Angelo Vaccaro è il nuovo segretario generale Fillea Cgil Basilicata e Matera. L’elezione si è svolta durante il congresso a Matera, alla presenza del segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. Vaccaro succede a Fernando Mega. È stato invece confermato alla guida della Cgil di Potenza il segretario generale Michele Palma.
“Obiettivo prioritario nel settore edile e di tutta la filiera connessa – ha detto Vaccaro – è di continuare a rafforzare l’impegno e la strumentazione contrattuale sui temi della salvaguardia della vita, della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il settore edile è tra i più esposti agli incidenti sul lavoro e alle condizioni precarie di sicurezza. Bisogna fare leva sul binomio imprescindibile tra prevenzione e vigilanza, dentro al quale si inserisce il ruolo dei corpi sociali, sindacali e datoriali, rafforzando il ruolo delle strutture di bilateralità contrattuale, come i comitati paritetici territoriali, e il rilancio delle rappresentanza dei lavoratori della sicurezza territoriali che devono continuare a svolgere attività di formazione, sensibilizzazione e orientamento. Altro punto è estendere la pratica del Durc congruità e soprattutto riunificare le attività del cantiere edile, non più un cantiere frammentato in una catena di subappalti e in presenza di contratti e prestazioni lavorative disconnesse rispetto alle tipologie di impiego, ma un processo produttivo unico che possa garantire a tutti i lavoratori, a prescindere dalla prestazione, i diritti contrattuali e fondamentali che attengono al lavoro”. Ancora, la strada indicata da Vaccaro riguarda il “rafforzamento della collaborazione istituzionale tra servizi di vigilanza delle aziende sanitarie, che vanno potenziati per costruire obiettivi e progetti condivisi. In ragione delle peculiarità che riguardano il settore edile – prosegue Vaccaro – è fondamentale rinnovare la legislazione regionale di riferimento, configurando una linea molto specifica che preveda l’istituzione di un osservatorio epidemiologico sulle malattie professionali in questo settore”.
Tra i temi affrontati, la trasparenza e la tutela dei diritti contrattuali negli appalti pubblici. “Siamo nettamente contrari – afferma Vaccaro – alla decisione del Consiglio dei ministri di apportare modifiche regressive al decreto legislativo del nuovo Codice appalti rispetto alla proposta approvata e licenziata dal Consiglio di Stato, in quanto interviene pesantemente sui poteri di monitoraggio e vigilanza dell’Anac e sulla liberalizzazione degli appalti. Una manovra molto rischiosa che permettere di allargare l’affidamento diretto nei piccoli comuni fino a 500mila euro, liberalizzando in modo indiscriminato la gestione di tanti interventi che sono in capo alle autonomie locali. Questo non significa accelerare le procedure di affidamento degli appalti, come il ministro ha fatto intendere, ma significa assenza assoluta di trasparenza e chiarezza all’interno del procedimento amministrativo. Ridurre i poteri dell’autorità di vigilanza e le tutele, significa esporre il processo produttivo a interessi criminogeni che rispetto agli appalti sono un dato empiricamente dimostrato e costante”.
Un cenno, poi, alle politiche di innovazione di settore “che devono avere spazio rilevante nella fase di transizione ecologica ed energetica, con la riconversione di un pezzo importante dell’economica della nostra regione insieme all’innovazione nelle politiche di programmazione del territorio. Deve intercorrere un rapporto sempre più stretto tra politiche urbanistiche e di regolazione, politiche di efficientamento energetico, politiche di riqualificazione e rigenerazione urbana e politiche sociali. Penso alla qualità dell’abitare, ma anche al rapporto tra costruito e costruire in relazione al consumo di suolo”.
Uno sguardo, infine, ai problemi della infrastrutture in Basilicata. “Abbiamo bisogno di una politica infrastrutturale meridionale che possa mettere le istituzioni regionali nella condizione di co-programmare e co-progettare infrastrutture fondamentali – ha concluso Vaccaro – Va aperta una discussione con le Regioni confinanti, penso alla Puglia per la continuità del braccio ferroviario Ferrandina – Matera, per programmare e progettare un intervento condiviso che abbia anche più forza contrattuale con il governo regionale per la finanziabilità degli interventi. Ciò riguarda anche interventi interconnessi, come l’interportualità, la logistica e le Zes, queste ultime laboratori interregionali: unica strada per determinare scelte che possono avere un impatto concreto”.
Michele Palma si è soffermato sulle “grandi opere incompiute”. Tra queste, lo “Schema idrico Basento-Bradano” e i suoi distretti irrigui tra cui il famoso distretto “G”, la cui realizzazione ha avuto inizio da oltre 50 anni (precisamente nel 1971) e ancora non completate. “Si tratta di un rilevante progetto irriguo – afferma Palma – che permetterebbe l’irrigazione di oltre 20mila ettari di superficie agricola attualmente utilizzate per la coltivazione cerealicola e rappresenterebbe un rilevantissimo volano socio-economico con riflessi occupazionali elevatissimi. Dopo che si sono già realizzati due invasi di raccolta dell’acqua, tre gallerie per le condotte di collegamento tra il fiume Basento e la diga di Acerenza e tra quest’ultima e la diga di Genzano, fino all’area irrigua del “Marascione”, una traversa di presa che consente il drenaggio parziale dell’acqua del fiume Basento, dopo aver installato già da alcuni anni i contatori per misurare i consumi, e soprattutto dopo aver investito e speso risorse per circa 800 milioni di euro dall’inizio del progetto, siamo giunti alla fase finale ed è necessario portare il prima possibile l’acqua nelle dighe per permettere il collaudo delle stesse, propedeutico al pieno regime di acqua degli invasi”.
Nella parole di Mega, in conclusione, il consuntivo degli ultimi quattro anni: “Nel provare a delineare una prospettiva, penso al tema delle infrastrutture, mi accorgo che, nonostante i buoni propositi vecchi e nuovi e nonostante gli impegni e gli annunci roboanti della politica regionale, abbiamo un quadro a tinte fosche. Poco o nulla – afferma Mega – è stato fatto e direi poco o nulla si continua a programmare in modo serio e realizzabile. Sul versante delle infrastrutture stradali la situazione è di una oggettiva e drammatica inconcludenza. In barba ai roboanti annunci, i gap infrastrutturali tra Nord e Sud del Paese aumentano, con la Regione Basilicata spettatrice completamente assente”.