Controllo, contrasto informazione. Le tre leggi fondamentali per combattere e prevenire l’abusivismo nel settore Medico Veterinario. Da Matera un forte appello al legislatore per giungere alla definizione di atto medico veterinario, come indicato da norme europee.
Sono state queste le parole pronunciate nel corso del convegno di Matera, presso la Casa delle Tecnologie, il 25 marzo 2023. Un incontro sul tema “L’esercizio abusivo nella professione del Medico Veterinario”, promosso dall’Ordine dei Medici Veterinari di Matera, con il Patrocinio del Comune, FNOVI e ANMVI.
I lavori hanno visto l’introduzione della Presidente dell’Ordine, Filomena Montemurro che nel ringraziare i convenuti e i relatori ha evidenziato come il tema proposto nasca da un’esigenza dei giovani iscritti alla luce delle nuove sfide che accompagnano la Medicina Veterinaria nel nuovo millennio. Ha poi preso la parola Angelo Raffaele Cotugno, Assessore all’Innovazione della città, che ha posto l’accento sulla piena collaborazione con l’Ordine materano in merito allo sviluppo di alcuni progetti in itinere che potranno portare alla realizzazione di nuove applicazioni tecnologiche in grado di valorizzare il concetto di “One Health”.
Dopo questi brevi saluti istituzionali si è entrati nel merito del convegno, moderato da Eleonora Cesareo, giornalista RAI 3 Basilicata che ha introdotto i lavori e presentato per grandi linee le tematiche da affrontare. La prima relatrice della giornata è stata Laura Pennestrì, Presidente ANMVI Basilicata e componente del Direttivo dell’Ordine che ha evidenziato come l’incontro sia basato sulla necessità di approfondire i diversi profili di abuso nel territorio materano, un abuso molto grezzo e grossolano, a suo dire, che porta a sollevare alcuni quesiti, del perché ci sia una discrepanza tra il sospetto di abusivismo e i risultati cui
giungono le diverse indagini e infine su come ci si debba orientare oggigiorno su questa tematica.
Marco Melosi, Presidente ANMVI nazionale, ha cercato di esporre le diverse cause afferenti all’abusivismo, in particolare nel campo degli animali da compagnia. Infatti ha premesso come negli ultimi anni vi sia stato un forte aumento degli animali da compagnia nelle nostre famiglie comportando, di conseguenza, una maggiore sensibilità e attenzione da parte dell’opinione pubblica. Questa azione ha contribuito ad aprire nuovi aspetti in campo veterinario dando l’opportunità, a figure non qualificate, di occupare spazi ricadenti nel piano di studi veterinari. Non è certo facile dimostrare l’abusivismo, ha continuato il relatore, affermando come più volte l’ANMVI si sia battuta, con alterne vicende, per combattere il fenomeno. Infatti accade spesso, eccetto qualche caso, che la maggior parte delle denunce vengano derubricate ad offese minori. A suo giudizio la ragione di quanto accade è dovuto ad una assenza, ad oggi, di una definizione di atto medico veterinario da parte del legislatore. Un termine presente in diversi Paesi, europei e non, ma non presente nel nostro ordinamento, nonostante la Federazione Nazionale degli Ordini abbia definito tutto ciò nel 2016. La professione veterinaria, occupandosi di molteplici aspetti che vanno dalla cura degli animali, domestici ed esotici, alla sicurezza alimentare, offre un campo vasto e variegato che ben si presta alle mire di altre figure, non espressamente sanitarie. Così ritroviamo omeopati, naturopati, che applicano la Medicina non convenzionale sui piccoli animali, senza alcuna conoscenza del mondo animale; lo stesso dicasi per i fisioterapisti umani e psicologi che si occupano di problemi comportamentali degli animali. Tutti aspetti che potrebbero essere sanati qualora queste strutture siano sotto controllo e supervisione di un Medico Veterinario. Ma accanto a queste forme chiare del problema, occorre notare come spesso il mondo veterinario abbia un diverso giudizio sull’abusivismo, che ben si manifesta a seconda dei diversi ambiti coinvolti. Ad esempio in campo chirurgico non si grida allo scandalo quando un
tecnico effettua interventi sui suinetti; o quando la fecondazione artificiale dei grossi animali venga effettuata da tecnici fecondatori, al contrario di quanto accade nei piccoli animali dove è solo il Medico Veterinario ad effettuare l’intervento. Analogamente ci si stupisce se l’alimentazione degli animali sia seguita da agronomi e/o biologi; e nel campo dell’ispezione degli alimenti si ritrovino i Carabinieri del NAS. Ancora, si pensi al tema della profilassi, un atto prettamente Veterinario, sancito dal Regolamento di Polizia Veterinaria del 1954, dove si parla espressamente che ogni azione debba essere effettuata dal Medico Veterinario o sotto il suo diretto controllo. Così ci si indigna per quanto accade per le vaccinazioni effettuate dagli allevatori di cani e gatti, ma non per quelle fatte da tecnici nei riguardi di polli e pesci. Altro aspetto dell’abuso è quello legato alla strumentazione medicale, ovvero dispositivi medici che potrebbero essere venduti ed usati solamente da Medici Veterinari e che spesso sono appannaggio di personale non qualificato. Insomma la problematica per la sua complessità si presta ad una serie di visioni discordanti e credo che solo con l’applicazione in Italia della norma europea, relativa all’atto medico veterinario, si possa sanare gran parte di quanto emerso.
È stata poi la volta di Gaetano Penocchio, Presidente della FNOVI, che nel manifestare il proprio assenso a quanto indicato dai precedenti relatori ha sottolineato come la presenza di un animale in oltre la metà della popolazione nel nostro Paese abbia determinato un orientamento speculativo dei social sul mondo pet, tale da veicolare messaggi ingannevoli e distorti, creando così quella zona grigia dove più si manifesta l’abuso. Con la Legge n.4/2013, il legislatore ha voluto normare le Professioni non regolamentate – non rientranti in campo sanitario e dotate di un proprio codice deontologico -, con un duplice obiettivo, offrire una maggiore tutela alle persone e dall’altro evitare una competizione tra le Professioni già regolamentate, ovvero gli Ordini. Con la Legge Lorenzin, n.3/2018, si è creata una cornice normativa per il riconoscimento delle professioni del futuro in campo sanitario, riconosciute dal MISE, che devono rispondere alle nuove esigenze, senza interferire con quelle esistenti. Lo stesso Presidente ha poi posto la sua attenzione su di una possibile ingerenza di altre figure professionali nel campo degli animali da reddito. In particolare il benessere animale con i big-data, afferenti alla classyfarm e al sistema SQNBA (Sistema Qualità), ovvero la classificazione dei diversi allevamenti zootecnici in base ai dati rilevati. In questo settore cercano di inserirsi agronomi e agrotecnici, quando, in realtà, il concetto di One Health è prerogativa del Medico Veterinario, il solo in grado di avere competenze e un approccio complessivo sul tema. Perplessità ha espresso, infine, per quanto attiene alla possibilità di recepire la norma che definisca l’atto medico veterinario, in quanto vi sono difficoltà che si giunga ad una sua applicazione in campo umano. Al momento, occorre basarsi sulla responsabilità professionale dei Medici, la sola in grado di prevenire e migliorare la Medicina Veterinaria.
Ha preso la parola Vincenzo Nola, Direttore UOC Matera, che ha premesso come a seguito dell’invito a partecipare al convegno abbia effettuato una ricerca per raccogliere dati sull’abuso, segnalati dai colleghi, nel territorio provinciale. Con suo grande stupore non ha rilevato alcuna segnalazione. Partendo da questa constatazione ha quindi deciso di somministrare dei questionari, anonimi, ai diversi Medici Veterinari dell’ASM, in collaborazione con la Dott.ssa Paola Serio. Dalla rilevazione dei risultati è emerso come il fenomeno, pur destando particolare importanza nel 58% degli intervistati, per quanto attiene alla sicurezza alimentare e alla farmacovigilanza, non sia particolarmente diffuso per il 48% degli stessi. I sanitari hanno quindi sottolineato, con una percentuale del 68%, come l’abuso possa nascondersi nel mercato parallelo e illegale dei farmaci, tra i tecnici della fecondazione artificiale o tra i “praticoni”, ovvero quanti espletano alcune manualità in ambito animale. Quando poi si è passati alla voce di eventuali sospetti di abuso, il 50% ha sostenuto di aver immaginato qualcosa di simile, in alcune situazioni, poi nella realtà, nell’80% dei casi non ne ha riscontrato alcuna evidenza. In sintesi, ha concluso, si è evidenziato come non ci sia una reale percezione e consapevolezza del problema, forse perché connesso ad un errore di base, l’aver somministrato il questionario solamente ai dipendenti ASL, non coinvolgendo nel mini-sondaggio i liberi professionisti.
Sulla percezione del fenomeno è intervenuto il Maggiore Carmelo Marra, Comandante Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Potenza, che ha rimarcato l’azione di prevenzione del Corpo formato da Tecnici d’ispezione attinenti alla salute e ai farmaci, sia in campo umano che animale. Il relatore ha pienamente condiviso quanto detto in precedenza, sottolineando come la legge n.4/2013 abbia cercato di definire le altre prestazioni al di fuori dell’atto veterinario e poi con la Legge Lorenzin del 2018 si siano inasprite le pene. Per gli animali d’affezione ha ribadito come si effettuino controlli presso gli Studi Veterinari per riscontrare se il personale impegnato sia laureato, abilitato e iscritto all’Ordine, con il fine ultimo di evitare che persone non abilitate, possano inoculare farmaci in modo erroneo, così da far prefigurare non solo il reato di maltrattamento degli animali, perseguibile penalmente, ma anche prevenire eventuali rischi di trasmissione di zoonosi. Ha poi continuato la sua disamina sul tema dei controlli presso i titolari di farmacie veterinarie per evidenziare come spesso possano dispensare il farmaco e inocularlo agli animali; o ancora la loro azione di prevenzione si svolga nelle aziende zootecniche, al fine di evitare che allevatori, per risparmiare, si avvalgano di persone non laureate che somministrino antibiotici in dosi eccessive o sbagliate. Queste modalità possono determinare un invio al macello degli animali, senza il rispetto dei tempi di sospensione del farmaco, con inevitabili conseguenze sulla salute umana. Sul tema dei dispositivi medici ha ricordato, inoltre, come lo siano anche i Microchip dei piccoli animali e come tali tracciati, ad uso esclusivo dei Medici Veterinari, non certo degli allevatori. Altro abuso che porta alla indicazione di maltrattamento degli animali sono il taglio della coda e delle orecchie, oltre ad un uso improprio di antiparassitari specifico per animali d’affezione, che se utilizzati in una specie non autorizzata, come possono essere ad esempio i polli, si possono ritrovarne tracce nelle uova e quindi
finire sulla tavola dei consumatori. Occorre sensibilizzare la popolazione con apposite campagne istituzionali per evitare che il proprietario di animali si rivolga a strutture o figure non autorizzate a svolgere l’attività secondo le norme, e questo, in sintesi è la causa principale che ci spiega come mai non ci siano denunce, perché spesso si rivolgono, consapevolmente, a persone non autorizzate.
Il Colonnello Giuseppe Antonio Cardellicchio, Comandante della Guardia di Finanza di Matera, ha posto l’accento sull’azione trasversale del suo Corpo che interagisce con i diversi Organi Istituzionali e con gli Ordini, sul tema dell’abusivismo. Nel suo intervento, il relatore ha voluto sottolineare come le diverse azioni intraprese sul territorio vadano indirizzate alle modalità di controllo e distribuzione dei farmaci, rimarcando più di tutto il lato economico e quindi individuare azioni e profitti illeciti.
È stata poi la volta di Pasquale Imperatore, Presidente dell’Ordine Provinciale dei Farmacisti di Matera, che ha affermato come l’abusivismo crei un danno ai cittadini e ai professionisti, in parte risolto con la ricetta elettronica. Grazie all’introduzione del sistema elettronico si è riusciti a tracciare il farmaco, attraverso un suo uso corretto tale da giungere ad una farmacosorveglianza ottimale. Da indagini che ha effettuato sui suoi iscritti, non ha riscontrato segnalazioni di abuso riguardo la distribuzione di farmaci attraverso i normali canali di vendita: farmacie e para-farmacie. Questo perché queste strutture hanno una ispezione ordinaria e straordinaria da parte delle ASL, dei Veterinari, della Guardia di Finanza e dei NAS. A suo dire, come Ordine, la responsabilità vada riposta, in primis su ciascuno dei Sanitari, basandosi sulla loro professionalità, cercando di rimuovere quelle pubblicità ingannevoli e miracolose che ancora riescono ad abbindolare gran parte delle persone e quindi promuovere ancor di più una maggiore interazione tra i farmacisti e i Medici Veterinari.
Ne è seguito un breve dibattito tra i presenti che ha visto la partecipazione di Annamaria Guerricchio, che ha posto l’accento sui questionari
somministrati dalle ASL, rimarcando come manchi la consapevolezza sull’abusivismo in chi vigila che inevitabilmente ha una ricaduta su chi dovrebbe essere controllato, suggerendo di allargare la consultazione anche ai liberi professionisti, per farli ancor più consapevoli. Infine ha chiesto di effettuare maggiori controlli sui canali di approvvigionamento dei farmaci, alquanto aperti, grazie alle piattaforme digitali.
Laura Pennestrì a conclusione della giornata ha ribadito come il convegno sia stato molto proficuo per un confronto franco e chiaro tra i diversi attori in campo per superare le criticità che ad oggi hanno contraddistinto la nostra professione.