Iniziativa di Confindustria Basilicata, Consigliere regionale Cifarelli (PD): “Merito di aver posto al centro temi che riguardano le imprese, il lavoro e le politiche di sviluppo del nostro territorio”. Di seguito la nota integrale.
A distanza di alcuni giorni, e terminata la giusta rilevanza mediatica, mi sembra opportuno tornare sulla iniziativa promossa da Confindustria Basilicata “La sfida del cambiamento e le nuove traiettorie di sviluppo sostenibile”. Va dato atto al Presidente Somma di aver riportato l’attenzione sui principali temi che riguardano le imprese, il lavoro, le politiche di sviluppo del nostro territorio e sulla volontà di indicare una strada lucana, ma che può tranquillamente riferirsi ad un contesto certamente meridionale se non nazionale.
La presenza di Ministri e di una nutrita presenza della classe dirigente lucana ha reso l’evento un momento vero di analisi e di confronto circa le grandi questioni che oggi attanagliano la Basilicata e l’Italia. Ecco, se volessi annotare la prima considerazione a valle della iniziativa, questa riguarda la necessità di riaprire un confronto virtuoso tra istituzioni e parti sociali in un vero spirito di concertazione. In una regione dai piccoli numeri, come la Basilicata, le classi dirigenti, se sono tali, dovrebbero avere consapevolezza del proprio ruolo ed ergere a prassi questo metodo. In questi anni, purtroppo, abbiamo vissuto l’anomalia proprio della mancanza di confronto, e di ciò ne sono piene le cronache. Un vero dialogo non c’è stato su tutti i più importanti atti di programmazione regionale a cominciare dal piano strategico regionale per continuare con il PNRR, sulla programmazione dei fondi comunitari 2021/27, sui fondi delle compensazioni ambientali. Eppure le sfide che gli anni ’20 del nuovo secolo, dalla transizione ecologica compresa quella energetica, alla transizione digitale ed a quella sociale imponevano innanzitutto al Governo regionale un atteggiamento di grande apertura alle istanze provenienti da ogni parte, dalla politica come dalle forze imprenditoriali a quelle sociali ed invece abbiamo assistito ad una chiusura ermetica da parte di chi, Bardi in testa, ha ritenuto di essere autosufficiente o, al più, facendosi aiutare da qualche professionista da lui stesso individuato o da società proveniente da fuori regione.
Inutili sono state le sollecitazioni che a più riprese abbiamo fatto anche come Partito Democratico tentando di mettere al centro e dentro la discussione esattamente metodo e contenuti.
E’ evidente come la mancanza di visione strategica porti con sé provvedimenti estemporanei, come ad esempio quello del bonus gas divenuto, come ampiamente segnalato, solo una occasione di autocelebrazione, che al più ti fanno sopravvivere, ma non rappresentano di certo motori di sviluppo. Ecco che il segnale di vitalità lanciato da Confindustria Basilicata così come in altre circostanze hanno fatto Confapi ed altre sigle datoriali, nonché i sindacati, rappresenta un elemento utile a risvegliare tutti dal torpore nel quale la Basilicata sembra essere adagiata. L’utilissimo contributo in termini di analisi e prospettive per la Basilicata va colto fino in fondo al fine di scuotere noi tutti per imprimere una accelerazione alla discussione sul come collocare la Basilicata nello scenario meridionale e come questo si rapporta con il resto del paese, con l’Europa e nei confronti di quel mercato naturale che è il bacino del Mediterraneo. Ed allora il tema della internazionalizzazione delle imprese, della formazione legata ai nuovi lavori, dei servizi di qualità (dall’istruzione alla sanità), della innovazione, della ricerca, della cultura non possono essere spot utili solo alla propaganda, ma diventano parti di uno schema complessivo al quale richiamare una unità regionale di fondo che, francamente, non c’è e non è stata neanche cercata. Appare evidente l’inadeguatezza al ruolo dell’attuale Governo regionale, ed appare altrettanto evidente la necessità di costruire la nuova offerta di un campo “civico, politico e democratico” che raccolga la sfida per recuperare un nuovo “senso di comunità” che restituisca la speranza soprattutto alle giovani generazioni.