Leonardo Giordano, componente del Dipartimento Nazionale “Istruzione” Fratelli d’Italia, ha inviato una nota sulla questione del dimensionamento scolastico in previsione del Consiglio Regionale che martedì 7 marzo si occuperà di questo tema.
Il provvedimento che il Consiglio approverà domani riguarda in prima istanza l’anno scolastico 2023-2024 ma la Legge Finanziaria (L.n.197/2022)prevederebbe in Basilicata il passaggio da 115 a 84istituzioni scolastiche, a partire dall’anno scolastico 2024 – 2025, causa il continuo decremento demografico e la forte diminuzione di alunni. Ciò rappresenterebbe un disastro per la scuola lucana. Per meglio capire la portata del provvedimento e le responsabilità è necessario fare una breve cronistoria di come siano maturati certi orientamenti.
Antefatto: il Piano Nazionale di Recupero e Resilienza (PNRR) ha previsto delle risorse, per l’edilizia scolastica, per la cosiddetta “transizione digitale” e per il “riallineamento” tra regioni a “maggiore povertà educativa” (in genere quelle del Sud) e regioni a minore e più contenuta “povertà educativa”. In cambio il PNRR, come in altri settori, ha posto dei vincoli cogenti. Nel caso dell’istruzione ha preteso una «riforma dell’organizzazione del sistema scolastico». Si è parlato di 900 alunni, come numero minimo per costituire un’istituzione scolastica autonoma. Tutto ciò ha avuto origine, però, durante le varie fasi che hanno contraddistinto l’azione del governo Draghi nel recepimento delle vincolanti direttive Ue e dell’approvazione del PNRR.
Anche questo aspetto, tra i tanti altri, era alla base della richiesta di Giorgia Meloni di rivedere e modificare il PNRR, cosa sempre avversata da Gentiloni (Pd), commissario europeo, e dal centrosinistra nella sua interezza. Sul piano locale vi è, da parte del presidente della Provincia di Matera, Marrese, un vero e proprio tentativo di strumentalizzazione della questione, quando egli, ricoprendo l’incarico di presidente dell’Unione Province lucane e di componente del comitato dei presidenti designati dall’assemblea dell’Unione Province d’Italia (UPI) a partecipare alla Conferenza Interistituzionale Governo – Regioni – Province – Comuni, avrebbe potuto fare di più e in tempi (durante la discussione del PNRR) che consentivano più facilmente delle efficaci modifiche.
Ma voglio stare ai fatti: la Conferenza Interistituzionale Governo – Regioni – Province – Comuni più volte si è riunita nel 2021 per discutere del PNRR alla presenza dei vari ministri, esattamente per ogni settimana, a partire dall’8 aprile al 28 aprile 2021. Il 15 aprile era presente il ministro dell’Istruzione del governo “Draghi”, Bianchi (area Pd) ad informare la conferenza di ciò che il PNRR prevedeva in tema di istruzione. Per l’Upi erano presenti il Presidente De Pascale (provincia di Ravenna), il Presidente Menesini per la provincia di Lucca e, per l’Anci, il presidente De Caro, sindaco di Bari che adesso pure lamenta le restrizioni in tema di dimensionamento della rete scolastica. Questo organismo ogni anno si occupa pure di esprimere il parere sull’organico dei docenti e del personale ATA, il che indirettamente vuol dire esprimere un parere sulla rete scolastica nazionale così come dimensionata in base ai docenti e al personale programmato. (Seduta del 3 giugno 2021, parere favorevole dell’UPI).
Allore sorgono spontanei alcuni interrogativi: perché il presidente Marrese non si è fatto designare per parteciparvi? Ha sottovalutato la questione? Quale mandato l’UPI ha conferito ai due suoi rappresentanti partecipanti sul tema della “riforma dell’organizzazione” e del dimensionamento della rete scolastica e sull’organico dei docenti e del personale ATA?
Era quello il momento e il luogo più opportuno ed adatto per rimostranze e proposte migliorative, cioè quando il PNRR era ancora in discussione e non approvato, non ora. La deliberazione che ha approvato il Consiglio Provinciale il 28 febbraio e nella quale si chiede alle Regioni di impegnarsi in “conferenza unificata” a rivedere il parametro dei 900 alunni, forse è tardiva. Andava approvata a marzo 2022 e portata in Conferenza Interistituzionale quando si è parlato, alla presenza del Ministro Bianchi, di PNRR per la scuola. Oggi suona come un alibi per coprire ritardi ed omissioni.
Il problema è stato sollevato, in questi giorni, anche dal Dipartimento “Istruzione” di Fratelli d’Italia di Matera e provincia. Pronta è stata la reazione dei parlamentari lucani Senatore Rosa e onorevoli Mattia e Caiata cui il Sottosegretario On.le Paola Frassinetti ha fatto sapere per ora che il parametro di 900 alunni non si applica in senso assoluto ma va tenuto conto della media regionale fatta fra i vari istituti; il che ne ridurrebbe l’impatto devastante. Stanno comunque seguendo la vicenda, visto che dovrebbe partire dall’anno scolastico 2024/25 per agire eventualmente sul regime delle deroghe motivate. L’attenzione di Fratelli d’Italia, al governo, in Parlamento, attraverso gli eletti lucani, in Regione e nel Dipartimento “Istruzione”, è massima perché si comprende la gravità e la serietà del problema. Però su questo tema non sono ammesse tardive e demagogiche speculazioni, specie da parte di chi poteva fare di più e non ha fatto. Grazie dell’ospitalità,