Sabato 18 marzo 2023 alle ore 18 in Piazza Vittorio Veneto a Matera le associazioni AGEDO Matera, RiSvolta e Matera Rumore che da anni si battono in difesa dei diritti LGBTQIA+ e delle famiglie omogenitoriali organizzano un presidio contro lo stop alla registrazione dei figli nati da coppie omogenitoriali. Al presidio sono invitati le istituzioni, le forze politiche locali, i sindacati, i cittadini e chiunque ritenga di sostenere la causa, perché è solo uniti che si difendono i diritti. Di seguito la nota integrale.
Dopo il caso del Comune di Milano, costretto ad interrompere le registrazioni dei figli nati da coppie omogenitoriali, in base a una circolare del ministero dell’Interno attraverso il prefetto, lo scorso 15 marzo si è consumato l’ennesimo delitto in ambito delle pari opportunità e diritti, ovvero la negazione del centrodestra al certificato europeo di filiazione.
La proposta dell’UE è quella di assicurare il riconoscimento dei diritti dei minori, ovvero che la genitorialità stabilita in uno Stato membro sia riconosciuta – senza alcuna procedura speciale – in ogni altro Stato membro, indipendentemente dal concepimento (che si tratti di figli di coppie eterosessuali, omogenitoriali, figli adottati o avuti con la maternità surrogata dove è consentita). In tutta l’Europa, salvo appunto alcuni paesi quali l’Italia, la Polonia, l’Ungheria, i figli di coppie omogenitoriali sono riconosciuti fin dalla nascita, senza dover affrontare lunghe battaglie per ottenere la trascrizione di certificati esteri o la stepchild adoption cioè l’adozione del figlio del partner.
Con il no al Governo, a non poter essere riconosciuti saranno quindi i minori figli di due padri che hanno fatto ricorso, dove consentito, alla maternità surrogata e ai minori figli di due madri che si sono affidate alla procreazione assistita all’estero, perché in Italia non è consentita alle coppie non eterosessuali, e che abbiano partorito in Italia. La misura non riguarda invece i minori partoriti da due madri all’estero, perché tutelati dalle sentenze della Cassazione. Nella pratica, tutti i minori che rientrano nei casi elencati potranno essere riconosciuti come figli di un solo genitore, venendo così esclusi da tutti i diritti civili, sociali e patrimoniali che derivano dall’avere due genitori sull’atto di nascita, compreso l’affidamento o l’eredità. La discriminazione derivata da questa misura è quindi duplice, sia nei confronti dei minori, sia dei genitori non ufficiali, che potrebbero vedersi negati dei diritti in caso di separazione della coppia.
Milano è solo uno dei casi in cui si registrano provvedimenti e proposte normative di questa maggioranza volte a comprimere, abolire, cancellare il riconoscimento di diritti. Il paradigma pare essere quello di allineare l’Italia a Paesi come l’Ungheria, dove alla negazione dei diritti corrispondono tassi di violenza altissimi e un clima sociale persecutorio ai danni delle persone LGBTQIA+.
Come ricorda Carla Garlatti, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, sui minori non dovrebbero ricadere le conseguenze delle scelte dei genitori e l’articolo 3 della Costituzione sancisce il principio di uguaglianza formale, per cui tutti i cittadini dovrebbero essere uguali davanti alla legge. Tuttavia, l’azione del governo sembra scontrarsi con questi principi, negando diritti fondamentali agli oltre centocinquantamila minori figli di coppie omogenitoriali che vivono in Italia.
Sabato si scende in piazza, a sostegno delle famiglie arcobaleno e a favore dei bambini, in segno di protesta, con un messaggio chiaro: “Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie – non arretriamo!”.