È di questi giorni un atto di indirizzo della giunta regionale che va nella direzione della proroga, lasciando la questione bollente ai posteri, pur in presenza di un affidamento che risulta già scaduto al 2017 e che alla data del 2026 risulta essere di quasi 20 anni, in barba al regolamento europeo 1370 e con tariffe chilometriche bassissime, che hanno pesanti ricadute sui salari dei lavoratori”.
Per Ditella “servono investimenti nella mobilità sostenibile, nel trasporto pubblico e nelle infrastrutture con il rinnovo del parco macchine che sfiora il 50% in Basilicata. Bene gli investimenti ultimi sul trasporto su ferro – circa 1,8 miliardi sulla direttrice Potenza – Battipaglia con l’ ammodernamento e la realizzazione del lotto 1A dell’altà velocità con circa 400 milioni di euro dei fondi del Pnrr, la realizzazione della Ferrandina – Matera per circa 320 milioni di euro pronta nel 2026 e l’ elettrificazione della Potenza – Foggia per circa 220 milioni – ma non basta. Occorre un ammodernamento della viabilità lucana affinché la Basilicata esca definitivamente dall’isolamento”.
Per quanto riguarda la logistica, Ditella ha ricordato le due crisi industriali mai registrate: la vertenza ex Auchan e Stellantis. “Nel primo caso – ha spiegato – l’ emanazione di un bando di reindustrializzazione su forte richiesta e pressione della Filt Cgil ha impegnato la Regione a stanziare 8 milioni di euro che dovrebbero portare a breve la soluzione della crisi nell’ ottica della ricollocazione degli oltre 100 lavoratori attualmente in Naspi con l’ impegno di un grosso player del settore alimentare. Per quanto riguarda la crisi Stellantis si intreccia alle vicende della componentistica: il ridimensionamento del sito industriale e la perdita di produzione porterà a delle perdite occupazionali strutturali che, senza un intervento della politica, può avere nel futuro strascichi drammatici per la tenuta sociale del territorio e pesanti ripercussioni economiche”.
In questo quadro Angelo Summa ha messo in guardia dai rischi di una possibile autonomia differenziata, così come profilata dal governo Meloni: “Una scelta pericolosa e scellerata – ha detto – che aumenterebbe le diseguaglianze e romperebbe la coesione nazionale. Il punto fondamentale su cui ruota il progetto di autonomia non è solo quello di trattenere le risorse nel proprio territorio in base al principio del differenziale fiscale, ma di affidare alle Regioni la potestà legislativa dello Stato in materie come lavoro, sanità, reti di trasporto, istruzione. È il momento di unire e non di dividere le persone e i territori, come il governo vuol fare con l’autonomia differenziata. È il momento della responsabilità e della solidarietà, va evitato l’incremento delle disuguaglianze nel Paese e la frammentazione dell’unità nazionale. Ecco perché la Cgil scenderà in piazza il prossimo 16 dicembre, contro una manovra finanziaria che svantaggia i più poveri, accresce la precarietà, premia gli evasori e, con la flat tax e il condono fiscale, aumenta l’iniquità del sistema fiscale, permettendo a chi non ha mai pagato di continuare a non pagare”.