La Corte dei Conti di Basilicata ha condannato dirigenti e funzionari della Prefettura di Matera alla rifusione di oltre 205mila euro per mancati controlli nei pagamenti verso una ditta di Matera che era debitoria nei confronti dell’erario di oltre 1,5 milioni di euro. La sentenza è arrivata a seguito delle indagini della Guardia di Finanza di Matera.
Di seguito i particolari della sentenza della Corte dei Conti.
Con la sentenza numero 19 depositata in segreteria l’1 febbraio 2023 la Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Basilicati ha condannato funzionari e dipendenti e l’ex Prefetto di Matera Antonella Bellomo per pagamenti indebitamente effettuati nei confronti della ditta Lascaro.
Funzionari della Prefettura competenti alla gestione del rapporto contrattuale emisero dei titoli di pagamento artatamente “confezionati”per raggiungere importi sistematicamente inferiori alla soglia “di verifica” dei debiti fiscali del beneficiario, nella piena consapevolezza dell’esistenza di un ingente debito con l’Erario da parte della ditta Lascaro e in completo dispregio di quelli che avrebbero dovuto essere i criteri di fatturazione.
La ditta, infatti, non aveva correttamente emesso fatture con cadenza mensile, ma con criteri diversi, arrivando talvolta a cumularne diverse nello stesso giorno.
Venivano accorpate diverse fatture per ogni titolo, avendo – a quanto sembra – come unico criterio quello di raggiungere comunque importi inferiori ai 10.000 Euro.
Si era provveduto con mandati di pagamento emessi fra il 03/04/2017 e il 19/02/2018 per un totale di € 135.684,10, di cui € 36.700,00 erano stati versati all’amministrazione previdenziale per il soddisfacimento degli obblighi contributivi inadempiuti dalla ditta, mentre il restante importo di € 98.984,10 era andato ad indebita locupletazione della ditta Lascaro.
Fatture relative ai residui del 2016 furono soddisfatte con mandati di pagamento emessi fra il 5 maggio 2017 e il 27 luglio di quello stesso anno, per un totale di Euro 41.950,61 (al netto dell’IVA, sottoposta al meccanismo del c.d. split payment) i debiti correnti dell’anno 2017.
Si provvide a pagare – sempre tramite lo stratagemma della formazione di titoli di spesa inferiori ad Euro 10.000 – fra il 31 luglio 2017 e il 20 febbraio 2018, la somma di Euro 55.824,16 (al netto dell’IVA, sottoposta al meccanismo del c.d. Split payment).
La norma violata ha fatto scemare significativamente la possibilità di realizzazione la pretesa fiscale.
Risulta un’esposizione debitoria della ditta Lascaro nei confronti dell’erario di ben € 1.005.603,65 alla data del primo pagamento del 03/04/2017, notevolmente peggiorata alla data dell’ultimo pagamento del 27/07/2018, quando la complessiva pendenza risulta ascesa alla considerevole somma di € 1.583.743,74.
Il danno è da quantificarsi nella somma di € 205.522,18, corrispondente alle complessive erogazioni effettuate.
Si deve, pertanto, conclusivamente ritenere che l’interesse pubblico nella descritta vicenda non abbia ricevuto alcuna tutela, nonostante l’amministrazione degli Interni avesse la disponibilità di ingenti somme di danaro finalizzate al pagamento di somme che, pur se astrattamente dovute a corrispettivo di prestazioni contrattuali, materialmente non dovevano essere corrisposte ma definitivamente trattenute nel patrimonio pubblico, a cagione degli ingenti debiti nei confronti del fisco da parte della ditta Lascaro.
Qualora la verifica fosse stata correttamente effettuata, in conseguenza della situazione di inadempienza della ditta cedente, le somme disponibili sarebbero state destinate al soddisfacimento della pretesa erariale.
Alla luce della complessiva ricostruzione come sopra effettuata si ritiene che debbano essere considerati dannosi, per le sue esposte ragioni, tutti i pagamenti indebitamente effettuati nei confronti della ditta Lascaro, per il complessivo importo di € 205.522,18, da addebitare ai soggetti di seguito indicati, in ragione dell’incidenza causale delle condotte di ciascuno e in favore del Ministero dell’Interno, come di seguito esposto.
La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Basilicata, ogni contraria domanda ed eccezione respinte, così decide:
a) condanna in via principale Montemurro Maria Franca al pagamento dell’importo di € 98.984,10, in solido con Tritto Michele fino a concorrenza della somma di € 91.434,69, e Santorufo Luigia al pagamento dell’importo di € 97.774,77, in solido con Tritto Michele fino a concorrenza della somma di € 89.676,13;
b) condanna, in via sussidiaria rispetto ai suindicati obbligati in via principale, Camerini Rosalia Ermelinda al pagamento della somma di € 196.758,87;
c) condanna in via principale Guida Francesca e Bellomo Antonia al pagamento in parti uguali, dell’importo di € 8.763,31.
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