ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), Consigliere regionale Cifarelli (PD): “Dopo circa anno un’altra interrogazione consiliare sullo stesso argomento”. Di seguito la nota integrale.
Oggi ho depositato una nuova interrogazione sulla questione “Casa come primo luogo di cura ADI (Assistenza Domiciliare Integrata)” Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dopo averne fatta già un’altra su questo argomento in data 13 luglio 2022 e mi sono rivolto anche a S.E. il Prefetto della Provincia di Potenza per chiedergli di intervenire nei confronti della Presidenza della Giunta Regionale al fine di garantire la legittima funzione di controllo da parte dei Consiglieri regionali: non è più tollerabile che a fronte del fatto che il Consiglio regionale non svolga da tempo immemore alcuna seduta di attività ispettiva e che conseguentemente si è costretti a richiedere a norma di Regolamento risposta alle interrogazioni in forma scritta, il Presidente e la Giunta regionale trattano con sufficienza e superficialità le questioni sollevate dalla minoranza rispondendo con grande ritardo oppure non rispondendo affatto. E’ quanto dichiara il capogruppo PD in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli.
“La preoccupazione più che condivisa, balzata agli onori della cronaca e per la quale ho sollevato la questione più di un anno fa, per la possibile perdita di oltre 40 milioni di euro di cui la Regione Basilicata è destinataria per i prossimi tre anni (2023, 2024 e 2025) previsti dall’investimento M6-C1-1.2.1 “Casa come primo luogo di cura ADI” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Decreto ministeriale di riparto del 23 gennaio 2023) purché raggiunga il livello di copertura del 10% degli over 65 così come previsto dalla direttiva europea è emblematica di un atteggiamento di grave “strafottenza” perché rivolto al ruolo delle minoranze ma soprattutto danneggia la comunità regionale”.
La ragione per la quale si potrebbe perdere questo importante finanziamento, sottolinea Roberto Cifarelli, è legata al fatto che il Decreto di finanziamento stabilisce che “le Regioni e le Province autonome si impegnano ad erogare le prestazioni di cura domiciliare attraverso le organizzazioni pubbliche e accreditate ai sensi dell’art.8-quater del Decreto Legislativo n. 502 del 1992 e dell’Intesa Stato/Regioni del 4 agosto 2021 n. 151”.
Se si fosse ascoltata la nostra sollecitazione – mediante la quale incalzavo il Governo regionale ad approvare il Regolamento per l’autorizzazione ed accreditamento delle strutture private ed evidenziano che la procedura di gara cosiddetta “ponte” per l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare integrata si prestava al rischio di ricorsi proprio perché la nuova norma nazionale prevedeva l’entrata in vigore del sistema dell’autorizzazione/accreditamento – e si fosse rispettato lo statuto ed il regolamento del Consiglio regionale oggi, probabilmente, non ci troveremmo di fronte a questa situazione, aggiunge il dirigente del Partito Democratico.
Purtroppo, conclude il capogruppo PD Roberto Cifarelli, le mancate risposte alle interrogazioni consiliari sono numerose e molte riguardano il settore della sanità tanto da essere al limite di omissioni vere e proprie, questione speriamo si occupi celermente S.E. Prefetto di Potenza.
Anche di questo Bardi dovrà rispondere davanti al popolo lucano.