Il PD Matera ha promosso questa mattina un incontro sul piano strategico comuanle nella sala convegni dell’hotel Nazionale.
Dopo gli anni di Matera Capitale Europea della Cultura e con ormai alle spalle la fase più tragica della pandemia, Matera ha bisogno di ripensarsi. Di ripensare il suo ruolo alla luce dei risultati ottenuti e trovare un nuovo tragitto, un nuovo percorso sul quale costruire e rilanciare la città dei prossimi 15 anni, la città del futuro. Un progetto in cui ogni cittadino possa sentirsi partecipe e possa dare il proprio contributo.
Al tavolo il segretario cittadino Luigi Gravela, il consigliere regionale Roberto Cifarelli e il consigliere comunale Giovanni Schiuma.
In prima fila tra gli altri il sindaco di Matera, Domenico Bennardi.
In sala tra gli altri i consiglieri comunali Cinzia Scarciolla, Milia Parisi, Pasquale Doria e Francesco Salvatore, l’ex sindaco Salvatore Adduce, numerosi esponenti politici del PD e di Volt Matera, già impegnati nelle precedenti amministrazioni comunali e il presidente dell’ordine degli Ingegnieri di Matera, Giuseppe Sicolo.
Michele Capolupo
Di seguito la relazione sul tema del consigliere regionale Roberto Cifarelli
Se non sai dove andare ti troverai certamente da un’altra parte (Aforisma)
Ecco, inizio con questo aforisma questa mia breve introduzione a questo nostro incontro. Lo riprenderò tra un attimo.
E’ dell’altro ieri il comunicato dell’Amministrazione che annunciava di aver incontrato Svimez e quindi la ripresa di un percorso interrottosi con l’Amministrazione De Ruggieri…e questa è una buona notizia. Come Partito Democratico, in questi due anni e mezzo di consigliatura, insieme a Carmine Alba, Gianni Schiuma e Tommaso Perniola, oltre che, ovviamente con il nostro segretario Luigi Gravela, nel nostro ruolo di opposizione non pregiudiziale alla maggioranza a guida 5 stelle, abbiamo provato a stimolare formalmente ed informalmente il Sindaco su alcuni temi a noi molto cari (con scarso successo, debbo dire, purtroppo, ma sono fiducioso che le relazioni possano migliorare), dalle questioni legate alle politiche sociali a quelle dello sviluppo della città, alla cultura.
E proprio sul tema di cui dibattiamo oggi, abbiamo provato ad essere da stimolo positivo convinti come siamo che una città ed un territorio vanno amministrate nel quotidiano, ma vanno governate nel medio/lungo termine individuando una chiara rotta che guardi al futuro.
Non voglio citare De Gasperi (ma lo faccio): Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione.
Ecco, senza che nessuno di noi osi paragonarsi a De Gasperi, penso che una classe dirigente che si definisca tale abbia il dovere di guidare la propria comunità verso il futuro, consapevole che nessuno può prevederlo con esattezza e che nessuno possa/debba pretendere di attuare politiche dirigiste lasciando fare, per quanto possibile, alle libertà singole e collettive.
Ecco, qui torna l’aforisma con cui ho aperto il mio intervento: se non sai dove andare ti troverai certamente da un’altra parte.
E aggiungo, se ti troverai da un’altra parte non è detto che sia un bel posto…dovrai prenderti ciò che ti capita!
E allora proviamo a riprendere un discorso ed un percorso che dopo gli esaltanti anni fino al 2019, pianificati a partire dal 2010, e conclusosi, appunto, con l’anno da Capitale, anche a causa della pandemia e poi del cambio di amministrazione, non ha più avuto un orizzonte, una meta.
Io penso che le sfide che ci attendono: la transizione ecologica, quella digitale, la transizione sociale, i cambiamenti insomma, per essere vinte hanno bisogno di coraggio e di visione. E questo lo si fa individuando nuove traiettorie di sviluppo che prendano il meglio dalle radici culturali che hanno portato Matera al riscatto passando da diverse fasi: dall’abbandono dei Sassi e delle chiese rupestri, al concorso internazionale degli anni ’70, alla legge 771 del ’86, alla consacrazione quale patrimonio Unesco del 1993, al premio di pianificazione urbanistica (sempre per i Sassi) del ’95, ed infine nel 2014 alla capitale europea della cultura 2019.
L’esperienza di Matera2019 si è ormai conclusa da tre anni.
Matera è la città italiana più apprezzata dai turisti, prima di città bellissime come Firenze, Roma, Napoli o Venezia. E’ quanto emerge da una valutazione della piattaforma preply che ha analizzato le recensioni su TripAdvisor.
E’ evidente, e ne siamo orgogliosi, che a partire dalla sua designazione (2014) Matera ha assunto un ruolo fondamentale nella rilettura dei territori periferici, riuscendo a far immaginare a molte altre cittadine del Mezzogiorno una ragion d’essere (vedi le diverse candidature a città italiana della cultura, ma anche la creatività messa in campo da diverse comunità locali…penso ad Aliano, a Rapone, a Colobraro, solo per citarne alcune). Ecco, ora va recuperato il meglio di quella esperienza e va rilanciata la funzione della città come modello e guida nel Mezzogiorno di una strada (ieri) inedita che è risultata visionaria e vincente.
Il piano strategico non è un piano per la città, realizzato dalla amministrazione locale, ma è un PIANO DELLA CITTA’, realizzato attraverso un processo di ampia partecipazione.Esso è dunque:
un PROCESSO VOLONTARIO che mobilita una pluralità di soggetti nella costruzione di una visione condivisa, definita a partire dalle rappresentazioni espresse dagli attori locali, che proietta la città in un futuro possibile;
un PATTO fra amministratori, cittadini, partner e attori diversi per realizzare tale visione con una strategia e una serie di progetti condivisi.
Il Piano Strategico della città:
privilegia le ANALISI PROSPETTICHE E DI SCENARIO
opera in una DIMENSIONE PRAGMATICA
si affida a processi di APPRENDIMENTO E REVISIONE interattivi e iterativi (ripetitivi)
promuove la CONSULTAZIONE e la PARTECIPAZIONE
valuta i progetti sulla base della loro COERENZA con la strategia
attribuisce rilevanza strategica alle FASI ATTUATIVE del piano
affida ai documenti di piano una funzione PERSUASIVA E PROMOZIONALE
Ecco, ad esempio, il primo documento che deve rifarsi al Piano strategico è il Piano strutturale; quello che definisce lo sviluppo urbano e urbanistico della città per i prossimi 15 anni. Penso, poi, al piano dei servizi sociali, socio-assistenziali, socio-sanitari e sanitari; penso poi, al piano del turismo; penso (ancora) al piano della mobilità (se penso a questo, immagino come potranno essere gli spostamenti delle persone tra 20 anni…ancora con le auto?…quindi la città va preparata ed attrezzata)…e via discorrendo (piano del verde, piano del rumore, piano delle infrastrutture culturali).
E per definire una strategia occorre capire dove siamo in questo momento; qual’è la fotografia socio-economica della città (e per questo va bene l’accordo con Svimez, ma probabilmente occorrerà un coinvolgimento dell’Università della Basilicata, di quella di Bari, del Politecnico…perchè occorre l’analisi, ma poi occorre anche la proposta)
Matera presenta una serie di punti di forza che fanno della città un luogo ricco di opportunità per attivare processi di sviluppo e di rilancio che possono fare da traino all’intera regione ed al Mezzogiorno.
Ma questo va inquadrato in un contesto particolare ed ancora più difficile del passato…con due premesse:
La prima
Credo che a nessuno sfugga che la popolazione invecchia e che la pesante riduzione della popolazione attiva condizionerà la crescita economica dell’intero paese e si manifesterà in maniera più accentuata nelle aree dove più marcato è il dividendo demografico negativo alla base dell’erosione della popolazione attiva.
La conseguente modifica strutturale della popolazione non potrà che condizionare lo sviluppo economico, con ripercussioni a cascata sul finanziamento della spesa pubblica in aumento per il maggior numero di pensioni e per l’assistenza sociale e sanitaria. Al 2065 in Basilicata saremo meno di 400.000 abitanti…e con questo occorrerà fare i conti!
La seconda
Il Piano Strategico non può essere disgiunto da quello della sua Provincia e di quel territorio più vasto che guarda a Matera. Matera non è caput mundi, ma vive in un contesto di relazioni storiche, sociali ed economiche ben precise…siamo il terminale della città metropolitana di Bari e siamo (e se non lo siamo, dobbiamo diventarlo) il caposaldo di riferimento del metapontino (che ha dinamiche di sviluppo molto interessanti) e la collina materana. E poi c’è la novità dell’area bradanica e dell’attrazione a Matera di quei territori fino a Melfi e del nuovo collegamento con l’Adriatico.
La prima cosa che mi viene da dire è che le connessioni con queste realtà sono fondamentali (penso alle infrastrutture materiali come ad esempio un miglior collegamento con l’hub di Bari -stazione e aereoporto- o alla chiusura dell’anello stradale Bari/Matera/Potenza (Murgia Pollino) con la Basentana, la 106 Ionica, la Matera Metaponto…tutto a 4 corsie). (e penso ad un sistema integrato dei trasporti ferro/gomma all’altezza dei tempi che viviamo -tempi di percorrenza e comodità-)
Non siamo ancora del tutto usciti dalla crisi del 2008 nonostante la ripresa del 2014/18; e la provincia di Matera ha pagato di più l’effetto della crisi perché Potenza vive più di pubblico impiego, mentre Matera vive di più dalle attività imprenditoriali…basti guardare la situazione del polo del mobile imbottito. Piccola autocitazione:
Con Mt2019 i cittadini hanno percepito tante cose buone, ma anche l’aumento dei prezzi di fitti e generi vari
E’ necessario pertanto proseguire nello sviluppo del turismo, ma guardando all’ottimale equilibrio tra turismo e qualità della vita dei residenti.
La Svimez chiede di attivare nel post MT2019 uno sviluppo “bilanciato e durevole”: bilanciato perché non limitato solo al turismo e alle attività creative; durevole perché inserito in una visione di sviluppo strategico i cui benefici devono essere appannaggio innanzitutto dei cittadini.
La qualità della produzione culturale materana si concretizza in due principali aspetti: 1) un binomio tra produzione locale e apertura alla scena internazionale; 2) un investimento sul capacity building degli operatori culturali.
Qui torna il tema del ruolo della Fondazione Matera 2019 (apro una parentesi a questo proposito e dico: chi negli anni ha costantemente criticato il lavoro svolto dalla fondazione in questi anni, farebbe bene oggi a tacere, anzichè continuare ad autocompiacersi attraverso analisi da azzeccagarbugli…ed ogni riferimento a persone realmente esistenti è voluto)
Ecco, Matera deve tornare o, se volete, continuare a curare e lavorare sulla propria immagine, la sua reputazione, sostenere il brand ed il suo posizionamento internazionale per accrescere la competitività.
Ancora alcuni spunti:
Sui beni culturali e la cultura – non possiamo consentire, dobbiamo evitare vicende come quello che io definisco lo stupro del Parco della Murgia Materana con lavori che non sono rispettosi dei luoghi e della storia; sui Sassi, dobbiamo riprendere la cultura della qualità del recupero, ripensare i Sassi tra quello che volevamo (Concorso internazionale degli anni 70 e conseguente impostazione dei programmi di recupero, e ciò che sono diventati oggi -alberghi, ristoranti ecc); Osservatorio Sassi / Piano Gestione Unesco; il rilancio della Biblioteca Provinciale.
Industria culturale e creativa: Zona Economica Speciale della Cultura (ZES Cultura)
Zona Economica Giovanile
I-DEA / Open Design school
Il ruolo della Fondazione Matera2019
Sulle aree ed attività produttive: E’ in atto la terziarizzazione del Paip e la
banalizzazione dell’area industriale di La Martella per RSA. Come si rilancia l’artigianato?…e il commercio?
La ZES è una opportunità per le tre aree industriali della nostra provincia (La Martella, Jesce, Valbasento)
Sulla città: Tre episodi che non possono rimanere tali ma che devono avere necessariamente una visione di insieme: Piazza della Visitazione, Via Annunziatella/Piazza dello Stadio/Stadio, Area di Piccianello/stabilimento ex Barilla. Dispiace che l’amministrazione non abbia favorito una più accentuata conoscenza e partecipazione della comunità;
il tema del periurbano e delle campagne.
E ancora, altri stimoli per la discussione ed il dibattito di oggi e dei prossimi mesi:
Il ruolo dell’università…
Gli studenti universitari lucani sono circa 21,5 mila di cui solo 5 mila studiano in Basilicata.
ritengo sia importante pensare alla internazionalizzazione del polo di Matera per farlo uscire dall’attuale afasia (corsi in lingua inglese); penso sia importante connettere la scuola con l’impresa attraverso l’attivazione di ITS (istituti tecnici superiori) …e penso ancora alla creatività, all’informatica connessi ai beni culturali….l’academy e la casa delle tecnologie (a proposito, a che punto siamo?)
Il welfare: la valorizzazione del capitale sociale e solidale della città, i servizi sanitari sociali e socio assistenziali.
Penso di aver messo un po’ di carne a cuocere. Consentitemi di concludere un po’ come abbiamo iniziato…all’inizio ho usato un aforisma e credo che in qualche modo ci siamo intesi sul senso di questo incontro e sulla direzione di marcia; ora fatemi concludere con Seneca per dire e dirvi ciò che tutti noi dovremmo fare:
Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo certamente orientare le vele (Seneca)
La fotogallery del convegno del PD (foto www.SassiLive.it)