Stellantis Melfi, Fiom Cgil: lavoratrici e i lavoratori anche questa volta non avranno il Ccnl dei metalmeccanici come tutti i lavoratori del settore automotive. Un decennio senza contratto collettivo dei metalmeccanici hanno portato precarietà, peggioramento delle condizione di salute e di sicurezza, poco salario e tanta flessibilità sull’orario di lavoro. Di seguito la nota integrale.
Persa nuovamente l’opportunità per le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis di conquistare il contratto nazionale dei metalmeccanici. L’azienda ha escluso la Fiom Cgil in quanto da tempo rivendica la necessità di superare il contratto collettivo specifico di lavoro che non ha mai dato risposte su occupazione, salario e condizioni di lavoro. A ciò si aggiungono tutte le conseguenze dovute al passaggio da azienda italiana a multinazionale, i cui interessi sono fuori dal nostro paese.
“La Fiom Cgil – spiega la segretaria generale Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita – durante la trattativa ha rivendicato l’importante ruolo del delegato dentro la fabbrica. La Rsu nel contratto collettivo nazionale del lavoro rappresenta realmente le esigenze dei lavoratori e contratta il miglioramento delle loro condizioni. È mai come adesso necessario superare un sistema di relazioni sindacali che non considera prioritaria la qualità della vita delle persone fuori e dentro le fabbriche, relegando i delegati in commissioni non decisionali, che non garantisce loro i diritti.
Allo stato attuale – prosegue – non è riconosciuto il giusto salario ai lavoratori, considerato il massiccio utilizzo di ammortizzatori sociali che perdura ormai da troppo tempo e ancora oggi attivo in tutti i siti italiani. A Melfi ormai è dal primo rinnovo del contratto collettivo specifico di lavoro che le lavoratrici e i lavoratori subiscono gli ammortizzatori sociali. A fronte delle flessibilità richieste da Fca prima e da Stellantis poi, l’andamento produttivo aziendale ha provocato un peggioramento delle condizioni di lavoro, tutto questo in assenza di una strategia del gruppo che possa rilanciare l’ occupazione con la saturazione degli impianti con nuove produzioni e con piani industriali che possano garantire la transizione ecologica, elettrica e sociale”.
Per Calamita “la precarietà della tenuta futura produttiva e occupazionale anche a Melfi, nonostante l’accordo del 2021 che prevede la produzione di quattro modelli elettrici, è l’effetto della mancanza dei necessari investimenti e dei ritardi accumulati sull’innovazione e sulla realizzazione di nuovi modelli a cui si aggiungono la crisi del mercato e le politiche industriali assenti dei Governi.
La Fiom unitamente ai propri delegati ritiene questo sia un capitolo negativo per la storia dei lavoratori – conclude – visto il peggioramento complessivo della loro condizione, senza possibilità alcuna di poter decidere sulla validità degli accordi che ricadranno sulle loro condizioni. Pertanto la lotta della Fiom Cgil a tutela dei diritti e per la garanzia salariale e occupazionale nello stabilimento di Melfi non si ferma. Il 14 marzo – annuncia – sono in programma gli attivi con i delegati Fiom della Stellantis di Melfi e un volantinaggio davanti ai cancello dello stabilimento dalle 13 alle 14”.