Gli Ordini delle Professioni infermieristiche di Matera e Potenza a confronto con la Regione Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Partire dalla valorizzazione delle competenze specialistiche sia in ambito clinico che nell’area gestionale, puntare sulla evoluzione della figura dell’infermiere e sui ruoli che può assumere.
Gli Ordini delle Professioni infermieristiche di Potenza e Matera hanno sottoposto all’attenzione dell’assessore alla Salute e Politiche della Persona della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, e del dirigente del Dipartimento, Francesco Bortolan, tematiche fondamentali da affrontare e risolvere nelle diverse realtà del Servizio Sanitario Regionale per meglio rispondere alle esigenze della popolazione lucana.
Partendo dall’analisi del contesto e dei bisogni di salute dei cittadini bisogna puntare alla definizione delle risorse di personale infermieristico basandosi sulla complessità assistenziale e l’intensità delle cure, sia rispetto alle cure primarie (presa in carico della persona, della famiglia e della comunità e garanzia di continuità assistenziale tra ospedale e territorio) sia rispetto all’assistenza ospedaliera e all’area dell’emergenza/urgenza.
Auspichiamo la condivisione di un percorso metodologico per ottenere dei parametri da utilizzare nella progettazione di modelli organizzativi coerenti con il fabbisogno di personale e gestiti dalla Dirigenza Infermieristica, in grado di prevedere, monitorare e verificare l’appropriatezza delle cure e delle competenze impiegate.
Su questo sarebbe opportuno prevedere il dirigente infermieristico nelle strutture presenti sul territorio regionale, così come previsto anche dal DM 71.
Occorre sviluppare un percorso di identificazione delle AREE di sviluppo professionale coincidente con l’attribuzione degli incarichi, graduati secondo quanto previsto dal CCNL.
Chiediamo l’inserimento nel Nomenclatore Regionale dell’area sanitaria specialistica, delle Prestazioni Infermieristiche e di prevedere le modalità di accesso tramite CUP. Questo riconoscimento consentirebbe agli infermieri di operare in “autonomia” decisionale e operativa nel percorso clinico/assistenziale e di assicurare una risposta coerente e tempestiva ai bisogni di salute, oltre a valorizzare le competenze specialistiche acquisite con specifici percorsi di formazione universitaria.
Nell’ambito formativo è necessario sostenere il potenziamento dell’offerta di posti messi a bando dall’Università nel corso di laurea triennale e la previsione del corso di laurea magistrale e dottorato di ricerca con professori MED/45 (Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche).
Strutturare un percorso formativo per l’IFeC (infermiere di famiglia e comunità) che con la sua un’identità specifica potrà operare nelle strutture dedicate all’assistenza territoriale (COT, Case e Ospedali di Comunità, assistenza domiciliare…) e rendere efficiente e razionale la sua collocazione.