Francesco Castelgrande, presidente dell’Associazione Migranti Basilicata, in una nota esprime alcune riflessioni dopo l’incendio avvenuto nella serata di lunedì 13 marzo intorno alle 20,30che ha interessato i casolari in area Boreano in agro di Venosa e Montemilone. Di seguito la nota integrale.
Ancora una volta siamo stati profeti di facili sventure. Il 13 marzo grazie all’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri è stata evitata una tragedia. Soltanto venerdi avevamo segnalato che stanno arrivando i braccianti per le prossime campagne stagionali e l’accoglienza di questi lavoratori avviene attraverso gli alloggi di fortuna dei casolari in area Boreano in agro di Venosa e Montemilone. La Regione è totalmente assente ed il silenzio assordate circa l’accoglienza è surreale. Dopo le parole del Presidente Mattarella in occasione del 40° dell’UNIBAS restano lettera morta e “l’accoglienza concreta” rischia di diventare tragedia. Gli ultimi e i “superflui” sentono parlare solo di sgomberi e rimpatri. Ma dove devono alloggiare? A quando la realizzazione dei Centri di accoglienza di Boreano e Lavello? I soldi ci sono, i progetti a che punto sono? Non dovevano essere stati realizzati già nel 2020? A quando la posa della prima pietra? Ma come mai la Legge Regionale n. 13 del 2016 non è mai stata finanziata? La Legge Regionale pota come finalità “norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e dei rifugiati”. Perché il tema dei migranti si affronta sempre come emergenza e pertanto diventa un problema? La Legge Regionale n. 13 prevede all’art. 4 un Piano Regionale per l’Immigrazione. All’art. 5 prevede un Coordinamento delle politiche per l’immigrazione e attuazione del Piano dell’Immigrazione. All’art. 6 si parla di presenza di mediatori culturali e linguistici presso le strutture sanitarie, di interventi di formazione agli adulti per alfabetizzazione e perfezionamento della lingua italiana, è prevista la ristrutturazione ed adeguamento, nonché affitto, arredamento e manutenzione delle strutture abitative destinate all’ospitalità dei rifugiati da parte degli enti locali. All’art. 8 si prevede la Carta dei Servizi informativi. All’art. 10 è prevista la Consulta regionale per i cittadini stranieri e rifugiati che deve riunirsi due volte all’anno. All’art. 12 è previsto il Registro Regionale dei mediatori culturali. Non chiediamo cose stratosferiche, ma soltanto l’attuazione di una Legge che la stessa politica ha approvato e che non ha mai finanziato e non intende applicare. Questi uomini e donne che arrivano nel nostro Paese e nella nostra Regione hanno gli stessi diritti e la stessa dignità di tutti gli uomini del mondo secondo i criteri stabiliti dalla Carta Universale di diritti dell’uomo.
Incendio area Boreano in agro di Venosa e Montemilone, intervento dei Sindaci dei Comuni di Venosa e Montemilone.
Osservazioni Piano Sanitario Regionale.
I Sindaci dei Comuni di Venosa e Montemilone si uniscono al grido di allarme lanciato da Francesco Castelgrande dell’Osservatorio Migranti di Basilicata, affinché la Regione prenda seriamente in considerazione di finanziare, nel redigendo bilancio di previsione, la Legge Regionale n. 13 del 2016, che ha, tra le sue finalità: “norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e dei rifugiati”.
Un provvedimento, questo, non più procrastinabile, all’indomani di una tragedia sfiorata nella serata di ieri, 13 marzo, in località Stregapede, al confine tra Venosa e Montemilone, a cui hanno assistito, tra gli altri, anche gli stessi Sindaci recatisi in loco: tale evento impone la partenza anticipata di misure di prevenzione, rispetto agli anni scorsi, giacché i nuovi arrivi di cittadini extracomunitari, in linea con la media nazionale, sono in notevole aumento e di difficile gestione.
Per esempio – suggeriscono i Sindaci – sarebbe auspicabile un’apertura anticipata del centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio; un provvedimento che, tra l’altro, consentirebbe di non arrivare come sempre in ritardo alla prossima, sempre più vicina, stagione estiva.
Del resto, l’ordinanza sindacale che ha disposto la messa in sicurezza e la chiusura degli accessi da parte del proprietario del casolare interessato dall’incendio, è una soluzione che di fatto rinvia soltanto al prossimo caso, in un altro sperduto e abbandonato casale poderale.