Consiglieri regionali Zullino e Vizziello: “Bardi ha poco da esultare, non c’è una maggioranza”. Di seguito la nota integrale.
Quello che è venuto fuori ieri in consiglio è un’immagine plastica di una non maggioranza.
La sicumera ostentata da Bardi nel suo discorso, che il Presidente del Consiglio Cicala voleva trasformare in un monologo vietando il contradditorio (siamo giunti ormai a questo nella Caserma di Via Verrastro), ha perso ogni consistenza quando alla conta finale sulla sfiducia, Bardi si è accorto di non avere una maggioranza, erano in dieci, tanto da doversi votare anche lui per salvare almeno la faccia, visto che il bon ton politico e istituzionale vorrebbe il Presidente astenuto. Dunque 10 firmatari della Sfiducia contro 10 presunti sostenitori! Non è una partita di calcio, visto che siamo in tema di mondiali, ma un momento di verifica da cui Bardi e la sua giunta non devono presumere di esserne usciti vincitori ma semplicemente non sconfitti, che è cosa assai diversa.
Bardi aveva appena finito di dire, nel discorso letto in consiglio, che una mozione di sfiducia votata e non passata rafforza la maggioranza. Pronta e immediata la smentita dalla sua stessa presunta maggioranza; Piro è uscito al momento del voto, a dimostrazione che Bardi non ha una maggioranza su cui contare, se non a fasi alterne ed imprevedibili.
Ha poco da ostentare Bardi e ancora meno da stare tranquillo. Deve così assumersi la responsabilità di aver giocato al dividi et impera tanto con i partiti quanto con i singoli consiglieri e non aver voluto rispettare il programma elettorale con tutti e tredici i consiglieri che componevano la maggioranza uscita dalle urne, dimostra, in nome di una ingordigia politica che è propria di questa classe dirigente, di non tener fede alla “magna carta” del programma elettorale che ci ha portati a vincere le lezioni del 2019.
Ha voluto arrogantementerinunciare a due consiglieri, Vizziello e Zullino, pur di non affrontare tematiche come quella del Consorzio di Bonifica e della sua Governance che sta soffocando ed umiliando migliaia di agricoltori, costretti a pagare bollette proibitive e ad elemosinare quello che è un loro diritto e fonte di sussistenza: l’acqua.Il Presidente, nel voler applicare la regola dell’11 da lui stesso voluta rimane puntualmente vittima dell’11° di turno che lo tiene in scacco e può così rivendicare rendite di posizione politica. Perdere pezzi di maggioranza non è mai una cosa bella a torto o a ragione. Vedremo come reagiranno i partiti!
Tutto legittimo fino aprova contraria, ma figlio di una visione miope e di micro campanile come dimostrano ampiamente i provvedimenti sin qui adottati che a macchia di leopardo intervengono sul nostro territorio senza alcuna visione prospettica ne unitaria: dagli 80 e passa milioni per l’ospedale di Lagonegro, ai 9 milioni per la cultura che vede fortemente penalizzato il territorio Materano, basti pensare al mancato riconoscimento economico alla ICO (Impresa Concertistica Orchestrale) di Matera. Per non parlare dei 40 milioni al comune di Potenza elargiti senza alcuna richiesta di programmazione e rendicontazione del loro impiego. Resta poi la nota dolente della Sanità Materana, rispetto alla quale Bardi preferisce girarsi dall’altra parte e consentire una ormai inesorabile deriva come dimostrano i dati impietosi dell’Agenas sulla emigrazione sanitaria che, nel caso dei nosocomi di Matera e Policoro, non riguarda più solo i pazienti ma anche i medici, e spesso i più giovani e preparati, attratti giustamente da prospettive economiche e di crescita professionale migliori.
Ma quello che ci preoccupa ancora di più, e che vedrà penalizzati i territori già in affanno, sarà l’attuazione del Piano Sanitario, concepito in stanze riservate a pochi adepti, che non lascia intravedere nulla di buono sul piano delle assunzioni e degli incentivi al personale sanitario. Rischiamo di investire su Case e Ospedali di Comunità e di Centrali Operative senza avere personale per gestirle, come sta già accadendo nelle regioni che lo hanno adottato.
Ieri ci saremmo aspettati da un Presidente che si dichiara ripetutamente incondizionato da tutto tranne che dalla passione per la Basilicata, uno scatto di orgoglio e di dignità di fronte a un Consiglio che, nella sua componente di maggioranza, non ha mostrato compattezza nel sostenerlo.
Ci saremmo aspettati, se veramente convinto di aver operato nell’interesse di tutti i lucani e quindi di poter contare sul loro sostegno, uno scatto di orgoglio dimettendosi con l’impegno di ripresentarsi agli elettori nella speranza di ottenere la fiducia dai lucani in maniera meno incerta di quella ottenuta ieri in consiglio.