Si è concluso oggi il giro di assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori di Acquedotto Lucano S.p.A..
Le assemblee erano state indette a seguito della proclamazione dello stato di agitazione dell’1 marzo per protestare contro la mancata convocazione da parte della Regione Basilicata.
“Come sindacati – affermani i segretari generali della Filctem – CGIL e della Uiltec – UIL Francesco Iannielli e Giuseppe Martino unitamente ai componenti la R.S.U. aziendale delle rispettive sigle sindacali – lamentiamo l’assenza di una reale concretezza rispetto al percorso annunciato e condiviso con l’azienda ormai diversi mesi fa. Assistiamo a un susseguirsi di continui rimandi dal punto di vista dei tempi di un cronoprogramma che avrebbe dovuto trovare attuazione, inizialmente, entro la fine del 2022 e, successivamente entro marzo 2023.
Ad oggi non abbiamo conoscenza – continuano i sindacalisti – della produzione di un atto che sia uno tra quelli vagamente esplorati ed annunciati dall’azienda nel corso degli incontri sul tema, e quindi non sappiamo se e quando si darà vita alla cosiddetta New-Co, non sappiamo come si procede in ordine alle annunciate possibili modifiche dello statuto, non abbiamo notizia alcuna sulla necessità e sulle modalità del trasferimento della concessione Egrib, non registriamo avanzamenti sulla discussione dell’eventuale nuovo modello organizzativo che, in maniera propedeutica, avrebbe dovuto preparare il terreno per il successivo travaso dei lavoratori dalla Old-Co alla New-Co, mentre abbiamo assistito a decisioni (o tentativi falliti grazie al nostro intervento) unilaterali e a dir poco discutibili su modifiche organizzative e stabilizzazioni di personale dirigente in assenza delle procedure normative previste.
Oltre a tutto questo assistiamo a un continuo “balletto di cifre” sulle necessarie coperture finanziarie che, lo ricordiamo, in parte dovrebbe assicurare la Regione Basilicata tramite lo stanziamento in legge di bilancio.
Siamo assolutamente convinti sulla necessità di attuare il tanto auspicato piano di risanamento e rilancio, ma continuiamo ad essere altrettanto convinti che l’attuale gruppo dirigente, lo stesso gruppo dirigente che in vent’anni ha condotto quest’azienda sull’orlo del baratro dal punto di vista gestionale, organizzativo e finanziario, insieme a tutto il servizio idrico integrato di Basilicata, non possa essere assolutamente capace di traghettare la tanto auspicata ripresa.
È alquanto evidente che l’attuale buon amministratore niuco di Acquedotto Lucano sia, nonostante in suo impegno e i suoi buoni propositi, sempre più un “uomo solo al comando”. Alcuni dirigenti hanno pensato bene di abbandonare la nave che affonda rifugiandosi in aspettativa, altri continuano a determinare il più assoluto stallo in una condizione che si aggrava giorno dopo giorno.
I lavoratori di tutte le sedi centrale e periferiche nelle assemblee ci hanno riconosciuto il merito di aver, intanto provato ad accendere i riflettori su una situazione ormai prossima al definitivo collasso, ma anche di aver formalizzato, con la proclamazione dello stato di agitazione, uno stato di agitazione interno (appunto) che vige ed è evidente ormai da tempo nelle loro coscienze.
Per le ragioni esposte- concludono – ribadiamo la necessità di spostare il confronto in sede istituzionale e continuiamo a confidare in una convocazione da parte del socio di riferimento per approfondire traiettorie e tempistiche di una fase storica e irripetibile. Diversamente saremo costretti a guadagnarci per altre vie la necessaria dimensione istituzionale di un confronto e non esiteremo ad avviare la procedura di raffreddamento e conciliazione innanzi al Prefetto.
È giunto il momento della concretezza e dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.