Sabato 15 aprile 2023 alle ore 15.30 nella sala convegni della Camera di Commercio della Basilicata in Via Lucana 82 a Matera è in programma il Congresso straordinario provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che avrà come motto “Và dove ti porta la Costituzione -Unità, Antifascismo, Rinascita”. La relazione politica introduttiva sarà a cura del Reggente Michele Petraroia a cui seguiranno i saluti e il dibattito, mentre i lavori saranno conclusi dal Segretario nazionale Vincenzo Calò.Al congresso, oltre agli iscritti, sono invitati a partecipare il Prefetto e il Sindaco di Matera, il Presidente della Provincia, il Presidente della Regione, i sindacati, i partiti, le organizzazioni degli studenti e le associazioni presenti sul territorio che si riconoscono nell’antifascismo e nella difesa dei principi costituzionali. L’ANPI è impegnata sin dalla sua costituzione a tenere alta la guardia contro i continui tentativi di riscrittura della storia da parte di chi -ora anche in posizioni apicali delle istituzioni- coltiva l’intento di assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza che, con il sacrificio di tanti partigiani, ha restituito la democrazia all’Italia, con la nascita della nostra Repubblica e la sua straordinaria Costituzione. L’antifascismo è roba d’altri tempi? E’ l’idea che qualcuno vorrebbe far passare. Ma, come ha ricordato Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’ANPI, qualche giorno fa a LaPresse:“Essere antifascisti nel 2023 significa fare una scelta modernissima perché mai come oggi i valori della Resistenza e dell’antifascismo che si sono incarnati giuridicamente nella Costituzione, sono attuali. Pensiamo alla libertà rispetto alle tendenze autoritarie, alla pace rispetto al disastro in Ucraina, alla solidarietà rispetto alle migrazioni, all’uguaglianza rispetto al boom delle diseguaglianze, al lavoro rispetto al precariato e non solo. Mai come oggi questi valori sono attuali. Essere antifascisti oggi significa impegnarsi in prima persona a difesa e attuazione piena della Costituzione repubblicana”.Dal 2006, l’iscrizione all’ANPI è aperta a tutti i cittadini antifascisti e dopo la conferenza d’organizzazione del 2009 si è rafforzata ed è presente in modo diffuso su tutto il territorio nazionale.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) venne costituita a Roma nel 1944 – mentre il Nord Italia era ancora sotto l’occupazione nazifascista – dai volontari che avevano partecipato alla lotta di Liberazione e, nei primi anni 50, avviò una campagna nazionale di sostegno ai partigiani, chiedendo il riconoscimento ufficiale del CVL come corpo appartenente alle Forze Armate. Esso giunse nel 1958 con la dichiarazione solenne che la Resistenza è stata una preziosa comprimaria, responsabile e organizzata, nel successo della lotta di Liberazione. Negli anni 60/90 l’ANPI è stata sempre attenta e presente su tutti i grandi temi nazionali e internazionali, con nette prese di posizione contro il terrorismo, le malefatte della loggia P2, la mafia e Tangentopoli.
Nel 2006, a seguito di un importante Congresso, l’ANPI, per non disperdere il patrimonio di valori ereditati dalla Resistenza, decide di aprire le iscrizioni anche agli antifascisti non combattenti che si riconoscono nei suoi programmi e finalità. Da allora, è incessante l’afflusso di giovani. Si lavora, a tutt’oggi, per assicurare la continuità tra i combattenti per la libertà, che per anni sono stati il nucleo fondamentale dell’ANPI, e le nuove generazioni. Oggi, gli iscritti sono rappresentativi, non solo di tutte le età, ma anche di ogni tipo di provenienza sociale e professionale, restando sempre alla base di tutto il trinomio Antifascismo, Resistenza, Costituzione. Così come l’antirazzismo e il presidio dei diritti umani sono un terreno di impegno e di lotta che vede l’Associazione promotrice di numerose iniziative in tutto il Paese.
Nel nuovo millennio l’ANPI è stata protagonista contro i gravi tentativi di modifica della Carta Costituzionale che portò al referendum del 2006 e, nel 2009, contro il tentativo di equiparare, con il progetto di legge 1.360, i repubblichini di Salò ai partigiani. Nel 2014, dopo due anni di impegno, c’è l’ottenimento dal Governo tedesco di atti di riparazione nei confronti delle vittime delle stragi nazifasciste del 1943-1945, oltre ad iniziative contro una irresponsabile riforma del Senato e una legge elettorale per altro contraddittoria rispetto a precise indicazioni della Corte Costituzionale. Inoltre, nel settembre 2020 c’è la firma di un protocollo col MIUR (Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca) per avviare iniziative di formazione alla cittadinanza attiva nelle scuole.
L’ANPI, in questi ultimi mesi, ha riconfermato il proprio giudizio negativo sulla riforma dell’autonomia regionale differenziata che rischia di allargare le diseguaglianze tra cittadini e territori e di rompere l’unità nazionale diversificando i diritti sociali e civili dei cittadini, aprendo ad uno stravolgimento della Costituzione antifascista e la preoccupazione per l’introduzione del presidenzialismo.
Oggi, attingendo dal passato, dalla Resistenza partigiana e dalla stessa Costituzione italiana, come scrive il Presidente Pagliarulo, occorre mettere in luce le crepe formatesi nel corso dei decenni all’interno della democrazia, riflettendo sui cambiamenti subiti dalla classe politica dal secondo dopoguerra a oggi e analizzando fenomeni come quello della privatizzazione della politica. Occorre una nuova narrazione della Resistenza, in cui la memoria del passato diventi guida per l’azione nel presente e stimolo per l’impegno civile. Occorre estirpare i mali che avvelenano il Paese e creano sfiducia, risentimento, rancore: la povertà, il declassamento sociale, la disoccupazione. Non c’è antifascismo senza lotta contro le diseguaglianze.