Indagini sulla nomina ex dg Arpab Antonio Tisci, Fp Cgil: “Avevamo ragione. I vertici degli enti e delle aziende della nostra regione non possono rappresentare un campo di posizionamento politico. Si faccia chiarezza anche nella sanità”. Di seguito la nota integrale.
Le indagini della Procura della Repubblica sulla nomina di Antonio Tisci a direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata, stanno facendo emergere che avevamo ragione. Con un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica del Tribunale di Potenza avevamo richiesto di valutare se l’ex direttore generale dell’Arpab fosse in possesso di alcuni requisiti specifici di ammissione e da quanto emerge oggi dalle pagine del Quotidiano del sud in merito alle indagini, l’ipotesi di reato formulata dagli inquirenti è di “truffa per curriculum ottimizzato”.
Con il nostro esposto avevamo evidenziato come dal curriculum vitae di Tisci non risultasse alcuna esperienza gestionale e manageriale in aziende operanti nel settore ambientale, come richiesto dalla norma. Al di là della fattispecie di reato, quindi, è chiaro che Antonio Tisci non avesse i requisiti richiesti.
La necessità di fare chiarezza sulla nomina di Tisci si imponeva prepotentemente nel rispetto del ruolo fondamentale che l’agenzia per la tutela dell’ambiente esercita in Basilicata, dove le varie questioni afferenti al settore richiedono massima trasparenza, proprio a partire dalla nomina di chi è chiamato a svolgere una funzione direzionale per un ente così cruciale per il territorio, come si impone per tutte le nomine di competenza della regione. I vertici degli enti e delle aziende della nostra regione non possono rappresentare, come ormai ribadiamo da tempo, un campo di posizionamento politico, ma devono essere fatte in aderenza a tutti i requisiti normativamente richiesti per la direzione di enti strategici nell’assetto istituzionale della nostra regione, quali, ad esempio, le aziende sanitarie.
Sono mesi che Asp e Crob attendono la nomina dei direttori generali e conseguentemente dei direttori amministrativi e sanitari e i problemi che vivono sono sotto gli occhi di tutti, tra direzioni ad interim e commissariamenti di dubbia legittimità, con il risultato che la nostra sanità regionale si sta inviluppando su se stessa, con le gravi difficoltà scaricate su lavoratori e utenti.