Sabato 11 febbraio 2023 alle ore 16.30.nella Chiesa Maggiore di Potenza è in programma la celebrazione diocesana presieduta dall’Arcivescovo Metropolita Salvatore Ligorio per la 31^ Giornata del Malato.
Di seguito il messaggio di Monsignor Ligoro.
Carissimi operatori pastorali e sanitari,
in occasione della XXXI Giornata Mondiale del Malato, la quale si ricorda il
giorno 11 febbraio nella Memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes.
Il tema scelto da Papa Francesco: “Scoperchiamo il tetto” (Mc 2,4).
Una comunità che si fa carico del malato è sanata e sanante.
La gratitudine e la riconoscenza, il rispetto e la stima sono solo alcuni dei sentimenti che vogliamo esprimere a voi operatori pastorali, Ministri della Comunione
e sanitari, curanti tutti, innanzitutto il sentito grazie dal nostro Arcivescovo Metropolita Salvatore Ligorio, dall’Ufficio Diocesano per la pastorale della Salute,
dalla Consulta, che da sempre, e negli ultimi tempi in modo decisamente più intenso, vi prendete cura dei malati e dei sofferenti.
Ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, e in modo più sereno oggi continuiamo a vivere, vi vede impegnati fino all’estremo delle vostre risorse.
Non è mancato lo stress, il peso e la fatica, il disorientamento e la sensazione di
impotenza di fronte ad una situazione globale, solo immaginata, hanno messo a
dura prova la vostra dimensione professionale e personale.
La XXXI Giornata Mondiale del Malato 2023, con il terzo capitolo citato (Mc 2,4) mette al centro una comunità
che si fa carico del malato è sanata e sanante.
San Giovanni Paolo II istituì nel 1992 questa Giornata: “La celebrazione annuale della ‘Giornata Mondiale del Malato’
ha quindi lo scopo manifesto di sensibilizzare il popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie
cattoliche e la stessa società civile, alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi, di aiutare chi è ammalato e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza, a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le famiglie l’impegno sempre più prezioso del volontariato, a richiamare l’importanza della
formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine, a far meglio comprendere l’importanza dell’assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre”.
Nella XXXI GMM Papa Francesco alla luce del testo di Marco 2, 2-5 afferma: “Gesù agisce con la potenza stessa di
Dio: egli raggiunge la persona integralmente, nella sua dimensione spirituale e fisica; tocca spirito e carne, sana tutto
l’uomo”.
Oltre la dimensione fisica e psichica, sappiamo che la condizione di malattia facilmente invade la sfera spirituale.
Ogni persona è chiamata a prendersi cura della propria anima. Nei luoghi di cura, come nel domicilio del malato la
presenza testimoniante di tutti coloro quali sono a servizio, a partire da tutti gli operatori pastorali, volontari, assistenti
spirituali a prendersi in carico di tutti i bisogni della persona sofferente, comprendendo la dimensione spirituale.
Ogni credente, ogni battezzato – ci ricorda l’Apostolo Paolo – è membro di quella Chiesa che continua a testimoniare
l’amore per la vita, ed è portatore del dono dello Spirito Santo, di una grazia particolare che accoglie, cura accompagna con la materna tenerezza della Chiesa.
Abbiamo voluto scegliere come luogo di cura per la prossima XXXI GMM 2023 la struttura sanitaria “Universo Salute” Opera Don Uva per condividere il dono della Parola e dell’Eucarestia.
Sono invitati: infermi, sanitari, assistenti pastorali, volontari, ministri della Comunione, rappresentanti delle
parrocchie del territorio diocesano, per essere più comunità sanante e attenta che assiste i più deboli e vulnerabili.
A Maria Regina degli Infermi, a San Giovanni Paolo II e san Giuseppe Moscati Medico, affidiamo i nostri infermi,
per loro intercessione presso il Padre che non manchi la presenza accanto a ciascun essere umano sofferente nel
corpo e nello spirito, sia sempre costante, e ogni persona debole e fragile possa avvertire il calore di Cristo, che non
cessa mai di amarci.