Summa (Cgil Basilicata): “La vertenza della sanità privata frutto di una più generale mancanza di programmazione. Le debolezze attuali del sistema sanitario pubblico non possono e non devono essere utilizzate per smantellarlo ma, al contrario, devono essere elemento di analisi per rafforzarlo e potenziarlo. Si prenda atto che manca una direzione politica e di governo e si facciano le scelte conseguenti”. Di seguito la nota integrale.
“La vertenza sulla sanità privata che sta agitando da mesi la Basilicata si innesta in un più generale quadro di mancata programmazione. La sanità privata ha storicamente rivestito in regione un ruolo sussidiario rispetto alla sanità pubblica, vera garante di un welfare universale. Le strutture accreditate hanno sicuramente consentito nell’emergenza pandemica di sopperire alle mancanze del sistema pubblico, tant’è che a luglio scorso, nella rimodulazione del piano operativo regionale per l’abbattimento delle liste di attesa, sono state programmate risorse aggiuntive nella direzione delle strutture private accreditate. È pur vero, però, che non si può pensare di utilizzare tale scelta in maniera strutturale. Le debolezze attuali del sistema sanitario pubblico non possono e non devono essere utilizzate per smantellarlo ma, al contrario, devono essere elemento di analisi per rafforzarlo, rendendolo attrattivo, innanzitutto per i suoi operatori”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“La sanità pubblica, come abbiamo denunciato nella grande manifestazione del 19 novembre scorso, langue da tempo – prosegue – e l’intero sistema sanitario regionale rischia il tracollo se non si ricomincia a programmare; a partire da una analisi dei bisogni di salute dei lucani che consentirebbe di modulare correttamente l’offerta dei servizi socio sanitari, definendo, in maniera appropriata, la linea di demarcazione tra pubblico e privato. Dalla medesima analisi dovrebbe anche discendere l’efficace programmazione dei servizi residenziali e l’assistenza continuativa agli anziani, servizi che necessitano di una profonda riorganizzazione e del potenziamento degli interventi.
Sono del tutto evidenti – aggiunge il segretario della Cgil lucana – i crescenti bisogni espressi in questo ambito del welfare, come sono di tutta evidenza le opportunità che il settore socio- assistenziale e quello della cura delle persone sono in grado di offrire. Questo è l’unico percorso per poter utilizzare le risorse pubbliche, ma rappresenta anche un cambio di paradigma sulle politiche di sviluppo. Operando diversamente, è chiaro, che si rischia di utilizzare in modo sbagliato risorse e di prestare il fianco a strumentalizzazioni a danno del diritto alla salute dei lucani.
Servono risposte concrete – conclude Summa – a partire dal dare regole certe alle nostre strutture per anziani , attraverso l’accreditamento, garantendo standard di qualità dell’offerta assistenziale e personale qualificato. Si prenda atto che manca una direzione politica e di governo e si facciano le scelte conseguenti. Perseverare in slogan e narrazioni si sta dimostrando un scelta nefasta per la nostra sanità”.