Al congresso della Cgil di Torino Francesco Candido e Filippo Novello, figlio del bracciante Giuseppe, ucciso durante l’occupazione delle terre a Montescaglioso il 14 dicembre 1949, hanno consegnato al segretario generale Maurizio Landini e a Enrica Valfré, già segretaria Camera del Lavoro di Torino, il libro appena pubblicato sulla loro madre “Vincenza Castria: la rivelazione della politica”, prefazione di Susanna Camusso.
Nata a Montescaglioso (Matera) nel 1922, Vincenza Castria, bracciante, è stata un’importante dirigente del PCI e una figura di rilievo del movimento operaio e contadino lucano e meridionale. Vedova di Giuseppe Novello, ucciso a Montescaglioso nel 1949 durante le proteste contadine legate all’occupazione delle terre, fece parte del Comitato Federale provinciale del PCI e dell’Assemblea nazionale dell’Unione donne italiane, collaborando alla redazione del periodico «Noi Donne». Ebbe rapporti molto stretti con Teresa Noce, Rita Montagnana, Adele Bei, Giuseppe Di Vittorio, Giorgio Amendola, Nilde Iotti, Emanuele Macaluso e intellettuali come Leonida Repaci e Carlo Salinari. Nel 1952 si sposò in seconde nozze con Ciro Candido, sindaco di Montescaglioso e assessore provinciale del PCI. Portò avanti il suo impegno politico-sociale e la lotta per l’emancipazione delle donne al fianco, tra gli altri, di Maria Antonietta Macciocchi, Bianca Guidetti Serra, i fratelli Galante Garrone e Nuto Revelli. Nel corso degli anni Settanta partecipò come protagonista a diverse puntate della trasmissione di RAI 2 “Direttissima” condotta dal regista e giornalista Aldo Falivena e successivamente venne intervistata per conto della RAI da Sergio Zavoli. In collaborazione col marito Ciro Candido ha scritto il libro autobiografico Rossa terra mia, uscito postumo nel 2009.È scomparsa a Montescaglioso nel 1999.