Si è tenuto nella sede della UIL Basilicata, l’attivo UILM del settore ferroviario dell’area industriale di Tito Scalo alla presenza di tutti i delegati e dirigenti delle aziende che caratterizzano le più importanti realtà industriali del comparto della nostra regione.
Si tratta di Hitachi, Eurosystems e Sme che occupano direttamente oltre 200 lavoratori e che stanno vivendo un momento cruciale per gli ingenti investimenti pubblici e privati, legati al concetto di mobilità o nuova mobilità, che sicuramente stanno determinando e avranno riflessi positivi per i siti lucani.
Tra questi, Hitachi rappresenta la “leva principale” del settore ferroviario lucano che negli anni, grazie anche alla UILM, si è innovata, ha cambiato pelle, spesso con scelte coraggiose che hanno consentito non solo il radicamento di questa importante realtà globale e la crescita professionale dei lavoratori ma anche lo sviluppo di un indotto di primo e secondo livello con la conseguente creazione di valore aggiunto e, dunque, di livelli occupazionali.
Ora dobbiamo governare i prossimi mesi e anni nel quadro del PNRR e dei relativi investimenti che comporteranno profonde modifiche per l’innovazione del prodotto. L’hub ferroviario di Tito ospiterà, infatti, nuove attività, di implementazione con quelle attuali, che potrebbero costituire un’opportunità ulteriore di crescita occupazionale e sviluppo per le comunità locali.
Esso, infatti, si caratterizza per una capillarità di insediamenti (insieme ad Hitachi) ben radicati sul territorio, come l’importante gruppo Elemaster con due plant, Eleprint ed Eurosystems, che occupa oltre 80 unità.
È necessario però non fermarsi, è necessario innovare, investire e integrare il proprio know how col nostro territorio.
In tal senso, auspichiamo che Hitachi sia leva di nuovo sviluppo ed accrescimento per la Basilicata ma è necessario che ognuno faccia la propria parte e, al contempo, che la SME, con i suoi circa 36 lavoratori, possa ancora accrescere il proprio valore industriale attraverso però scelte giuste.
L’area industriale di Tito, con Hitachi, Sme, il gruppo Elemaster, Leonardo e tante altre piccole e medie imprese, deve e può recitare un ruolo principale nell’innovazione, nel rilancio dell’intera economia lucana, anche per la nuova connotazione di area ZES che sarà certamente investita di nuovi progetti e di nuove missioni produttive.
Un’area certamente con una marcata connotazione ferroviaria ma che bisogna legare alle nuove prospettive, come ad esempio l’hub della logistica e soprattutto alle nuove tecnologie ed alla digitalizzazione: un hub ferroviario “digitalizzato” che dovrà offrire nuove opportunità di sviluppo ed occupazione, ma bisogna impegnarsi tutti a creare rete, sinergia, in quanto non bisogna dimenticare la presenza importante del CNR e del gruppo INDRA/MINSAIT/SMART P@PER al fine di dare un nuovo ed innovato “vestito industriale” all’area di Tito Scalo.
Anche la Regione dovrà, in questo, fare la sua parte perché le aree industriali del futuro non possono vivere nell’incertezza, tra l’Asi e l’Apibas, e dunque nella ombrosità della gestione e della sicurezza delle stesse aree.
Siamo fiduciosi che insieme all’intera amministrazione comunale, guidata dal sindaco Graziano Scavone, si possa scrivere una nuova pagina industriale per Tito Scalo, ed in ciò la reindustrializzazione del sito ex Firema, oggi TFA, attraverso il bando di reindustrializzazione che scadrà il 31 marzo, per noi è determinante come risposta alla sua chiusura ma soprattutto in termini occupazionali.
Siamo altresì fiduciosi che, questa volta, il nuovo bando di reindustrializzazione possa essere recepito, dall’imprenditoria locale e non, come una vera e propria opportunità, a differenza del flop del primo, al fine di rendere esigibile in primis la rioccupazione di tutti i lavoratori ex Tfa.