“L’alimentazione nelle gastriti e nell’ulcera gastroduodenale”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 94° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Vanno evitati i cibi grassi, le fritture, le carni rosse specialmente se cotte in modo elaborato perché questi hanno, già normalmente, un tempo di permanenza nello stomaco, prima di essere introdotte nel piccolo intestino attraverso il piloro, anche di 12 ore, possiamo quindi immaginare facilmente che uno stomaco la cui parete interna è infiammata per la gastrite e che, spesso, ha anche una motilità rallentata, fa ancora più fatica a svuotarsi se si mangiano tali cibi che possono permanere per periodi superiori alle 12 ore determinando così sintomi come il senso di pesantezza, il meteorismo, le eruttazioni, l’alitosi e a volte anche dolore.
Vanno evitati, inoltre, anche i cibi acidi quali ortaggi, pomodori crudi, condimenti acidi, frutta non ben matura, agrumi, in quanto il loro pH basso (cioè acido) irrita la parete interna dello stomaco già infiammata per la gastrite; questo anche nella gastrite atrofica, in cui lo stomaco produce poco acido cloridrico, e dovrebbero essere evitati in quanto possono essere lesivi su una mucosa già di base assottigliata e con difese diminuite.
Vanno evitate anche le spezie, come il pepe ed il peperoncino, per la loro azione irritativa locale, lo stesso vale anche per molte spezie di origine orientale e per aglio e cipolla che possono rallentare lo svuotamento gastrico. Vanno evitati anche gli alcolici, sempre per l’azione irritativa locale e perché possono stimolare l’ulteriore produzione di acido cloridrico, come sono da evitare anche il caffè e il cioccolato, potenti stimolatori della sua produzione. I vegetali e la frutta vanno mangiati con parsimonia (i primi prevalentemente cotti) in quanto, con la fermentazione, possono sviluppare gas che potrebbero aumentare il senso di peso e di gonfiore allo stomaco dopo aver mangiato.
Cosa può mangiare allora chi è affetto da gastrite?
Pane, pasta, riso, carni prevalentemente bianche, pesce, verdure o legumi cotti, formaggi, latte, latticini, frutta ben matura, dolci non grassi.
Importante è come si cucina: bisogna evitare cotture prolungate e preparazioni elaborate che aumentano lo stazionamento del cibo nello stomaco; per condire la pasta non si deve mangiarla necessariamente in bianco o condita solo con olio d’oliva (meglio evitare il burro) e parmigiano, ma si può usare anche del passato di pomodoro di breve cottura. Non sono controindicati i brodini, preferibilmente vegetali, in quanto quelli di carne possono stimolare la produzione di acido cloridrico; infatti i brodi chiarificati di carne, chiamati consommè nella cucina francese, in alcune cucine introducono un pranzo perché stimolano la produzione di acido cloridrico e quindi preparano l’ambiente gastrico alla digestione dei cibi.
La cottura ai ferri va bene, ma attenti a non esagerare perché, con la cottura prolungata alla brace, la carbonizzazione anche solo superficiale delle carni sviluppa delle sostanze irritative e cancerogene, quindi la carne alla griglia va mangiata, come si suol dire, “al sangue”!
Una regola importantissima è quella delle 5 somministrazioni di cibo al giorno (colazione, spuntino mattutino, pranzo modesto, spuntino pomeridiano, cena modesta), questo per permettere allo stomaco una funzione periodica e costante; concentrare la somministrazione del cibo a pranzo e\o a cena lo sottoporrebbe ad uno stress. In riferimento alla cena questa deve essere consumata non prima di tre ore dall’andare al letto, per evitare il peso allo stomaco durante la notte che potrebbe anche ostacolare il riposo notturno, ricordo infatti che il tempo di permanenza medio del cibo nello stomaco è di circa tre ore.
Infine ricordo la massima latina che dice: “prima digestiofit in ore”, la prima digestione deve avvenire nella bocca, bisogna masticare in modo completo, lentamente e deglutire il cibo solo quando questo è ridotto in poltiglia. Se qualcuno ha l’abitudine di mangiare frettolosamente consiglio di appoggiare la posata sulla tavola dopo ogni boccone e di riprenderla solo per prendere il boccone successivo; se ci si mette d’impegno, col tempo, si riesce ad imparare a mangiare adagio.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it