Comunione e Liberazione della Basilicata in una nota esprime soddisfazione per l’approvazione della causa di beatificazione di don Tommaso Latronico da parte dei Vescovi lucani. Di seguito i particolari.
Don Tommaso Latronico una presenza viva nella nostra storia Dichiarazione del movimento di Comunione e Liberazione di Basilicata all’indomani del comunicato della Conferenza episcopale sulle nuove cause di beatificazione e canonizzazione Il Comunicato della Conferenza Episcopale della Basilicata (CEB) Messaggio Natalizio e Informativa sull’attività della Conferenza Episcopale della Basilicata, datato 25 dicembre 2022 e reso noto il giorno successivo, ha diffuso la notizia che la CEB ha dato «definitivamente parere positivo per l’introduzione della causa di beatificazione e di canonizzazione del Servo di Dio mons. Vincenzo Cozzi, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa e della Serva di Dio madre Gemma Adesso,» fondatrice di un ordine religioso che ha sede a S. Chirico Nuovo (Pz), Arcidiocesi di Acerenza, perché «di ambedue si è già ottenuto l’autorizzazione dal Dicastero per le cause dei Santi» presso la Santa Sede. Perciò per loro è possibile adottare il titolo di Servo di Dio. Poi si aggiunge che «La Conferenza ha espresso parere positivo per l’introduzione della medesima causa per don Tommaso Latronico, parroco di Nova Siri paese», Diocesi di Tursi-Lagonegro. Ora il vescovo, competente per questa Causa, per poter avviare a livello diocesano il processo di beatificazione e canonizzazione di don Tommaso, dovrà chiedere e ottenere il parere positivo del Dicastero per le Cause dei Santi. Questa notizia ci riempie di gioia perché i nostri Vescovi hanno intravisto nella vita e nella personalità di don Tommaso i tratti della santità. Quei segni che già avevano destato attenzione e interesse in molti di quelli che l’avevano conosciuto nel tempo in cui insegnava e operava tra noi. Ancora oggi don Tommaso è ricordato con affetto e gratitudine nella testimonianza di moltissime persone che lo hanno conosciuto e raccontano di come la loro esistenza sia stata segnata e cambiata dall’incontro con lui. Un elemento fondamentale della vita di don Tommaso è stata la sua appartenenza a Comunione e Liberazione. Certamente il suo ministero sacerdotale è stato alimentato, sostenuto e attuato anche grazie all’esperienza di vita cristiana vissuta per circa 25 anni proprio nel movimento ecclesiale di CL. Un’esperienza radicata nella profonda amicizia che lo legava al Servo di Dio Mons. Luigi Giussani, con il quale condivideva anche la responsabilità della conduzione di tutto il movimento. La partecipazione all’esperienza ecclesiale di CL gli ha permesso di stringere legami con tante persone, tra cui moltissimi giovani, con i quali viveva una intensa relazione educativa, una paternità che ha generato molti alla fede. Il tribunale ecclesiastico necessariamente dovrà accertare l’esistenza e l’eroicità delle virtù cristiane del candidato alla canonizzazione, ma chi ha conosciuto don Tommaso da vicino potrà testimoniare un fatto evidente: la presenza di un profondo nesso tra l’esperienza del movimento da lui vissuta quotidianamente e la maturazione della sua ricchissima personalità cristiana. La notizia di oggi, oltre che rallegrarci, ci dà anche l’occasione per confermare la disponibilità di tutti gli amici del Movimento di CL, e in particolare dell’Associazione “Amici di don Tommaso Latronico” che si è costituita l’11 febbraio 2021 proprio per promuovere l’avvio dell’inchiesta della Causa di Canonizzazione, ad offrire ogni forma di collaborazione per conseguire il riconoscimento della santità di don Tommaso da parte dell’Autorità della Chiesa, se questo corrisponde al disegno di Dio e concorre all’incremento della Sua gloria. E’ciò che desideriamo con tutto il cuore e che vogliamo continuare a mendicare da Colui che è la sorgente di ogni santità. Alla Vergine Maria che «diede alla luce il suo Figlio primogenito» (Lc 2,7), il Salvatore, che è Cristo Signore (cf Lc 2,11) domandiamo la grazia di vivere questi avvenimenti che toccano la nostra vita con quell’«atteggiamento di silenzio» cui ci richiamava p. Mauro-Giuseppe Lepori negli Esercizi della Fraternità, nell’umile consapevolezza che il silenzio vuol dire ascolto, vuol dire «aprire l’orecchio del cuore». Potremo così immedesimarci nell’esperienza che ha vissuto Maria, la Madre di Gesù, che «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Per il Centro regionale di Comunione e Liberazione di Basilicata Giusi Santagada e Don Giovanni Grassani.