Nelle sempre più complesse problematiche che riguardano il comparto cerealicolo lucano ed in particolare della provincia di Matera l’annuncio della partnership commerciale tra un Pastificio di Gragnano, da sempre “patria della pasta artigianale di qualità” e aziende della provincia di Matera che producono la pregiata varietà di grano duro Senatore Cappelli, rappresenta una buona notizia. E’ il commento di Paolo Carbone, responsabile Ufficio Economico della Cia-Confederazione italiana agricoltori della Basilicata, sottolineando che il Gie-Gruppo di interesse economico cereali della Cia è da tempo impegnato a sostenere gli sforzi dei cerealicoltori del Materano a rafforzare la qualità del grano duro, a partire dalla tradizionale varietà Senatore Cappelli che ha subito negli anni forti riduzioni di produzione.
I costi aziendali in costante aumento – si evidenzia in una nota – hanno portato gli imprenditori del settore a scelte drastiche: come evidenzia l’Istat, infatti, nelle intenzioni di semina 2010-2011, c’è stato un netto rialzo (pari al più 19,1 per cento) dei terreni lasciati a riposo. E la decisione di non seminare è dipesa proprio dal fattore costi, soprattutto visto che oggi i prezzi di mercato, caratterizzati da una crescente volatilità, non riescono a compensare gli oneri da fronteggiare. Basti pensare che l’Ismea calcola la quotazione dei prezzi dei cereali a maggio scorso a meno 13,2 per cento rispetto a maggio 2011 con il grano tenero a meno 13,3 per cento ed un leggerissimo aumento del grano duro del 4 per cento che comunque non consente il recupero delle quotazioni sempre basse. Il calo delle semine di grano duro porterà, quindi, a una crescita delle importazioni dall’estero -avverte la Cia- dopo un 2010 già da record.
La Cia in proposito rivendica l’adozione del Piano Cerealicolo Regionale in sinergia con il Piano nazionale; una nuova disciplina regionale che favorisca l’aggregazione delle produzioni; un programma di insediamento agro-industriale; un progetto per il potenziamento della ricerca e dell’innovazione e di sostegno all’introduzione di varietà; la definizione del marchio a tutela del pane e della pasta made in Lucania.
Un settore, quindi, in grave affanno che ha necessità di nuove politiche che diano reali sostegni alle imprese agricole che non possono continuare ad operare nell’incertezza più profonda e in un sistema competitivo che sta fiaccando sempre più i produttori italiani. Da qui l’esigenza di rendere più saldi e produttivi i rapporti di filiera e di lavorare in maniera seria per cercare di raggiungere efficaci accordi interprofessionali che permettano di tutelare e valorizzare il “made in Italy”.
E’ stato inoltre denunciato che sui mercati della Basilicata è da tempo presente grano proveniente soprattutto dall’Ucraina, dal Kazakhistan, dall’Australia, dal Canada e dal Messico, che viene scaricato al porto di Bari, e dalla Turchia, attraverso l’interporto di Foggia, mentre per la pasta prodotta in Italia -sottolinea la Cia- vengono impiegati grani duri per il 50-60 per cento di origine estera, con seri problemi di qualità e sanità del prodotto.
La novità positiva – riferisce Carbone – è la recente nascita di un’aggregazione economica che creerà nuovo valore aggiunto nella filiera cerealicola nazionale. Un’associazione di imprese che si candida a svolgere un ruolo importante ed innovativo nella gestione della qualità, nella fase dello stoccaggio e della commercializzazione di frumento, orzo e mais.
All’iniziativa promossa dal Coordinamento Cereali costituito da tutte le maggiori sigle della rappresentanza agricola del Paese (Cia, Confagricoltura, Copagri, Fedagri/Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital) in collaborazione con Compag (Federazione nazionale commercianti di prodotti per l’agricoltura) prendono parte oltre 60 imprese tra cooperative e privati, dislocate in ben dodici regioni, che rappresentano una capacità di stoccaggio superiore alla metà del totale nazionale. Il progetto, che sarà realizzato tra il 2012 e il 2013, punta a dotare i centri di stoccaggio della strumentazione necessaria ad accertare le caratteristiche qualitative e sanitarie della produzione cerealicola nazionale, per poi mettere in rete i dati così ottenuti.
Giu 21