Ferrone (consigliere Provincia Potenza): “Autonomia differenziata nuoce alla salute dei lucani, ai cittadini dei piccoli comuni e ai giovani”. Di seguito la nota integrale.
L’Autonoma Differenziata, così come la concepisce il Governo di centrodestra, non solo nuoce alla salute dei lucani (e meridionali) che avranno maggiori difficoltà e spese di tasca propria per curarsi ma nuoce ai piccoli comuni e alle aree interne destinate al sottosviluppo e ancor più ai nostri giovani condannati ad emigrare nelle regioni forti. E’ il commento di Carmine Ferrone, consigliere della Provincia di Potenza, per il quale è necessario organizzare la più ferma opposizione sia delle istituzioni – Provincia e Comuni, non potendo certo contare sulla Giunta Regionale – e delle comunità e popolazioni locali. Il rischio che assolutamente non possiamo correre è che insieme alla secessione delle Regioni ricche da quelle povere non si produrrebbe solo la spaccatura del Paese quanto una specie di Paese-Arlecchino a più colori e a più velocità di crescita e sviluppo. Un Paese dove un nostro professore guadagnerebbe alcune centinaia di euro al mese in meno di un suo collega veneto o lombardo. Pensare di rideterminare i Livelli Essenziali di Prestazioni (Lep) senza alcun collegamento alla disponibilità delle risorse finanziarie necessarie a garantire gli stessi diritti dei cittadini dal Nord al Sud – continua Ferrone – è il punto più debole del disegno di legge Calderoli che tra l’altro ha esautorato Parlamento e Regioni. Si pensi solo alle conseguenze sulla vita di un nostro corregionale che risiede in uno degli oltre 90 comuni sotto i 5mila abitanti e che sarà privato di servizi essenziali sociali, culturali, perché la Regione da sola non ce la può fare, tanto più che le risorse derivanti dal petrolio sono già tutte impegnate per l’ordinaria amministrazione. E’ dunque un insulto politico alle regioni del Sud e uno sfregio insopportabile alle popolazioni meridionali. Questa dell’autonomia è una buona occasione per avviare l’operazione di ricucitura dei diritti e delle opportunità che gli italiani meritano, perché si possono differenziare i poteri assegnati alle regioni, ma non i diritti dei cittadini in base ai territori in cui essi risiedono.