Riportiamo di seguito il documento letto in Consiglio comunale sul tema “Lavoro in corso” dal sindaco di Matera Salvatore Adduce.
“Il Comune di Matera, in strettissima relazione con le altre istituzioni e le parti sociali e nell’ambito delle sue competenze, intende ritrovare il suo protagonismo per la promozione dell’occupazione e dello sviluppo sul territorio”. Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, illustrando durante il Consiglio comunale aperto il documento “Lavoro in corso”.
“Ci troviamo – ha aggiunto il sindaco – pienamente immersi in un quadro congiunturale non positivo e l’uscita dalla crisi si presenta alquanto incerta determinando un clima di sfiducia e una sensibile riduzione della natalità aziendale. Il sistema economico lucano, però, punta a crescere nonostante le avversità congiunturali che incidono in settori trainanti come quello dell’automobile, dell’edilizia e del mobile imbottito. In particolare, secondo le più recenti indagini economiche condotte sul territorio lucano, due sono i settori che “tengono” o addirittura crescono e sui quali, quindi, è opportuno puntare per guardare con maggiore ottimismo ai prossimi mesi: il sistema turistico e quello agroalimentare”.
Il sindaco ha quindi snocciolato alcuni dati.
Turismo e cultura nel materano presentano in questi ultimi anni performance di tutto rilievo. La città di Matera ha visto crescere le presenze turistiche del 5%, 21,7% e 12,2% rispettivamente nel 2009, 2010 e 2011 sugli anni precedenti, passando a 182.044 presenza nel 2011 con una incidenza del 9,3% sul totale regionale.
L’agricoltura incide in provincia di Matera per il 7% del PIL, superiore sia al dato lucano (4,8% che a quello nazionale (1,9%). Dopo le perdite degli anni passati, il settore ha visto una piccola ripresa già nel 2010 (+3%). L’agroalimentare materano cresce nell’export 2011 (+3,6%).
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l’occupazione ha continuato a segnare variazioni negative, ma i tassi di decremento si sono quasi dimezzati rispetto al 2010.
“In questo complicato contesto che vede anche le difficoltà di accesso al credito – ha continuato il sindaco – il coordinamento dell’azione delle istituzioni risulta fondamentale, e sarebbe strategico concentrare le risorse nei settori che in questi anni hanno mostrato più dinamismo. In tal senso la candidatura della città a capitale europea della cultura 2019 e gli interventi ad essa finalizzati dal PISUS sviluppano una idea di città in linea con quanto affermato nei documenti di programmazione. Ma nell’attuale situazione di crisi dell’economia occorrerebbe stabilire nuove e più dinamiche relazioni tra le istituzioni e le parti sociali”.
Dopo l’istituzione del “Tavolo per il lavoro e l’occupazione” abbiamo pensato di sviluppare una stabile iniziativa finalizzata all’attivazione di un vero e proprio “Piano per il lavoro e l’occupazione dei giovani” che abbiamo voluto chiamare “Lavoro in corso”.
Molti enti e associazioni hanno messo in campo interessanti e utili iniziative per uscire dalla crisi, da Confindustria, con il manifesto “Pensiamo Basilicata” al Governo, con l’Agenda digitale, fino ad arrivare alla Regione Basilicata, con le proficue attività degli assessorati al lavoro e alle Attività produttive, e alla Camera di commercio con l’utilissima attività sull’agroalimentare e sulla dieta mediterranea.
Pensiamo che da Matera sia possibile ripartire per una nuova stagione di sviluppo e per un complesso programma politico/istituzionale che, se effettuato stabilmente e con continuità, potrà dare buoni frutti nel medio periodo”.
Il “Tavolo per il lavoro e l’occupazione giovanile” costituito dalle istituzioni locali, dal sistema delle autonomie locali, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni delle imprese e del terzo settore, presieduto dal Sindaco, si può dare importanti compiti:
• svolgere apposite iniziative per acquisire una più compiuta conoscenza delle caratteristiche quantitative e qualitative del mercato del lavoro della città di Matera;
• individuare gli spazi e gli sbocchi occupazionali e professionali, nonché le potenzialità per lo sviluppo di nuova imprenditoria e di imprenditorialità femminile e giovanile;
• l’utilizzo produttivo dei provvedimenti nazionali e regionali per l’occupazione e gli sbocchi libero-professionali autonomi e imprenditoriali;
• l’attività del tavolo può contribuire assolvere un efficace orientamento professionale, corsi di formazione professionale regolarmente collegati a reali sbocchi occupazionali, alta formazione per le libere professioni e per gli impegni imprenditoriali, nonché stipulare contratti di apprendistato che possono avere una ragionevole sicurezza di essere trasformati in contratti di lavoro a tempo indeterminato;
• con la specificazione delle problematiche della città di Matera l’attività del tavolo può essere di rilevante supporto all’azione degli organismi regionali e provinciali che hanno le funzioni e i compiti della programmazione delle politiche attive del lavoro.
La programmazione europea assegna alle città un ruolo di impulso allo sviluppo dei piccoli comuni che rientrano nei loro contesti territoriali.
Questo ruolo può essere svolto specificamente per le politiche attive del lavoro con una stretta collaborazione tra la Provincia e la città di Matera.
Il sistema regionale delle autonomie della Basilicata può organizzare una apposita iniziativa per una riflessione di carattere nazionale sull’attività per le politiche attive del lavoro.
Il tavolo deve definire un piano straordinario per il lavoro femminile e giovanile con l’utilizzo dei fondi strutturali europei. Tutto ciò può anche costituire un valido contributo alle strategie nazionali per l’occupazione.
A soli fini esemplificativi, quindi non esaustivi, si richiamano di seguito alcune iniziative sulle quali è possibile effettuare una azione congiunta.
Nel settore agroalimentare, nel tener presenti le grandi opportunità che si aprono per l’aumento della popolazione mondiale e per l’esigenza di rispondere a nuove necessità alimentari dei Paesi sviluppati (gusto, qualità, ecc.), grande importanza assume la filiera pane e pasta / slow food / e la filiera della dieta mediterranea come opportunità per vecchie e nuove produzioni e l’apertura di nuove aziende.
Petrolio: occorre uscire dalla strettoia estrazioni/royalities/compensazioni ambientali per ridefinire nel “memorandum” l’impegno delle compagnie a realizzare insediamenti industriali in Basilicata utilizzando le grandi infrastrutture disponibili.
Edilizia: il recupero e la valorizzazione dei Sassi con il rifinanziamento della L. 771/86 costituisce un obiettivo quantitativo e qualitativo di grande interesse. La continua esigenza di interventi manutentivi rappresenta la possibile stabilizzazione di diversi addetti (maestranze e tecnici professionisti) oltre che linfa per le attività di servizio dell’edilizia (commercio e artigianato).
Quanto all’attivazione di opere pubbliche, le istituzioni, a cominciare dal Comune di Matera, devono sentirsi impegnate a velocizzare i tempi di progettazione ed appalto delle opere applicando, per quanto possibile, la normativa che tende ad agevolare le imprese locali. I fondi rivenenti dal PO FESR 2007/2013 devono essere spesi nei tempi assegnati.
La qualità del territorio, della pubblica amministrazione, delle imprese costituisce un vero biglietto da visita della nostra comunità. Pertanto, è necessario costruire programmando e progettando la qualità della città e dell’ambiente in senso lato: programmi di sviluppo, programmazione urbanistica, qualità ed efficienza della pubblica amministrazione, assenza di criminalità sono ingredienti che definiscono un territorio ospitale ed attraente per nuovi cittadini e per nuovi investimenti. Tutto ciò può trovare una formale proiezione nella certificazione ambientale del territorio ed in quella sociale (SA 8000) delle imprese.
A rendere più attraente il territorio possono contribuire tutte quelle misure che snelliscono le procedure amministrative incentivando gli investimenti quali ad esempio la Zona Burocrazia Zero (ex-ZFU); sportello unico attività produttive (SUAP); servizi pubblici efficienti e di qualità; ovvero una qualità ambientale e della vita “europea”: smart cities and communities, energia pulita.
Sul turismo e la cultura si gioca una parte determinante del piano per l’occupazione: deve essere valutato complessivamente lo stato della ricettività della città e conseguentemente prese decisioni su nuovi investimenti per rafforzare l’infrastruttura e presentarsi sul mercato turistico nazionale ed internazionale con una offerta adeguata.
Si cominciano a misurare positivamente i risultati dell’attenzione e degli investimenti in attività culturali e ciò impone una strutturazione sistematica degli interventi che anche grazie al percorso di Matera 2019 potrà dare nuove e consistenti occasioni di lavoro soprattutto a giovani laureati e diplomati con una forte propensione al lavoro autonomo. Gli incentivi del PISUS finalizzati all’industria creativa costituiscono lo strumento immediato per ampliare l’offerta. Il sistema deve giovarsi di interventi specifici di formazione e di quella infrastruttura costituita dall’incubatore d’imprese di Sviluppo Basilicata inaugurato il 22 giugno nei Sassi.
Innovazione, imprese ITC, trovano nella città di Matera non una generica ambizione ma costituiscono una opportunità concreta considerato il progetto “Cittadella dello Spazio” che può offrire occupazione ad un numero cospicuo di addetti.
Lo storico settore industriale manifatturiero, il salotto in particolare, nonostante la crisi, deve trovare nuove occasioni di rilancio attraverso una forte spinta all’innovazione e alla creatività come dimostra il progetto MIM del Comitato di Distretto e del politecnico e dell’Accademia del design di Milano lavorando, ove necessario, all’aggiornamento dell’Accordo di Programma che attende di essere formalizzato.
E’ già iniziato da parte della Regione il lavoro per la programmazione del PO 2014-2020: siamo in tempo per impegnare, anche grazie all’esperienza di questi ultimi anni, molto meglio le nostre energie per elaborare proposte che rispondano appieno alle esigenze del lungo periodo.
Nel frattempo urge definire provvedimenti di sostegno e di lotta alla povertà utilizzando il FSE: provvedimenti virtuosi di assistenza sul modello del “servizio civile” per evitare le debolezze della “cittadinanza solidale” e dei “lavori socialmente utili”. Così come l’innovazione legislativa deve favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso contratto di apprendistato work experience, reddito ponte.
Esaltare le buone pratiche
L’istituzione Comune può e deve fare la propria parte per creare nuove occasioni di lavoro ad esempio attraverso il pieno e corretto utilizzo delle norme in materia di codice degli appalti così come attualmente strutturate dopo le innovazioni della Legge 106/2011.
La candidatura della città a capitale europea della cultura 2019 passa attraverso la qualità generale della città e l’offerta di servizi urbani su standards europei, occorre, pertanto, analizzare il dato di partenza sull’attuale qualità dei servizi pubblici offerti ai materani ed ai visitatori.
La quasi totalità dei servizi viene attualmente effettuata in forma diretta dal comune ovvero in appalto ma con caratteristiche quasi sempre di estrema rigidità dei capitolati di gara e di gestione.
Occorre, quindi, – ha concluso il sindaco – concretamente definire un quadro di azione comune su questi settori per ridare speranza e fiducia alle imprese e ai giovani. Abbiamo sul territorio un grande patrimonio umano che va messo a valore. E deve essere questa la priorità delle prossime ore per il Comune, per tutti gli enti e per le parti sociali”.
Salvatore Adduce, sindaco di Matera
Riportiamo di seguito la nota inviata sul consiglio comunale dedicato al tema “Lavoro in corso” dal Consigliere regionale del PD Luca Braia.
Ieri l’inaugurazione dell’incubatore d’impresa culturale nei Rioni Sassi di Matera riservata a giovani imprese creative, una formidabile idea di sviluppo inserito in un contesto naturale ed architettonico unico, irripetibile, di immensa suggestione e Patrimonio dell’Unesco, oggi sempre a Matera un dibattito importante in consiglio comunale aperto sul tema del lavoro e dei giovani.
Non credo possa ritenersi solo una casualità, ritengo che possa essere invece considerato un positivo incrocio di eventi rappresentativi di una vera e propria emergenza e di quella che può rappresentare
una potenziale, concreta soluzione.
Il 36 % di disoccupati tra i giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni del mezzogiorno d’Italia ed il 20% tra i 25 ed i 34 anni , rappresentano i dati più allarmanti di questa crisi pericolosa e profonda. Se è vero che non esistono soluzioni salvifiche e pur vero che le risposte e le soluzioni non possono essere solo di tipo istituzionali e politiche ma devono diventare soprattutto di tipo culturale.
In una società profondamente trasformata come quella attuale, i giovani sono passati da attendere le proposte di lavoro scommettendo sulla propria preparazione, atteggiamento che ha caratterizzato tutti gli anni ’80 e ‘90, a cercare una collocazione lavorativa in maniera sempre più difficoltosa, atteggiamento diffuso sino agli anni 2000. Nei giorni d’oggi, in cui la contrazione dei dipendenti della pubblica amministrazione ha frenato il turn over e le conseguenze della globalizzazione dei mercati ha ridisegnato completamente la geografia dell’economia e dell’occupazione, diventa assolutamente fondamentale e necessario per i giovani soprattutto, mutare ancora atteggiamento e porsi nella condizione di creare opportunità di lavoro.
Per creare ci vuole conoscenza, competenza, creatività ed un sistema pubblico efficiente e libero che ascolta e distribuisce opportunità e servizi, in grado di premiare e valorizzare le idee e la proposta. Strumenti efficaci come l’apprendistato, i tirocini formativi , i Piano di Insediamento Professionali, messi in campo dai governi nazionali e regionali, Basilicata in testa, rappresentano un paniere importante di possibilità ma non possono rappresentare di per sé la soluzione del problema.
Rigore e crescita devono assolutamente coniugarsi con investimenti e sviluppo, per rimettere in moto i consumi e quindi l’economia, ridare mercato alle imprese e fiducia alle comunità.
Stimolare e premiare le “interazioni e la progettualità dal basso” è un esercizio vincente che dobbiamo adottare, perché dà il giusto protagonismo ai nostri giovani sempre più intelligenti, culturalmente preparati ed inclini alla tecnologia ed all’innovazione; costruire contesti di partecipazione liberi ed accoglienti, incentivare la sperimentazione, stimolare ed incentivare il networking tra imprese storiche ed innovative, dare fiducia alle giovani generazioni .
Ritengo che se il “tavolo permanente per il lavoro e l’occupazione” ,definito con l’ordine del giorno presentato in consiglio comunale, saprà determinare le condizioni per condividere un progetto di futuro adottando criteri e princìpi ispirati a modelli innovativi di generazione di lavoro e puntando prioritariamente su settori strategici come turismo, agricoltura, energia ed ambiente, si potrà contribuire concretamente a svoltare la “curva della crisi”.
Luca Braia, Consigliere regionale PD
Riportiamo di seguito il documento letto in Consiglio comunale sul tema “Lavoro in corso” dal Consigliere comunale del PD Angelo Cotugno.
Come può il Consiglio Comunale di Matera discutere, in una sessione aperta, di lavoro senza il rischio di incagliarsi nella retorica dei fallimenti o delle occasioni perdute e sviluppare invece un dibattito capace di indicare una traiettoria ed elaborare una proposta che possa far riprendere proprio da Matera una questione che interessa tutto il meridione.
Il rischio di perdersi nell’analisi dei dati o nella elencazione delle situazioni di crisi è molto elevato e va assolutamente scongiurato mettendo in atto proposte concrete che devono contribuire alla elaborazione di una piattaforma per il lavoro.
I dati che sono elaborati da varie fonti indicano una condizione di drammaticità di fronte alla quale nessuna classe dirigente seria può più perdere tempo o può immaginare di presentare proposte generiche, fumose ed inconcludenti.
Le risposte minime che tutti si attendo quando si affronta il tema “LAVORO” sono : quanti posti di lavoro; quale lavoro; con quale prospettiva.
La complessità dell’argomento e la persistente situazione di crisi richiede non una risposta semplice ovvero semplicistica, tanto meno annunci o buoni propositi, piuttosto molto rigore e un’idea precisa del modello di sviluppo che si intende attuare per rispondere alle varie emergenze ed allo stesso tempo per attivare iniziative che favoriscano la ripresa ed il rilancio del sistema economico produttivo e sociale del nostro paese.
Nel materano negli ultimi anni sono state più volte affrontate situazioni di crisi che hanno negli anni cambiato il volto del sistema produttivo materano.
Abbiamo affrontato, cito quelle più grosse, molte vertenze : la crisi della filiera cerealicola che vedeva la città di Matera attiva in particolare nella produzione della pasta; quella della chimica e delle fibre in Valbasento; della Ferrosud a Matera e da ultimo quella del settore del mobile imbottito.
Si sono persi migliaia di posti di lavoro e si è perso un bagaglio di conoscenze e di professionalità difficili da recuperare. Tutte le vertenze hanno avuto però un importante elemento in comune.
Quelle crisi sono state tutte accompagnate da strumenti che provavano, spesso senza riuscirci, a guardare ad una possibile re-industrializzazione, riconversione o riorganizzazione del settore.
Ognuna di quelle crisi , in tempi diversi ed anche con modalità diversa, è stata gestita con la partecipazione ed in alcuni casi con la presenza diretta del Governo Nazionale, di quello regionale e dell’impresa. Una scelta che ha permesso di rendere il percorso più credibile e soprattutto creava un clima di cauta fiducia nella ripresa del lavoro e dell’occupazione .
Questa fase di crisi é invece caratterizzata dall’assenza di una qualunque prospettiva ovvero di un progetto capace di indicare una traiettoria, di far intravedere, a chi viene espulso dai processi produttivi, una opportunità.
Siamo infatti non in una fase di riorganizzazione, di re-industrializzazione o di riconversione, non in una situazione, se pur persistente, congiunturale bensì cè una vera e propria destrutturizzazione del sistema produttivo.
Il paese ha già perso importanti settori produttivi e rischia di perdere anche il settore dell’auto, della meccanica e dell’agroalimentare.
Prevale la logica del mercato, del costo o di un efficientismo di facciata il tutto per far prevalere il predominio dell’esclusivo interesse dell’impresa o peggio della sola logica del mercato e della finanza.
Anche il mercato del lavoro ha subito un notevole cambiamento che è stato motivato come necessario a rendere più moderno ed efficiente il sistema lavoro : flessibilità in entrata, flessibilità in uscita, poche regole, contratti territoriali o aziendali; un modello che ha prodotto solo precarietà e una incredibile subalternità del lavoratore e dello stesso LAVORO.
Invertire la rotta ritornando a parlare di lavoro vuol dire riportare al centro il LAVORO, il lavoro prima di tutto, la qualità del lavoro, la dignità del lavoro, il lavoro come elemento fondamentale per la emancipazione, per la libertà, per la mobilità sociale per lo sviluppo.
Ognuno deve fare la sua parte, le amministrazioni locali, il comune, la regione, il governo, le associazioni datoriali, le imprese, le organizzazioni sindacali , i lavoratori e le classi dirigenti di ogni settore.
Quale risposta può venire da un dibattito in consiglio comunale e quale stimolo può produrre questa iniziativa dipende quasi esclusivamente dalla tenacia e costanza con le quali dobbiamo attuare gli impegni che anche in questa sede si andranno ad assumere.
La cosa più sbagliata sarebbe non parlarne o peggio sarebbe quello di eludere il problema.
Chi protesta perché ha perso un posto di lavoro esercita un diritto e allo stesso tempo un dovere perché quel lavoro non è solo per lui.
Chi protesta quel lavoro l’ha acquisito, lo ha conquistato se lo è guadagnato ma ha il dovere di coltivarlo per lasciarlo al momento giusto ancora più robusto.
Chi protesta perché il lavoro non lo ha ancora, non si richiama solo un principio Costituzionale ma muove le coscienze nella direzione di un maggiore e serio senso civico, guarda ad una società inclusiva, guarda ad una società che deve offrire a tutti ed allo stesso modo l’opportunità di poter vivere dignitosamente,
chi protesta guarda al lavoro come alla principale opportunità di emancipazione e come il principio fondante di una società libera e civile.
Sarebbe sbagliato sottovalutare la portata della crisi o temere la reazione di chi la crisi la sta subendo perché ha già perso il lavoro, o perché ha un figlio disoccupato o inoccupato, o perché il suo salario non è più sufficiente, nonostante i sacrifici, a garantire un livello minimo e dignitoso di vita.
Per troppo tempo le classi dirigenti si sono nascoste dietro la crisi della finanza, l’11 settembre, la bolla speculativa dell’edilizia, dietro il necessario rigore dei bilanci, dietro l’aggressività economica dei paesi emergenti o più in generale dietro la cosi detta globalizzazione.
Per troppo tempo si è lasciato che potessero prevalere le logiche dell’individualismo a quelle collettive, quelle della singola impresa a quelle del sistema, quelle del rendimento immediato a quelle dell’investimento in innovazione, quelle della riduzione dei costi a quelle della valorizzazione del lavoro, dei lavoratori, delle professionalità e della ricerca.
Anche la parte più innovativa del paese si è lasciata irretire dalle logiche del mercato, in pochi anni anche il patrimonio culturale della sinistra italiana ed europea si é disgregato sotto i colpi del più sfrenato e impalpabile liberismo.
Le amministrazioni locali non hanno strumenti che possano incidere direttamente sulle regole che governano lo sviluppo e su quelle del mercato del lavoro. Le politiche di sviluppo sono proprie del governo nazionale mentre alle regioni sono delegate le politiche del lavoro e il sostegno alle imprese. E’ altrettanto vero però che il governo di questi strumenti deve necessariamente essere condiviso e coordinato e che le amministrazioni locali sono le prime ad essere coinvolte e spesso travolte dai bisogni dei cittadini.
La città di Matera, la sua classe dirigente ed il Consiglio Comunale ha il dovere quindi di avviare un serio approfondimento sulle politiche di sviluppo locale, sul rilancio dell’economia e sul lavoro. Lo si fa oggi in una seduta di consiglio aperta per riprendere una iniziativa in programma già da tempo e che il Sindaco ha fatto bene a rilanciare.
Non ci sono soluzioni preconfezionate, non ci sono annunci, non ci sono risposte miracolistiche. Deve esserci la consapevolezza che é necessario un lavoro costante, continuo, attento che deve coinvolgere tutti i protagonisti che sono in grado di dare un contributo.
Il luogo, lo spazio dove governare questi processi é la consulta sullo sviluppo locale ed il lavoro o come definito nella relazione un tavolo di lavoro. Devono partecipare il Comune di Matera, l’amministrazione provinciale, la Regione, la Camera di Commercio, le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, la rete del volontariato, quella del terzo settore e le consulte degli studenti.
Ognuno porta quello di cui dispone per condividerlo e per coordinare e rendere più efficaci gli interventi.
L’amministrazione comunale può contribuire a creare un clima ovvero un ambiente più fertile alla attrazione di nuovi investimenti o di iniziative che possono rendere migliore la qualità urbana.
In questo quadro vi é senza dubbio la riorganizzazione della macchina amministrativa che deve essere in grado di rispondere a qualunque istanza, dei soggetti che a lei si rivolgono, in un tempo accettabile.
L’amministrazione deve e può, come in parte sta già facendo, ridefinire gli indirizzi per la gestione di una serie di servizi : trasporto pubblico locale, asili nido, impianti sportivi, parcheggi, canile comunale, gestione del ciclo rifiuti, pubblica illuminazione, manutenzioni, verde pubblico; guardando alla qualità urbana, alla efficacia ed alla efficienza di strutture e servizi.
La attenzione sugli investimenti a partire da quelli previsti nei PISUS, che potranno o meglio dovranno anche essere rimodulati, deve essere una priorità anche alla luce di una serie di indicatori che confermano la città di Matera vocata allo sviluppo in particolare del turismo, del settore ICT e delle nuove tecnologie e della filiera agroalimentare.
La qualità urbana indispensabile a generare il clima ideale per l’attrazione di interesse e di investimenti deve fare leva sulla valorizzazione del patrimonio artistico culturale a partire da quell’immenso patrimonio rappresentato dai SASSI e dall’ambiente naturale che circonda la città : dal Parco della Murgia all’area intorno alla diga di san Giuliano.
Il valore della qualità urbana deve però essere determinato dal sistema di regole che stanno, tra le altre, nel regolamento urbanistico, nel piano strutturale, in quello della mobilità e nel modello che si dovrà meglio definire con il piano strategico.
Non potranno essere sufficienti queste azioni, che devono impegnare l’amministrazione locale, se non saranno accompagnate da quelle che devono impegnare regione, Governo nazionale e sistema imprenditoriale.
Il tutto comunque nella strategia che deve accompagnare il progetto di candidatura della città di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019.
Oggi più che mai é necessario un impulso capace di ricostruire e rilanciare un apparato produttivo in gran parte distrutto dalle “crisi” degli ultimi decenni.
I dati sull’occupazione che ci vengono forniti ci rappresentano una condizione di estrema criticità della nostra regione : disoccupazione, inoccupazione, apparato produttivo in agonia, settore agricolo in sofferenza.
Deve ancor più preoccuparci il dato che riguarda i giovani e le donne. I primi risultano sempre più demotivati e propensi ad andare oltre i confini di regione o nazionali non trovando opportunità e condizioni di lavoro dignitose.
Il dato dell’occupazione femminile indica invece una società in regressione che non è in grado di valorizzare il patrimonio e le opportunità che sarebbero offerte da politiche attive del lavoro che includono e incentivano sopratutto l’occupazione femminile.
Quello che l’amministrazione comunale può fare è in parte definito nella relazione ed è stato da me ripreso nella prima parte del mio intervento. Non è sufficiente e non risponde alla domanda quanti posti di lavoro, quale lavoro con quale prospettiva.
Insieme a partire dalle elaborazioni della consulta o tavolo, bisognerà rispondere ad una doppia esigenza quella di breve termine : sostegno al reddito delle famiglie, un reddito minimo per i giovani utilizzando anche il meccanismo del servizio civile e un sostegno alle attività produttive che propongono il loro rafforzamento nel nostro territorio attraverso l’innovazione di processo, di prodotto e la ricerca.
C’è poi un’azione che deve ridare dignità alla Regione ed alla provincia di Matera e questa passa attraverso un nuovo modello di sviluppo che deve necessariamente coinvolgere le compagnie petrolifere, tra le poche a poter effettuare investimenti e quelle che ancora oggi producono utili e profitti. Il Memorandum deve necessariamente contenere l’impegno ad effettuare investimenti industriali, come quelli che la stessa ENI sta realizzando a Porto Torres, a Marghera a Brindisi. La Basilicata in particolare la Valbasento ha quanto necessario per ospitare importanti investimenti industriali. Non può bastare l’aumento delle royalties, o l’elemosina della card carburante.
Matera può ritornare ad essere laboratorio ed incubatore, può proporsi come territorio di contaminazioni culturali e sociali, può essere il luogo di elaborazione di una nuova politica per il per il mezzogiorno e piattaforma tra l’Europa ed il mediterraneo. L’insieme generato delle azioni che ogni soggetto porterà può rappresentare non solo una risposta ma un progetto ed è quello che in questo momento ci vuole.
Angelo Cotugno, Consigliere comunale del PD
La fotogallery dedicata al consiglio comunale sul Lavoro in corso (foto www.sassilive.it)
braia, ovvero il festival delle ovvietà
PIU’ CHE DELLE OVVIETA’ E’ IL FESTIVAL DELLA VARIETA’….CE’ NE PER TUTTI I GUSTI NELLA GALLERY FOTOGRAFICA….NO COMMENT!!! QUESTI PARLANO DI OCCUPAZIONE SENZA RENDERSI CONTO CHE LORO SONO LA CAUSA DELLA DISOCCUPAZIONE E DELLA FUGA DI TANTI GIOVANI INNOCENTI CHE NON RIENTRANO NEL LORO FEUDO….