“L’alimentazione nei tumori dell’esofago, dello stomaco e nelle varici esofagee”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 93° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive
NEI TUMORI DELL’ESOFAGO
I primi sintomi di questa grave patologia sono rappresentati appunto dalle difficoltà alla deglutizione del cibo a causa della massa tumorale che occlude l’esofago, in termini tecnici si definisce disfagia; essa può essere più o meno grave in funzione dell’entità della massa che chiude il lume del viscere e della lunghezza del tratto interessato. La disfagia si presenta dapprima per i cibi solidi che sono più facilmente impattabili, come, ad esempio, la carne più fibrosa o compatta (come il petto di pollo), ma, persistendo la causa dell’occlusione, si estende gradualmente anche ai liquidi. Il cibo, dopo la deglutizione, ristagna a monte del tumore, si accumula e può rigurgitare nel cavo orale, cioè tornare indietro nella bocca spontaneamente, lentamente e periodicamente quando supera una certa quantità: questa è la differenza col vomito che, invece, è l’emissione improvvisa e violenta del cibo se c’è un qualsiasi problema a carico dello stomaco, in quanto espulso e sospinto dalla contrazione improvvisa della robusta muscolatura delle sue pareti innescata dai meccanismi che lo scatenano.Nei casi più gravi il cibo può determinare una chiusura completa del passaggio che può comportare, oltre alla disfagia, anche forti dolori retrosternali. Quando insorge la disfagiae\o il rigurgito, se il problema persiste per più giorni è bene che il paziente si rechi dal medico curante o dal gastroenterologo per procedere il più rapidamente possibile ai necessari esami diagnostici. Intanto, prima degli opportuni accertamenti diagnostici e poi terapeutici, in genere chirurgici, è opportuno che il paziente si alimenti con piccoli e frequenti pasti semiliquidi o liquidi a base di cibi frullati.
NELLE VARICI DELL’ESOFAGO
Queste patologie stanno diventando, negli ultimi decenni, sempre meno frequenti grazie ai progressi della medicina, specie con lo sviluppo dei farmaci antivirali che impediscono l’evoluzione di una epatite acuta o cronica verso una cirrosi epatica con tutte le sue conseguenze sia sugli aspetti metabolici che vengono svolti dal fegato, sia su quelli meccanici sul flusso del sangue che dal piccolo circolo va dall’intestino al fegato, dove, dopo l’assorbimento degli alimenti, scomposti in frazioni molecolari, ristagna a causa delle resistenze che si creano nella rete vasale intraepatica. E’ appunto questo aumento di resistenze che determina una dilatazione delle vene di tutto il sistema portale (o del piccolo circolo), che, in alcune zone, dove queste hanno una parete più sottile, come appunto nell’esofago, possono rompersi e determinare delle emorragie gravi che possono mettere a rischio la vita del paziente. Si raccomanda innanzitutto di evitare le bevande alcoliche che possono aggravare la malattia epatica essendo tossico per le cellule del fegato, aumentare ulteriormente le resistenze della circolazione e quindi favorire o aggravare le varici esofagee sino alla loro rottura.Inoltre gli alcolici possono avere un effetto irritativo diretto, locale, di tipo chimico, venendo a contatto con le pareti delle varici posizionate all’interno dell’esofago. Nelle varici di grosso calibro, con pareti sottili, e quindi particolarmente fragili, che in genere si presentano già con rischi prodromici di sanguinamento ancora prima di sanguinare, è consigliabile perciò evitare i cibi solidi che possono irritarle meccanicamente, a meno che non vengano masticati molto accuratamente.Inoltre sono da evitare alcuni cibi come le spezie (pepe, peperoncino), alcolici, cibi acidi, cioccolata, caffè, che possono irritare le varici da un punto di vista chimico e quindi favorirne il sanguinamento.
NEI TUMORI DELLO STOMACO
Innanzitutto parliamo di prevenzione di tale grave patologia. Per cercare di evitarla è importante l’alimentazione, gli alimenti da sconsigliare sono: la carne ed il pesce conservati salati o con spezie, sottaceti, sottolio, le carni rosse, i grassi, in particolare se molto abbrustolite, lo stress termico, il tabagismo. Queste accortezze debbono essere seguite in particolare nelle aree a più alta incidenza di tumore dello stomaco o quando ci sono casi del genere tra i familiari consanguinei, specie di primo grado.
Al calo dell’incidenza del cancro dello stomaco ha contribuito molto l’avvento del frigorifero che ha evitato molto il consumo degli alimenti conservati. Ricordo anche che tutta la carne e il pesce molto cotti ai ferri o sulla brace, quella abbrustolita per intenderci, sono da evitare; ovviamente si parla sempre di lunghi periodi, anni o decenni.
L’alimentazione consigliata per prevenire il cancro dello stomaco è la seguente: le carni bianche, il fegato (che contiene vitamina A, potente antiossidante), il pesce fresco, i latticini, il pane, la pasta, i legumi, la frutta, in particolare quella contenente vitamina C, che ha un forte potere antiossidante, come gli agrumi ed il Kiwi, oppure quella di colore arancio (che contiene vitamina A), le verdure a foglia verde. Importante è evitare lo stress termico da cibo, come bere delle bevande ghiacciate dopo aver bevuto liquidi bollenti, o viceversa. Infine è bene evitare il fumo che non è la causa principale del cancro dello stomaco, come invece accade per il polmone, ma può essere un cofattore. In genere i cibi consigliati e quelli sconsigliati sono gli stessi di quelli della gastrite atrofica che è la lesione precancerosa principale in questa patologia.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it