Pio Abiusi torna ad occuparsi dell’Amministrazione Comunale di Matera con un comunicato che riportiamo integralmente.
Le carrellate che si susseguono sul palcoscenico pubblico non fanno altro che evidenziare la peculiarità positive della città e ci si pone il dubbio che il mancato rispetto delle regole concorra a definirla: isola felice. Tralasciando volutamente quanto accade sul territorio provinciale ci soffermiamo e solo per alcuni aspetti a quelli relativi alla città capoluogo.
Una relazione curata con libera interpretazione dal dirigente preposto all’urbanistica del tempo , l’affossatore dei PISU e che a titolo di premio l’attuale amministrazione ha nominato responsabile dell’Igiene e l’Ambiente e , si fa per dire,anche della discarica di La Martella,ha determinato una delibera commissariale che ebbe a prevedere per l’accesso agli atti di cui alla Legge 214/90 una illecita gabella che va dai 50 ai 70 Euro.
La delibera è ancora in essere malgrado presenti aspetti di illeggitimità sostanziale perché in contrasto con il dispositivo della richiamata legge nazionalee che prevede, invece, la gratuità dell’accesso agli atti.
Presenta, ancora, una illegittimità formale perché emessa dal sub- commissario prefettizio che con sentenza N° 100 del 12 gennaio 2012 il Tar di Basilicata ne ha decretato l’ illeggittima della nomina.
Date le due circostanze appena richiamate l’atto è nullo e va cassato.
E’ possibile avere, in quel di Matera, insieme al resto un segretario comunale che oltre a percepire le competenze ne sappia un po’ di legislazione?
Capitolo a parte è quello relativo alla predetta sentenza del Tar di Basilicata, essa potrà essere oggetto di apposita segnalazione alla Corte dei Conti perché la città deve rientare nelle spese sostenute pagando l’onorario ai due Sub- Commissari illegitimamente nominati.
Qualcuno dovrà pure porre ristoro alle finanze publbiche: vuoi l’attuale amministrazione che non si è resa parte dirigente a richiedere la rifusione delle spese illecitamente sotenute, vuoi il Ministro dell’Interno, salvo rivalsa, quale datore di lavoro del Prefetto che all’epoca procedette illeggittimamente alle nomine.
Pio Abiusi