“L’alimentazione nella diverticolosi e nella diverticolite del colon”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 96° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive
Ricordiamo che per diverticolosi si intende una patologia da usura, molto rara nei giovani e molto frequente nell’età avanzata, caratterizzata dalla presenza di estroflessioni della parete del colon che si formano col tempo a causa delle pressioni interne che agiscono sulle zone di minore resistenza; per fare un esempio si ricorre spesso a quello di una camera d’aria che, col tempo, nelle zone dove è più consumata, a causa della pressione interna, forma delle protuberanze, delle estroflessioni appunto. Per diverticolite si intende l’infiammazione dei diverticoli e dei tessuti limitrofi che può arrivare, nei casi più gravi, anche alla formazione di ascessi e alla perforazione.
Dalle osservazioni epidemiologiche e dagli studi condotti su vasta scala si è dimostrato che nei paesi occidentali, in cui si mangiano poche fibre rispetto ai paesi asiatici, africani e dell’America latina, c’è una incidenza doppia di diverticolosi del colon; anche nei vegetariani la prevalenza di diverticolosi del colon è più bassa rispetto a chi non è vegetariano: il 12% contro il 33%. La motivazione è la seguente: la dieta ricca di fibre comporta delle feci più morbide con minore pressione interna nel colon, una dieta scarsa di fibre comporta la stipsi con un aumento delle pressioni interne e quindi con una maggiore possibilità di formazione dei diverticoli.
La prevenzione più efficace è quella di evitare la stipsi ed il metodo più efficace è una dieta ricca di fibre, che sono contenute nella frutta, nella verdura, nei legumi e in molti alimenti costituiti da cibi integrali (che contengano almeno un 30% di fibre).
Questo è un concetto molto importante perché, in genere, la gente, ma anche molti medici, hanno un preconcetto: che le fibre possano irritare meccanicamente i diverticoli e portare alla diverticolite. Non è assolutamente così, in quanto le fibre, stimolano la peristalsi del colon, favoriscono l’evacuazione e si è visto che il tempo di permanenza delle feci nel colon è la metà rispetto a coloro che si cibano prevalentemente di grassi, carboidrati e carni rosse; quindi le fibre prevengono la stipsi, che, comporta un aumento della pressione all’interno del colon,che a sua volta determina la formazione di diverticoli, o l’aumento di dimensioni di diverticoli preesistenti, che, a loro volta, possono infiammarsi e portare alla diverticolite. Una dieta ricca di fibre è ormai, da tutti i gastroenterologi, riconosciuta la prevenzione più idonea all’evolversi della diverticolosi. Un altro preconcetto da superare, che è prevalso per decenni, è quello che la frutta secca, le noccioline, i semi, i popcorn, possano riempire i diverticoli, ostruirli e quindi portare alla loro infiammazione: non è così, ci sono prove scientifiche che dimostrano il contrario!
Bisogna introdurre almeno 20-30 grammi di fibre al giorno, ma per raggiungere queste quantità, perché queste non diano problemi di meteorismo, bisogna farlo gradualmente integrando all’alimentazione quotidiana 3 grammi di fibre ogni 1-3 settimane, queste vengono calcolate o dalle fibre che si trovano in commercio in cui sono indicati i grammi, oppure più empiricamente, ad esempio calcolando che una tazza di cereali misti delle colazioni americane contiene circa 8 grammi di fibre, e 100 grammi di pane integrale nero contiene 6.5 g. di fibre. Un pane per essere integrale dovrebbe contenere circa il 30 % di fibre, ma in genere è molto variabile, spesso con valori inferiori per motivi di edibilità e tecnici, tanto che la media in 100 grammi è del 6-7 %. Ricordarsi che una dieta ricca di fibre necessita anche di liquidi, almeno 1,5-2 litri d’acqua al giorno.
Attenzione, ricordo che stiamo parlando di diverticolosi asintomatica e non complicata del colon. Diverso è il discorso quando si è di fronte ad una infiammazione dei diverticoli, la diverticolite, quando le fibre vanno evitate perché potrebbero aggravare l’infiammazione. Ma, appena la diverticolite è guarita bisogna ritornare, gradualmente, alla dieta ricca di scorie.
Si ricorda che quando si inizia una dieta ricca di fibre possono essere necessari anche dei mesi prima che la stipsi migliori e, se la dieta ricca di scorie non riesce da sola a risolvere il problema di una stipsi, come abbiamo già detto nel capitolo a questa dedicata, ci si può aiutare col Macrogol che non ha effetti irritanti sui diverticoli e non provoca assuefazione, al contrario della quasi totalità degli altri lassativi.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it