“Siamo arrivati allo scandaloso” – è il commento da parte di Sanità Futura, a seguito dell’incontro fra le associazioni di categoria del comparto della sanità accreditata lucana e il Dipartimento Salute tenutosi lunedì scorso – “È scandaloso che la Regione voglia riproporre la delibera 482/22 sui tetti di spesa, che è quella che ha creato l’attuale crisi da cui ancora oggi si stenta ad uscire. Una delibera bocciata all’unanimità dal Consiglio Regionale per ben tre volte, anche con il voto favorevole del Presidente Bardi, e attualmente in mano ai giudici. Come se non bastasse il disastro ancora in atto”.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa sta succedendo, in merito ad una vicenda che ha del paradossale. Purtroppo, non è una fake news, ma si tratta della realtà, una realtà fatta di caos come conseguenza della mala burocrazia e che, a questo punto, non possiamo esimerci dal fronteggiarla con assoluta determinazione per demolirla, sperabilmente per tutti, sul nascere.
Attualmente in Basilicata i cittadini possono accedere a visite, esami e terapie solo per 10/15 giorni al mese presso le strutture accreditate. Per il resto dei giorni possono accedere solo a pagamento; una situazione che, ovviamente, sta aggravando ancor di più le liste di attesa nella sanità Lucana. La radice di ciò viene da lontano, ma in particolar modo da una delibera dello scorso anno della giunta regionale, la 482 che, come noto ormai a tutti, ha generato un immane disastro come mai era accaduto nella storia di questa Regione, mettendo in crisi aziende, lavoratori e, soprattutto, i cittadini che hanno visto venire meno il loro diritto alla salute. La suddetta delibera, talmente era evidente la sua inadeguatezza e disastrosità, è stata addirittura bocciata dall’intero Consiglio Regionale, il quale si è espresso al riguardo per ben 3 volte all’unanimità, dando mandato alla Giunta di rimediare. Ad oggi, nonostante le promesse e gli impegni del Presidente Bardi, ancora non sono state pagate le prestazioni relative all’ultimo trimestre del 2022 e il 2023 si è aperto nel peggiore dei modi, ovvero con due atti a breve distanza l’uno dall’altro da parte del dipartimento salute e già recepiti dalle AA.SS.LL. inerenti ai tetti provvisori per i primi tre mesi del 2023, che di fatto realizzano la circostanza per la quale i cittadini lucani possono curarsi solo 10 giorni al mese col SSN! Già questo è tremendo, ma, come se non bastasse, adesso la Regione vuole fare un ulteriore provvedimento sulla stessa materia, totalmente diverso, ovvero stabilire in modo retroattivo i tetti di gennaio, febbraio e poi marzo, creando il caos ed abbattendosi sulle strutture sanitarie già pesantemente colpite da un anno di mala burocrazia. E su cosa si fonderà tale provvedimento? Udite, udite: sulla famigerata delibera 482! Tutto ciò sarebbe follia inaudita, equivarrebbe ad infangare la politica intera ad un anno dalle prossime elezioni. Non possiamo credere che la Giunta regionale oggi voglia assumersi la responsabilità di una simile scelta, sarebbe oltremodo scandaloso!
L’intero Consiglio regionale conosce bene la situazione catastrofica e la palude in cui la sanità lucana è immersa, si era impegnato a risolvere la questione, pertanto le strutture accreditate, coscienziosamente e facendo fede alle parole e agli impegni pubblicamente presi da Bardi e Fanelli, hanno continuato ad erogare le prestazioni sanitarie richieste dai cittadini, benché a singhiozzo, a causa proprio degli obbrobri generati dalla 482, tra l’altro in grave crisi a causa dei mancati pagamenti dell’anno 2022.
Nel portare avanti questa azione, ad un anno dalle elezioni, si deciderebbe di andare contro la volontà del Parlamento Lucano e anche del Governo Nazionale che, di contro, ha dato ulteriore via libera all’utilizzo di fondi per far fronte ai ritardi nelle cure ai cittadini. Ma non finisce qui, perché ci si va ad appoggiare su una delibera che è attualmente in fase di giudizio davanti al TARB, ed è una cosa che nessuno dovrebbe fare con il rischio di danneggiare la pubblica amministrazione. Ciò aggraverebbe la responsabilità di chi, dovendo amministrare secondo principi di correttezza giuridica nell’interesse della cosa pubblica, scegliesse di farlo poggiandosi su un atto sub Iudice, giuridicamente a rischio di annullamento. Con evidenti e dolose conseguenze per danni alla pubblica amministrazione.
Sanità Futura non può accettare in nessun modo tale proposta che ha tutte le caratteristiche di essere una dolorosa continuazione di quanto già posto in essere da una ben individuabile mala burocrazia. Sembra evidente che, al di là delle parole e delle promesse, ci sia a questo punto il serio problema di togliere servizi ai cittadini, far fallire imprese, distruggere quindi un comparto che è stato più volte elogiato e sostenuto dai lucani per tutto ciò che ha offerto fino ad ora in termini di servizi e professionalità, e che ha evitato (soprattutto durante la pandemia) il totale tracollo del Servizio Sanitario Regionale. Per difendere i nostri associati, imprese e pazienti, nonché i nostri collaboratori, siamo pronti, in autotutela, a diffidare la Regione, ma nell’incontro programmato di giovedì 23 febbraio, faremo l’ennesimo sforzo di interlocuzione e confronto,, presentando una proposta equa che cerchi di salvare quello che è salvabile, in attesa dei tetti definitivi basati su un censimento dei fabbisogni annunciato da anni, ma mai messo in pratica, e del completamento dei pagamenti inerenti all’ultimo trimestre del 2022.