Riceviamo e pubblichiamo una riflessione culturale che intende scuotere la comunità locale inviata dal poeta satirico materana Roberto Linzalone.
Polo Sud, Polo Assurd
Ero alla presentazione del progetto “Polo Sud”, cultura – idee per il futuro – organizzato dall´ Editore Laterza nella sala giunta del Comune di Matera.
“Polo Sud vuole essere un cantiere in cui le idee migliori – anche molto diverse tra loro – vengano discusse nella prospettiva di chi guarda al futuro e costruisce il futuro. Attraverso le idee possiamo uscire da un eterno presente e recuperare la lungimiranza, essenziale per investire a lungo termine e assicurare un futuro ai nostri figli. Dobbiamo pensare “al” futuro e pensare “il” futuro.” (Editori Laterza)
In questa città cantiere si è assistito a una colata lavica di cemento che ci ha confusi con tante città d´Italia. Per una città laboratorio ci vogliono prima gli uomini e le idee. Ma dove sono? E se ci sono, la vecchia classe dirigente avrà la saggezza di dar loro spazio? Bisogna tornare a pensare non come hanno fatto i nostri padri, travolti dal ciclone del cambiamento, ma come facevano i nostri nonni, che piantavano gli alberi per i nipoti.
La città dei Sassi ha perduto in gran parte i suoi tradizionali connotati. Matera deve sanare la sua frattura, una interruzione della crescita verificatasi nel secondo dopoguerra. E´ necessario ricucire lo strappo che avvenne in un momento molto delicato: occorreva eliminare il divario socio-economico Nord-Sud che manteneva distaccato il Sud dal Nord.
Non spostando la traiettoria, ma proprio sul punto dolente, come il dito sulla piaga, l´intervento correttivo di Grazia Cormio dell´Associazione Tolbà, ha rispolverato il vecchio tema della discriminazione sociale, del rapporto centro-periferia, della cultura come bene per pochi: un dibattito abbandonato all´inaugurazione del nuovo quartiere de La Martella, fra le bandiere svolazzanti e le bandierine appese, con la bocca subito storta, a mo´ di un non ridente saluto. Tutto è rimasto lì come nei versi che i Sassi mi ispirarono nel 1977:
ciarlano lenzuoli la loro dipartita
fantasmi nelle bocche della città abortita
un mulo sul balcone di tufo
raglia quattro gloria al padre
con un fazzoletto di nubi attorno al collo
in un tombino
un gatto morto con la sgrinfia disillusa
io torno a casa
per i Sassi è storia chiusa
La sfida, lanciata dal dottor Giuseppe Laterza nella città di Matera, la vinciamo noi se, oltre al valore del bene ereditato, a un buon livello di sanità mentale in campo culturale, associamo il ricorso al sentimento, all´appartenenza, alla rivendicazione delle radici, all´orgoglio di essere materani. Ma parliamo noi oggi, tutti figli e nipoti di materani, oltre a molti figli di non materani. Ma dove sono i materani, oggi? Spesso ci ha risposto la poesia dicendoci che i materani erano quei fantasmi che abitavano o aleggiavano fra le bocche e gli occhi delle buie case abbandonate nei Sassi.
Il vuoto della tradizione si paga con gli emblemi fondamentali dell´abito cittadino.
La festa della Bruna commissariata con la Madonna e il carro, scortati come fossero in pericolo. E in pericolo sono!
E questa è la metafora della perdita dell´identità cittadina. L´altro aspetto fondamentale tocca il pane di Matera, ironicamente denominato “pane di Altamura”.
Un tempo presentare il pane di Matera era come presentare una carta d´identità.
A Matera manca un grande teatro, la Ferrovia dello Stato, l´autostrada, l´aeroporto. In compenso c´è un grande vuoto valutato più volte come un pregio, una risorsa da giocare che rinfresca il mito della Lucania terra fuori dal tempo, universalmente rivelato da Carlo Levi.
Mi hanno insegnato i miei grandi maestri poeti Michele Parrella, Leonardo Sinisgalli e Roberto Roversi, che a salvarci anche dalla cattiva economia, come spesso è accaduto, non sarà un economista, ma sarà la poesia.
La nostra carta d´identità è quel tufo caduto in una casa crollata nei Sassi.
Non c´è più tempo da perdere. Occorre combattere la chiusura mentale, il pensare che possiamo andare avanti solo noi stessi, senza collaborare. Di qui partono le nostre nuove idee, che sono antiche come la scienza che ha retto per millenni la nostra civiltà. Il restauro dei Sassi è un punto importante del programma di recupero. Ma è il restauro delle nostre coscienze l´operazione indispensabile che ci riguarda. La cura preliminare va rivolta al problema psichico e culturale che è nella nostra realtà, quel freno che mantiene immobili gli equilibri medievali. Laddove non trionfa la borghesia, ma prevale la porchesia. Quello che da tanto tempo è stato atteso, il Rinascimento, è invece diventato come un´eterna pena, il nostro Rincrescimento.
Roberto Linzalone