“La più grande contraddizione in Basilicata per assicurare il diritto alla salute è che la sanità pubblica è al collasso (come riprovano le liste di attesa, l’aumento della fuga dei lucani fuori regione, il soddisfacimento insufficiente dei LEA) mentre le strutture private convenzionate che hanno rapporti con il servizio sanitario regionale, quelle che sopperiscono alle carenze del pubblico, subiscono una poderosa sforbiciata”. E’ il commento di Sanità Futura, affidato al presidente regionale Giuseppe Demarzio, all’ultimo incontro in Regione “fortemente deludente” e al di sotto delle aspettative non solo delle associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale accreditata ma soprattutto degli utenti. Per Demarzio “come nel “gioco dell’oca” siamo tornati alla “casella di partenza”: le prestazioni della specialistica ambulatoriale e gli interventi di cura in Basilicata sono in continua contrazione (lo ha certificato l’Agenas in occasione dell’incontro su quello che sarà il nuovo Piano sanitario regionale, ancora da “decifrare”) con conseguenze dirette sulla salute specie dei cittadini. Il problema delle “cure negate” – sottolinea – è una realtà sempre più diffusa nella nostra Regione, mentre non può essere ignorata la centralità nel Sistema Sanitario Regionale delle prestazioni assicurate dalle strutture della specialistica ambulatoriale, che com’è noto, assicurano il conseguimento dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) e riflettono importanti riflessi sull’intero versante socio-sanitario. Si pensi in tal senso alla rilevanza degli interventi su soggetti oncologici, e/o portatori di situazioni di fragilità fisica, quali esiti di interventi chirurgici, esiti di traumi, il cui ritardo di cura può avere conseguenze particolarmente gravi e produrre molte complicanze. Dunque, l’impegno e l’esperienza tecnica del nuovo Direttore Generale del Dipartimento Salute Ing. Francesco Bortolan da sole non potranno risolvere il problema che vede la Basilicata tra le ultime Regioni d’Italia nella gestione delle liste d’attesa.
Per Sanità Futura il ruolo della specialistica ambulatoriale è il punto di partenza nei percorsi di prevenzione, diagnosi e cura per la popolazione ed i pesantissimi ritardi o la fuga dell’utenza verso il nord si originano in primis dalla debolezza del sistema di specialistica ambulatoriale ospedaliera per la carenza di medici, in seguito anche dalla chiara ed evidente insufficienza di risorse messe a disposizione delle attività di specialistica ambulatoriale in regime privato accreditato.
Un paradosso che è stato evidenziato anche in occasione della presentazione del nuovo Piano Sanitario Regionale lo scorso 27 gennaio dal Direttore dell’Agenas Dr. Domenico Mantoan, che ha asserito il ruolo strategico delle strutture private accreditate quale elemento indispensabile per la tenuta del Sistema Sanitario di una Regione come la nostra.
La fotografia scattata dall’Agenas, ma anche dagli altri organi indipendenti come la Fondazione Gimbe, vede il comparto del privato accreditato in Basilicata cristallizzato sulle stesse potenzialità sussistenti nell’anno 2011 e ciò per effetto della legge sulla spending review (il cosiddetto decreto Balduzzi) che è nei fatti l’origine del disastro sanitario denunciato pesantemente dalle organizzazioni dei pazienti e dall’Unità di Crisi Sanitaria di Basilicata nel corso degli ultimi mesi.
A fronte di tale tragicità in Basilicata vige l’immobilismo e proprio sulle politiche sanitarie, complice l’apparato burocratico, si è sempre ritenuto opportuno offrire gli stessi identici livelli numerici di cure offerti ben dodici anni fa nel 2011, incuranti del progresso scientifico e di quanto accaduto nel corso della durissima pandemia da Covid.
Tutti i nodi vengono al pettine ed innanzi alle nostre infinite richieste di cambiamento, non ultima quella posta al tavolo tecnico del 7 febbraio, inaspettatamente anche gli uffici dipartimentali, da sempre conformati prevalentemente alle politiche di contenimento della spesa, a voce del Dr. Giuseppe Montagano, hanno dichiarato l’obsolescenza della norma nazionale sulla spending review e la chiara insufficienza delle risorse messe a disposizione per il comparto della specialistica accreditata.
Il tavolo tecnico a cui è sospesa la salute dei cittadini che chiedono cure in Basilicata non potrà proseguire nella propria delicatissima missione in assenza di chiare decisioni politiche sulle quote di risorse necessarie per adeguare l’offerta sanitaria dall’anno 2011 a quella richiesta nel 2023.
La situazione è molto chiara: il plafond di risorse finanziarie attualmente destinato a tutte le strutture sanitarie accreditate di Basilicata è certamente inferiore del 40% rispetto a quanto necessario per soddisfare la richiesta sanitaria della popolazione e a ben poco servirebbe attuare operazioni di spostamento interno in uno spazio ampiamente insufficiente né tantomeno perfezionare con urgenza accordi contrattuali privi di utilità.
Il contesto impone interventi decisi, rapidi ed investimento di risorse stabili, poiché le recenti disposizioni governative sul “regionalismo differenziato” apporteranno notevoli cambiamenti nella erogazione dei livelli essenziali di assistenza, le cui performance saranno valutate e ricompensate sulle capacità operative delle Regioni e purtroppo la Basilicata per quanto già detto, partirà dalle ultime posizioni in classifica.
La richiesta di Sanità Futura è soprattutto un appello alla responsabilità di Governo Regionale verso la salute collettiva; l’Assessore Francesco Fanelli ed il Presidente Vito Bardi convochino al più presto un incontro per darci ascolto ed adottare un intervento “sblocca sanità” a beneficio della popolazione e dei lavoratori operanti nelle strutture sanitarie territoriali accreditate.