Espedito Moliterni, iscritto al PD ed ex segretario cittadino del PD e dei DS: Elly Schlein e la classe dirigente “illuminata ad intermittenza”. Di seguito la nota integrale.
Dopo un lungo percorso congressuale, domenica 26 febbraio alle 23.00 della sera, le primarie di popolo ci hanno consegnato un nuovo segretario nazionale del PD, Elly Schlein; per la prima volta, nella lunga storia della sinistra italiana, sarà una giovane donna a guidare il partito che è l’erede naturale del PCI, dei DS e di quella parte della DC che ha deciso di incontrarsi con la sinistra progressista ed europeista.
Da una prima analisi del voto, gli esperti non hanno dubbi: Elly Schlein ha vinto grazie al voto dei giovani, delle donne, ma anche di tutti coloro che da anni non si recavano più alle urne perché non si riconoscevano più nel PD e ai quali, evidentemente, occorrerà dare risposte alle loro istanze.
Sono stati oggetto di numerose analisi, da parte di autorevoli esperti, i motivi per i quali il PD non è mai riuscito a vincere in modo inequivocabile una sola elezione politica nazionale; oggetto di studio e dibattito anche le cause che hanno determinato il profondo distacco dal Partito Democratico di quelle classi sociali ed economiche alle quali esso si riferiva prioritariamente.
Eppure il PD è nato per rappresentare la sinistra democratica e progressista ed il cattolicesimo democratico e riformista, una platea vastissima; ha avuto anche il grande merito di proporre molte soluzioni innovative in tema di diritti, di lavoro, di regole democratiche, di tutela dell’ambiente, di Europa. Per tali motivi avrebbe dovuto e potuto essere punto di riferimento stabile ed autorevole per tanti elettori per divenire forza di governo del Paese. Ma così non è stato.
Le motivazioni? Già dalla sua nascita, il partito ha aperto a tutti i settori della società, un partito interclassista ed inclusivo; ma gradualmente ed inesorabilmente, è stato influenzato da uomini e donne avvezzi al potere in quanto tale, privi di spirito di servizio e di attenzione alla collettività. Hanno occupato numerose postazioni istituzionali e dirigenziali, condizionando pesantemente scelte economiche e sociali non in linea con gli ideali del Partito Democratico, minando la sua stessa natura; per raggiungere i loro scopi non hanno esitato nel mostrarsi, ma solo a parole, illuminati dai principi ispiratori del Partito.
Gli effetti?
E’ questa classe dirigente politica “illuminata ad intermittenza” che ha snaturato il partito provocando il progressivo allontanamento del popolo della sinistra e dei tanti cattolici democratici; altro effetto è stata l’emarginazione politica di una pur consistente classe dirigente politica che, al contrario, ha mantenuto fede ai principi ispiratori della nascita del Partito Democratico. Da qui è conseguito un progressivo e costante colpevole silenzio del partito su molti temi, avendo ormai perso la sua identità politica.
Ora è arrivato il momento di svoltare. Elly Schlein ha il dovere ed il compito di dare voce al suo popolo e di confermare e/o individuare una classe dirigente politica, quella ancorata al suo territorio e fedele alla linea politica del Partito. Abbiamo la fortuna di avere tanti uomini e donne che hanno dimostrato lealtà e capacità politica in tutti questi anni, con i quali il percorso deve continuare e tanti altri che devono assicurare il necessario ricambio e rinnovamento. Che la classe dirigente politica “illuminata ad intermittenza”venga messa da parte. Forse questa è l’ultima occasione per la ripartenza!
Ma per fare cosa?
Lotta alle disuguaglianze, contrasto alla precarietà, lavoro e salario minimo, spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite, riforma della previdenza, lotta al cambiamento climatico puntando sulle energie rinnovabili. Questi alcuni punti dell’agenda politica del nuovo PD.
Ma la vera sfida è riuscire a coniugare, nelle proposte politiche, progressismo e riformismo; dare eguale dignità alle due anime che danno vita al Partito Democratico: i cattolici democratici e la sinistra progressista.
Tenere unito il Partito, favorire il dialogo e il confronto fra le anime presenti, individuare una classe dirigente che sia un mix fra il nuovo e il passato, aprire le porte per favorire la massima partecipazione, essere presenti e riconoscibili nei territori.
Un percorso lungo, difficile, pieno di insidie, ma diamo fiducia a Elly Schlein e restiamo uniti.