Angelo Zizzamia, Vice Sindaco di Ferrandina, in una nota commenta i dati relativi allo spopolamento del territorio lucano, confermati dagli ultimi dati dello Svimez sul rapporto Sud. Di seguito la nota integrale.
L’Epifania dalle nostre parti porta via non solo le feste ma anche moltissimi giovani e meno giovani, figli delle comunità lucane, che, dopo aver trascorso le festività natalizie con i propri affetti, ripartono verso i luoghi di studio e lavoro portando con sé le proprie capacità, il proprio coraggio, più venalmente i propri soldi e, al tempo stesso, un carico di tristezza, perché non c’è possibilità di restare laddove si hanno le proprie radici. Non è sufficiente a lenire questa tristezza il pacco di prodotti tipici che spesso ci si porta e di cui si va orgogliosi come un tratto identitario. Anche chi rimane è più povero e più triste. I dati del direttore Svimez, Bianchi sul rapporto Sud, sono impietosi. Oltre 2000 giovani, la metà dei quali laureati, sono andati via nell’ultimo anno. Negli ultimi 20 anni hanno lasciato la Basilicata circa 40.000 giovani. È come se fossero scomparsi insieme il terzo e quarto comune della nostra regione.
Se fuggono i giovani, diventa difficile immaginare un futuro di crescita per questa Regione. È una questione anche democratica. Lo spopolamento incide sul mantenimento dei servizi essenziali, a partire da scuola e sanità. Quanti nostri concittadini e corregionali si distinguono nelle regioni dell’Italia settentrionale o all’estero apportando lì valore aggiunto? Ne siamo orgogliosi, lo sono soprattutto le famiglie, ma al tempo stesso cresce il sentimento di frustrazione perché con l’allontanamento dei giovani si perdono occasioni e opportunità per il nostro tessuto socio economico che si impoverisce sempre più. Non possiamo pensare che questo destino sia ineluttabile. Una importante occasione può esserci data dallo sfruttamento appieno degli investimenti e dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) come opportunità di sviluppo coerente con le specificità del proprio contesto economico e sociale per invertire questa tendenza e frenare questa emorragia. Dalla sanità al digitale, dalla zes jonica alla transizione ecologica, sono tanti gli ambiti in cui
questa Regione può operare affinché ci siano reali e concrete ricadute e fermare la piaga dello spopolamento. È questo il messaggio che sento di lanciare nei giorni in cui dopo le feste la “normalità” si riappropria dei nostri paesi. Non dobbiamo e non possiamo rassegnarci a queste partenze o peggio ancora, pensare che per la nostra Regione e per il Sud in generale, l’unico futuro possa essere incentrato sull’ assistenza e dove è assente una idea di crescita e di sviluppo. Lo spopolamento si aggredisce, qui come altrove, con l’ offerta di lavoro e la prospettiva della crescita sociale ed economica.