Trasferimenti-trasferte Stellantis, sindacati Fim, Uilm, Fismic e Uglm: regna la confusione mediatica. Di seguito la nota integrale.
Purtroppo ancora una volta siamo costretti a fare chiarezza, vista la confusione mediatica ma soprattutto anche quella politica, date le interrogazioni parlamentari sul tema “trasferimenti”.
Ad oggi a Melfi, nessun lavoratore è stato trasferito verso il sito di Pomigliano, ma ci sono all’incirca 400 lavoratori in trasferta verso il sito di Pomigliano, ma anche in altri siti italiani ed europei del gruppo Stellantis.
Solo per chiarire: le trasferte sono uno strumento previsto da ogni contratto pubblico e privato del nostro Paese; inoltre le trasferte pattuite con il Sindacato in Stellantis sono tra le più alte dal punto di vista economico in Italia; ma questo non è il punto, le trasferte sono state definite utili all’interno anche dell’accordo del 25 giugno 2021 per rendere meno pesante l’utilizzo di ammortizzatori sociali nello stabilimento di Melfi.
Nel caso di specie dei 70, grazie al confronto sindacale, si è definito che lavoratori con ridotte capacità lavorative o con problematiche legate all’utilizzo di permessi 104 ed altro, fossero esclusi dallo strumento delle trasferte.
Certo, ad oggi, ogni motivo è utile per rivendicare un ruolo mediatico che offende chi, tutti i giorni, prova a governare una situazione certamente non voluta da noi perché il passaggio all’elettrico è stato definito dalla politica.
Oggi Melfi, qui sì grazie a noi, è il primo stabilimento italiano con un piano che vede la messa in produzione, già a partire da fine anno, di quattro vetture elettriche.
È da tempo invece che chiediamo a tutti grande senso di responsabilità, perché le quattro vetture elettriche a Melfi non bastano, bisogna ampliare quel piano industriale affinché si arrivi alla giusta saturazione dello stabilimento.
Pertanto il nostro appello è: basta con le polemiche sterili, proviamo tutti insieme a fare meno slogan e a concentrarci sui problemi reali.
La transizione a Melfi deve essere una opportunità, sul resto ci ha pensato una politica miope che ha messo all’ultimo posto il lavoro ed i lavoratori.