Giovanni Petruzzi, coordinatore regionale della Basilicata Mozione Cuperlo PD: “L’obbedienza non è più una virtù. No all’autonomia nordista di Calderoli”. Di seguito la nota integrale.
L’obbedienza non è più una virtù. Avrebbe dovuto tenere a mente il titolo di questo significativo libro di Don Lorenzo Milani, il Presidente della Regione Bardi, anziché far prevalere la sua formazione militare dell’usi obbedir tacendo, quando nella Conferenza Stato Regioni ha ubbidito al diktat della coalizione di centrodestra e disciplinatamente ha votato a favore della bozza Calderoli sull’autonomia differenziata.
Ora ci spieghi, Bardi, quali interessi dei lucani ha inteso tutelare esprimendosi a favore di un provvedimento che non è stato certamente partorito per valorizzare il Sud né tantomeno per colmare lo storicodivario con il Nord, ma che rischia di spaccare definitivamente ed irrimediabilmente l’Italia?E’ istituzionalmente corretto che il Presidente Bardi abbia assunto in solitudine questa discutibilissima posizione, senza alcun mandatodel Consiglio Regionale, che solamente il 16 febbraio scorso, su impulso compatto di tutte le minoranze,aveva discusso sul tema dell’autonomia differenziata, esprimendo nella maggior parte degli intervenuti ferma contrarietà o dubbi e perplessità sulla proposta formulata dal Ministro Calderoli ed assumendo formale impegno a tornare a dibattere nella massima assise regionale prima di sottoscrivere qualsiasi documento nazionale?
Il progetto di Autonomia differenziatarappresenta una grave minaccia per il futuro dell’Italia come paese unitario ed in particolare per quello del Mezzogiorno, dove si potrebbe registrare un ulteriore impoverimento della popolazione ed una maggiore conflittualità sociale. E’ in gioco l’unità nazionale, soprattutto quando si ascoltano propositi di disarticolare il Servizio Sanitario Nazionale ed il sistema unico formativo e della Pubblica Istruzione, consentendo ad ogni regione di avere una scuola a propria immagine e somiglianza ed intaccando irrimediabilmente il principio costituzionale di uguaglianza e di pari dignità fra tutti i cittadini italiani, ovunque residenti.
Un’autonomia differenziata virtuosa presupporrebbe, per i territori meridionali, ben altre condizioni di partenza rispetto a quelle presenti, sia nei livelli essenziali delle prestazioni che per quanto attiene le infrastrutture, dove scontiamo enormi ritardi storici.Perciò, va contrastato questo nefasto progetto di dividere la nostra nazione, anche attraverso un’ampia e forte mobilitazione di tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali, che hanno davvero a cuore la difesa e il futuro della nostra terra.