Riportiamo la nota inviata da Antonio Santangelo, segretario regionale della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) sulla ggiornata di visite a lume di candela in programma giovedì 15 dicembre per richiamare l’attenzione sui medici del territorio.
Ancora una volta la medicina di famiglia viene ignorata nei provvedimenti in discussione a sostegno delle imprese e degli studi professionali per sopperire ai costi del caro energia e dell’inflazione: oltre ad averla dimenticata nei provvedimenti dedicati al ristoro dei dipendenti pubblici, per i quali è stata prevista una indennità una tantum per il 2023, come anticipo sul prossimo contratto, pari all’1,5 % dello stipendio, è stata esclusa anche dai provvedimenti del DL Aiuti quater a favore delle imprese.
Probabilmente non è ancora chiaro che il medico di famiglia è un libero professionista convenzionato, assimilabile ad una piccola impresa, e come tale tutti gli oneri di gestione del proprio studio professionale sono a suo carico, compresa la presenza di personale amministrativo e infermieristico.
Non si comprende allora perché escluderlo dai provvedimenti che prevedono agevolazioni per le imprese e per gli studi professionali dal momento che, al contrario di altri professionisti che operano con partite IVA e con costi di gestione a proprio carico, il medico di famiglia non può adeguare le tariffe delle proprie prestazioni ai costi sostenuti essendo un servizio pubblico regolamentato da una convenzione con il Servizio sanitario nazionale, peraltro ferma al 2018.
Per queste ragioni la Fimmg della regione Basilicata vuole dare un segnale a tutte le forze politiche, locali e nazionali, che in questo momento stanno discutendo la prossima Legge di bilancio, indicendo per il 15 dicembre 2022 la giornata delle visite ambulatoriali al lume di candela per sottolineare le condizioni critiche in cui lavorano i medici di famiglia di questa regione, alle prese anche con la carenza di medici che lascia scoperta diversi presidi di guardia medica, senza ricorrere a sistemi di protesta più radicali che, in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia, sarebbero contrati al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti che da sempre caratterizza questa professione.
“Siamo al lumicino”, interveniamo prima che la medicina generale si spenga e con lei il SSN.