Frammenti di meteorite dallo spazio alla città dello spazio, Matera, che ospita il centro di Geodesia Spaziale in contrada Terlecchia e Sparkme Space Academy, la cittadella della scienza e dello spazio di Openet Tecnologies nella zona Paip 2. Sono stati illustrati questa mattina nella sala Mandela del Comune di Matera i particolari del ritrovamento dei frammenti di un meteorite ritrovati su un balcone di un’abitazione di Matera, tra Serra Rifusa e Serra Paducci e che già nella giornata odierna saranno trasferiti nei musei scientifici Inas di Napoli e Firenze. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il sindaco di Matera Domenico Bennardi, il consigliere comunale Gianfranco Losignore e suo fratello Pino, l’ispettore della Polizia di Stato di Matera, Salvatore Ardito, il comandante della Polizia Locale di Matera, Paolo Milillo, il responsabile dell’ufficio Protezione Civile, Mimmo Taccardi, la comandante dei Vigili del fuoco di Matera, Maddalena Lisanti, Giovanni Pratesi per l’Università di Firenze, Daro Barghini e Carmelo Falco di Rete Prisma-Inaf. In sala tra gli altri Pio Acito di Legambiente e due ricercatori che hanno raggiunto il luogo del ritrovamento dei frammenti di meteorite, Pierluigi Cox e Silvia Padilla, entrambi dell’associazione ternana Astrofili.
“I risultati dell’attività di ricerca – è stato precisato in conferenza stampa – saranno resi noti tra circa un anno e per quanto riguarda il nome da assegnare al meteorite la rete Prisma proporrà “Matera”. I frammenti di meteorite ritrovati a Matera sono diversi da quelli di Cavezzoli, quelli avevano una consistenza più dura, questi di Matera sono molto friabili”.
Michele Capolupo
È l’asteroide dei primati, quello caduto nel pomeriggio di San Valentino nelle campagne di Matera nord, proprio sul balcone di casa dei fratelli Pino e Gianfranco Losignore. Un evento straordinario, perché i frammenti recuperati sono assolutamente incontaminati, come fossero stati prelevati direttamente nello spazio. Merito del caso, perché sono caduti sul balcone e non a terra, merito dei fratelli Losignore che li hanno recuperati in modo “asettico”. Un evento che, con questi contorni, è avvenuto circa 100 anni fa l’ultima volta e permetterà ai ricercatori di capire tanto di più sulle origini dello spazio, databili circa 4,5 miliardi di anni fa. Un evento unico per la natura del materiale recuperato e perché incardinato in altri due episodi simili e consecutivi, avvenuti il 13 febbraio in Francia e il 15 in Texas. Al momento non ci sarebbe alcun collegamento tra le tre “cadute”, ma gli studiosi non escludono nulla. Ora servirà circa un anno per poter comprendere cosa nascondono questi frammenti del bolide di San Valentino, poi i ricercatori hanno già anticipato che sarà battezzato “Matera”, in onore della città dei Sassi che tanto ha fatto per agevolarne il recupero e la perfetta conservazione. Il percorso sarà accompagnato da una serie di eventi scientifici e divulgativi, che la rete “Prisma” (una sorta di osservatorio da terra degli asteroidi in caduta), organizzerà nei prossimi mesi a Matera. Ora la priorità sarà della ricerca, perché si tratta di un materiale molto delicato e friabile, quindi sarà di vitale importanza procedere in modo tempestivo. Dopo il ritrovamento del meteorite Cavezzo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020, i calcoli eseguiti dagli hanno fatto nuovamente centro, stavolta indicando nella zona Nord di Matera. Quindi, questa è la seconda meteorite italiana, dopo quella di Cavezzo avvenuto ai primi di gennaio del 2020, ritrovata con un metodo sistematico, ovvero in modo programmato e scientifico grazie ai calcoli degli esperti della rete Prisma. Un’ultima curiosità: L’ultimo pezzo più consistente (ma meno pregiato perché contaminato da terreno), caduto nei pressi dell’abitazione dei Losignore, è stato trovato da Pierluigi Cox e Silvia Padilla dell’Associazione astrofili di Terni, ovvero la città di San Valentino: l’ennesima curiosa coincidenza!
Ricostruiamo brevemente i fatti:
Lo scorso 14 febbraio, infatti, verso le sette di sera, un bolide luminoso era stato osservato da numerosi testimoni solcare il cielo della Puglia e della Basilicata, fra i quali tre “occhi” elettronici delle camere di Castellana Grotte, Tricase e Vasto appartenenti alla rete Prisma, un network di una sessantina di camere sparse sul territorio italiano.
Un progetto coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)
Grazie a queste informazioni, già nel pomeriggio di mercoledì 15 febbraio era stato possibile tracciare lo strewn field, cioè l’area di possibile caduta al suolo di frammenti del corpo celeste progenitore.
“Cercare a Nord di Matera”, avevano indicato gli esperti di Prisma.
Subito era scattato l’avviso ai mezzi di comunicazione e alla popolazione locale ed ecco che lo stesso giorno, sul balcone dell’abitazione dei genitori di Gianfranco e Pino Losignore, fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci (periferia nord del capoluogo della Basilicata), alcuni sassi hanno attirato l’attenzione dei due fratelli. Anche perché gli anziani genitori avevano udito un forte botto la sera precedente proveniente dall’esterno.
Finora sono stati recuperati oltre 70 grammi in 12 frammenti principali e decine di frammenti più piccoli. La meteorite, secondo i calcoli di Prisma, è caduta con una velocità di circa 300 km/h e in effetti nell’impatto ha scheggiato una piastrella del balcone che corre lungo il perimetro dell’abitazione.
I frammenti sono stati consegnati sabato 18 febbraio, nelle mani del dottor Carmelo Falco, rappresentante del Project Office della rete Prisma e associato Inaf, subito accorso in loco per coordinare le ricerche. Che adesso continueranno con nuovo vigore, irrobustito dal ritrovamento, alla ricerca di altri eventuali campioni sopravvissuti all’attraversamento dell’atmosfera. Nel mentre, il materiale già recuperato verrà presto sottoposto ad analisi particolareggiate per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche utili alla classificazione della meteorite appena ritrovata.
Le meteoriti, hanno attraversato quasi inalterate i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del nostro Sistema Solare e ritrovarne una appena caduta come quella rinvenuta a Matera aiuta moltissimo gli scienziati a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa.
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La fotogallery della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)