Giornata mondiale della poesia, Antonella Pagano protagonista alla Biblioteca della Camera dei Deputati. Di seguito l’intervista rilasciata per SassiLive.
Lei vive tra Matera e Roma, dove ha vissuto la giornata Mondiale della Poesia di questo 2023?
Sono socia della Fuis Federintrmedia, grazie al Professore Natale Antonio Rossi la Giornata, istituita dall’UNESCO nel 1999, è stata celebrata in forma comunitaria nella Biblioteca della Camera dei Deputati il 7 aprile appena passato. E’ tradizione solenne degli ultimi anni cui prendo parte. Un fiume di pensieri e parole che della poesia hanno sostanza virtuosa, che del dolore del mondo hanno il bagliore sanguigno e della Resistenza tutto l’ardire più nobile e variegato. E’ stato proprio il Prof. Rossi a dare inizio ai lavori, e per quanto tutti gli riconoscano la straordinaria vetta culturale e umana, ha saputo ancora sorprendere, affascinare e sollecitare la riflessione e i quesiti in ciascuno dei presenti, riporto alcuni Suoi passaggi. “Ero bambino alla 2’ Guerra Mondiale! Resistere per lasciare un buon ricordo! Il miglior ricordo che abbiamo è scritto, è la Costituzione! Dietro la Costituzione c’è tantissimo, importante è innanzitutto la differenza di opinione, ricchezza per tutti. Resistere restando ritti, in piedi, resistere per vivere! Resistere per creare futuro!” – Parole che cadono segnando l’anima e intimidiscono per il portato di consapevole indiscutibile saggezza. Intimidita, ma non per questo meno determinata, ho guadagnato il microfono, osservato le pareti dense di storici faldoni documentali, i mille volti con la poesia negli occhi e, prima che la voce divenisse rotta, ho preso a dire, a dare il coraggioso ‘Testamento di una resistente’ che si è andato scrivendo dentro al cuore quando mi è giunto l’invito con su’ specificato che la Giornata di questo anno sarebbe stata dedicata alla Resistenza. “Cadaveri ammonticchiati lungo le vie della conoscenza perduta. Ruminano angoscia e visioni di gioia improbabile. Miraggi irraggiungibili le luci che costellano l’era dell’Uomo. Oggi, esseri impalati percorrono sanguinolenti le vie del mondo. S’inchinano a regnanti paranoici lacerando vieppiù le carni e gli ultimi brandelli di spericolata suicida saggezza. Barbari senza ragione più che senza cuore…arso digià sulla pira dell’insolenza…poi ho cantato: questa notte ho fatto un sogno…ve lo voglio raccontar…fino a:….. a gesti perenni, parole perenni, le più vere ch’io pure abbia mai detto…ch’abbia mai scritto!…Ho colto un sasso, l’ho levigato, una donna, si, ho fatto il seme che fertilizzerà il nuovo mondo…lancerò questo seme…e se si conficcherà nel cuore di Dio…tra un anno germoglierà…d’una bandiera bellissima…questi alcuni passaggi del‘Testamento della resistente’!”.
Mi commuove la Sua profonda poetica che mentre narra morte e disperazione… sfodera un coraggio inaudito e…fiorisce!
In verità vorrei veder fiorire prati verdi infiniti e udire scampanii di pace! Sono state tante e di tutti i tipi le guerre vissute dall’Europa, oltre che dal pianeta, da quelle di famiglia a quelle di successione a quelle dei bombardamenti. E per venire alla Letteratura italiana, ai poeti, ai tanti scrittori di questa nostra Italia, poeti inascoltati come il genio abbandonato, il Prof. Rossi, ancora: “…siamo finanche aggrediti dalle forme editoriali; le selezioni prescindono dalla qualità, gli scrittori delle provincie non arrivano alla meta. La FUIS, intanto, propone i libri italiani al Mondo. Quanto alla lingua italiana, se nel 2018 era al 18° posto, oggi è scesa al 29° e, ove considerassimo che nel 2100 gli italiani saranno solo 30.000.000, la lingua italiana rischia, insieme ad essi, l’estinzione. L’azione costante e intensa ha portato la FUIS a cooperare con Pechino, con l’Università di Atene, Londra, la Romania e via di seguito, e va costantemente intensificando la diffusione dei testi degli scrittori italiani nel mondo; la FUIS ha finanche strutturato, prima ad avercela, una piattaforma che consente proprio questa diffusione”. Parole forti, parole vere, da Resistente operoso.
Quante emozioni?
Moltissime, senza dubbio un pomeriggio edificante. Una maratona di voci, un esercito di narratori, poeti, testimoni e tre magnifiche voci educate all’arte nobile del Teatro: Marianna Liguori, Antonio Scalici e Alessia Deligios, la determinatezza, l’autorevolezza e l’eleganza. Quindi Gina Scanzani, Antonietta Tiberia, Fabio Tirone, Valerio Balbo, Vito Bruschini, Sabino Caronia, Paola Cimmino, Tiziana Colusso, Anna Maria Diprino, Lara Di Carlo, Quintino Di Marco, Alberto Dionisi, Francesco Gui, Maria Iannelli, Antonella Iovinella, Vincenzo Lalia, Michela Turco, Livia Naccarato, Flavia Curatolo, Francesca Lo Bue, Antonia D’Oronzo Manno, Danilo Micheli, Andrea Lutri, Veronica Ana Parades, Salvatore Rondello, Paolo Rutili Dragonetti De Torres, Stefania Severi, Patrizia Boi, Maria Teresa Ciammaruconi, Daniela Costanzi, Candida Camarca, Carlos Cardoso, Domingo Notaro, Ginevra Mieli, Rossella Seller, Giovanna Del Vino, Mary Poltroni, Desire Massaroni, e Mariù Safier che ha chiuso con una lirica struggente e con la solida affermazione: la Poesia è resistenza civile.
Ci sta fornendo molte informazioni, cos’altro ha significato la Giornata Mondiale della Poesia di questo anno?
Ha profondamente e inequivocabilmente significato: far fiorire la Resistenza, e il fertilizzante sono stati i versi dei tanti scrittori convenuti nella speciale Biblioteca della Camera dei Deputati. Oltre i meravigliosi testi dei poeti, i tre attori professionisti si sono avvicendati nella lettura dell’elenco alfabetico dei nomi della guerra, ne cito alcuni: Guerra di aggressione, anfibia, guerra di annientamento, asimmetrica, batteriologica, chimica, batteriologica, civile, coloniale, commerciale, elettronica, etnica, industriale, meteorologica, psicologica, tribale…totale; quindi nell’elenco alfabetico degli aggettivi della Pace: amica, giocata, intima, fottuta, occidentale, orientale, ricercata….violenta! Ma ciò che ha messo i brividi anche alle pareti è stata la puntuale elencazione dei teatri di guerra con i numeri dei morti: Aceh: 12.000 morti; Afganistan: 50.000 solo nel 2020-2021; Algeria: 100.000 forse 150.000 e la guerra no è ancora finta; Burundi: sono ricominciate le guerre civili etniche; Brasile; 5.000 le vittime nelle guerre tra i cartelli della droga ed il governo; Colombia: 700 solo i morti negli scontri di questo anno; Congo; 4.500 persone morte nella cosiddetta Guerra Mondiale Africana; Costa d’Avorio: dopo un decennio di guerra civile, sono stati stipulati accordi di pace ma contrasti e conflitti non trovano ancora fine; Egitto: da alcuni anni il governo egiziano si scontra con gruppi di fondamentalisti islamici armati; Eritrea-Etiopia: 70.000 le vittime degli scontri Etiopia-Eritrea; Filippine: 150.000: i morti nella guerra tra l’esercito di Manila e i Militanti del Fronte di Liberazione Islamico dei Moro (MILF); Yemen: il paese più povero del mondo vede ben 21.768 morti nella guerra de suo Paese; Iraq: assiste ad una guerra tra l’opposizione e il Governo; Israele-Palestina; dopo oltre mezzo secolo di guerre e patti storici, di atti terroristici e di speranze di pace andate in fumo, il sogno di due popoli resta utopia; Libia: 2.500 le vittime del 2021 degli scontri a fuoco, esplosioni e rivolte; Kashmir: la rivolta del Kashmir alimenta una guerra per procura tra i due colossi asiatici Pakistan e India che dispongono anche di testate atomiche; Kurdistan: è da più di mezzo secolo che i Kurdi distribuiti tra Turchia, Iraq e Iran auspicano la nascita dello stato Kurdo, Il conflitto si sono aggravati a causa de conflitto in Iraq; Myanmar: 3.500 nelle 320 situazioni di conflitto; Nepal: 8.000 vittime n ella guerra tra guerriglieri maoisti del Nepal contro la monarchia costituzionale del re Gyanendra; Nigeria: 5.000 morti in una Nigeria divisa in ben 250 gruppi etnici-linguistici; Repubblica Centrafricana: 500 morti. A tal punto non saprei né potrei aggiungere alcunchè se non che: la produzione di armi opera in un mercato che, a livello globale, vale più di 2.000 miliardi di dollari, cifra chelievita diabolicamente per ogni nuova guerra. Dal 2011 al 2020 la spesa militare complessiva di tutti i Paesi del mondo è cresciuta del 9,3%. Solo la Cina ha registrato un incremento del 76% ed oggi detiene il 5,5% del mercato globale. Il 36% gli Stati Uniti (che ha una fortissima richiesta interna), il 21% la Russia, il 7,9% la Francia. L’Italia, che era seconda dopo il Regno Unito di Gran Bretagna, dopo la Brexit, con Leonardo, ha il primato in Europa. Le fabbriche di armi fomentano le guerre?! Prendo in prestito da Paola Cimmino alcune delle parole che ha elencato nella sua lirica, parole che terminano in ‘enza’: innocenza, insipienza, potenza, resilienza, convenienza, sapienza…violenza! Adesso credo davvero di non saper dire altro.