La processione della passione di Cristo a Ferrandina, origine e tradizione. Di seguito la nota di Enzo Scasciamacchia.
La processione della passione di Cristo a Ferrandina, come si svolge oggi, fu elaborata ed impostata nel lontano 1870 dal canonico Nicola Caputi, ed era limitata al Venerdì Santo, anche semolto spesso, durava fino al mattino successivo.
La statua veniva portata in processione senza bara, la prima tappa era presso la Chiesa Madre di Santa Maria della Croce, per poi approdare alla chiesa dei Cappuccini, dove tutti i fedeli attendevano, con devozione, l’arrivo dell’ Addolorata, per lo struggente incontro con il Figlio morto.
In origine l’antica effigie del Cristo era lignea e veniva custodita presso la Chiesa di Santa Chiara,mentre con la soppressione dell’ordine delle Clarisse, fu trasferita a quella di San Domenico nell’imponente convento la cui cupola sovrastante divenne il simbolo della città Aragonese, una chiesa ricca di opere d’arti e raffinati manufatti di falegnameria Sei-Settecentesca,all’epoca si decise di utilizzare una nuova statua in cartapesta policroma, realizzata nel 1897 dall’artista Salvatore Mariano, sulla base di un calco ottenuto dall’originale,dello stesso autore è anche l’attuale statua del San Giovanni.
La caratteristica processione, molto sentita e partecipata dalla Comunità, riporta le sue origini puntuale ogni anno, come puntuale ogni anno si rinnova la richiesta da parte di chi ne richiede l’intercessione ai propri supplizi tramite particolari voti, procedendo scalzi per tuttoil tragitto con il simbolo della propria richiesta tra le mani.
Un’altra caratteristica che ne testimonia la particolarità è quella del “Cirio” che precede la singolare processione, dall’alto della sua maestosità, portato a spalla da giovani devoti, una struttura realizzata da antichi artigiani improvvisati, ricchi di esperienza decennale, tanto da tramandare questo antico manufatto realizzato in prevalenza da candele, simbolo del “cero pasquale”, a più piani, decorato con fiori e nastri, a giovani promesse, che continueranno a rispettare e riproporre, l’antica tradizione negli anni a venire.