Piano Strategico Comune di Matera, intervento di Vincenzo Menzella (componente PD Matera, già componente la Direzione Regionale del Partito Democratico di Basilicata e già assessore ai Sassi del Comune di Matera).
Il PD materano torna a sollecitare la predisposizione di un Piano strategico che rimetta in fila tutti i temi che sono stati al centro della grande pagina di storia e negli eventi di Matera Capitale della Cultura Europea del 2019. Un partito di opposizione che ha alle spalle una lunga esperienza di governo sa bene che opporsi implica anche la responsabilità di condividere passaggi necessari della vita politica e amministrativa della città. Specie quelli che sono in sintonia con quella cultura del buon governo che non è stato facile finora apprezzare nelle pratiche della attuale Amministrazione comunale.
Il piano strategico implica visione e prospettive future. È l’orizzonte progettuale nel quale possono trovare legittimità e coerenza tutti gli atti di governo, riordino e sviluppo di un territorio. Il regolamento edilizio, la forma urbana, il piano strutturale ( se non vuol essere solo volumetria), i Peep e i Pip che definiscono le aree dedicate a insediamenti specifici, devono trovare respiro e valore in una lettura appunto strategica in grado di orientate energie, investimenti e scelte verso obiettivi virtuosi e di lungo periodo.
Il piano strategico fu uno delle priorità, da noi condiviso, della Amministrazione De Ruggieri.
Lo Svimez predispose una bozza che non trovò poi nella nuova Amministrazione i consensi necessari.
Intanto la stagione post 2019 declinava nel clima di rientro in un minimalismo amministrativo che si è appalesato privo di ambizioni. Clima che abbiamo tentato di contrastare rilanciando l’idea di una città più che mai chiamata a riprogettare il suo futuro. È stato così possibile ( e ne va ora dato atto al Comune) riprendere i rapporti con lo Svimez che è la preziosa ausiliaria del Governo e delle istituzioni territoriali nelle politiche di sviluppo per il Sud. Siamo così pervenuti ( ma attendiamo di registrarne gli esiti finali) alla vigilia di una nuova fase di riflessione e di confronto che sarà importante nel tracciare il terreno su cui si misureranno politica e istituzioni in vista delle future competizioni elettorali. Sarà tempo di verificare gli effetti delle esperienze di governo finora realizzate e di costruire scenari che diano alla vita di una città di valore universale piena coscienza delle scelte da compiere guardando alle future generazioni.
Un piano strategico non è per Matera una novità. Ci sono stati il Politecnico di Musacchio e successivamente la città Murgiana di Cuoco. Con diverse linee di lettura. Una interna a meccanismi di sviluppo di una città che si apriva a grandi cambiamenti, l’altra più vicina ad un riordino del disegno territoriale nel quale collocare Matera. Oggi siamo ad una sfida straordinaria forse irripetibile. Quella di ripensare la Città partendo dalle sue promesse mancate. Da quelle interne (esempio, Stadio ed ex pastificio e con loro le aree per insediamenti produttivi. Una occasione per immaginare un nuovo protagonismo del “pubblico” nel collocare funzioni strategiche, produzione e creatività culturale, innovazione e ricerca, nuova manifattura. Significherebbe immaginare un moltiplicatore che trasformi la città in un terreno per la sperimentazione del cambiamento sopratutto in settori che le sono storicamente congeniali. Si tratta di una grande opportunità.
La città va perciò chiamata a discutere e a vincere la distanza fra politica e istituzioni. Un blocco oggi drammatico.
Il piano strategico puo’ essere la occasione per rientrare nel grande dibattito nazionale. Dal quale siamo da remoto usciti. È una grande occasione. Non perdiamola.