Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus, in relazione alle condizioni critiche in cui versano i Centri Dialisi degli ospedali di Matera e Tinchi: a Matera manca il personale medico e infermieristico, a Tinchi è necessaria una nuova struttura. Di seguito il testo integrale.
L’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Matera ha in dotazione quattro medici più il direttore facente funzione e ventuno infermieri, compreso la caposala, dispone di 24+2 posti dialisi complessivi distribuiti in quattro ambienti, oltre ad una sala contumaciale, ed ha in trattamento un centinaio di pazienti.
Da lungo tempo è assente una unità medica per congedo e l’ASM non ha mai provveduto alla sua sostituzione, mentre un paio di settimane fa si è dovuto assentare un altro medico per gravi problemi.
In pratica i medici attualmente in servizio sono tre, costretti a turni massacranti per garantire l’assistenza durante i due turni giornalieri di dialisi, mattina e pomeriggio, dal lunedì al sabato, l’attività di ambulatorio per i nefropatici esterni, la reperibilità per coprire eventuali emergenze, la gestione dell’attività di ricovero, organizzare la quotidianità perché i pazienti sono sempre più anziani e tante difficoltà sorgono per garantire un posto ai nuovi malati, gli interventi di fistola artero-venosa, le consulenze, la tenuta del registro regionale degli uremici e tanto altro ancora.
Il Centro Dialisi rischia il collasso, la carenza di personale non solo medico ma anche infermieristico è gravissima e ingiustificabile e mette fortemente a rischio la vita e la salute dei pazienti.
I pazienti sono preoccupati, avvertono che la situazione è difficile, vivono il peso di carenze e disagi ulteriori, hanno timore che una fatale disattenzione, dovuta ad un carico di lavoro inaccettabile, possa provocare gravi conseguenze, pur apprezzando la dedizione e l’abnegazione di tutto il personale che inevitabilmente deve arrabattarsi per tamponare il quotidiano.
Più volte abbiamo ribadito ai soggetti istituzionali che si occupano di politiche sanitarie la necessità di costituire un osservatorio regionale che valuti l’attuale situazione nefrologica e dialitica lucana, l’opportunità di creare una rete fra i medici di base, i distretti sul territorio, i centri diabete e le unità di nefrologia, intervenire sugli stili di vita considerati a rischio, sulla precoce identificazione della patologia, sul controllo delle complicanze, il bisogno di una assistenza socio sanitaria complessiva per una popolazione dialitica sempre più anziana, ma soprattutto gli sforzi maggiori vanno concentrati sulla presa in carico precoce del paziente nefropatico, che si è dimostrata essere associata ad un minor ricorso all’ospedalizzazione e ad una riduzione del rischio di morte.
È invece si attuano politiche di razionamento, tagli indiscriminati, si chiudono servizi e reparti spesso con una visione miope che fa dimenticare che in sanità, certo non bisogna sprecare, ma bisogna assolutamente investire, che tagli indiscriminati oggi, vogliono dire molte più spese in futuro, che negare servizi porta inevitabilmente alla richiesta di assistenzialismo.
Forse le prossime vittime di chiusura sono la nefrologia e la dialisi?
Secondo gli standard nazionali ormai largamente condivisi, tre nefrologi possono dializzare al massimo 30 pazienti, i restanti 70 pazienti dovrebbero dializzare fuori regione perché in Basilicata non ci sono posti dialisi disponibili.
Non c’è spazio per tutte le attività che abbiamo citato prima che fanno bene al paziente e al Servizio Sanitario Nazionale e Regionale: ciò significa negare la vita e la salute e scaricare sui malati e le loro famiglie i costi umani e sociali della malattia.
Quali iniziative intende attuare il direttore generale per assicurare la sicurezza dei pazienti e del personale? Come si potrà conciliare il diritto insostituibile alla vita con l’esigenza legittima del personale ad usufruire di qualche giorno di riposo, nella speranza che non si verifichino altre emergenze?
E’ una situazione inaccettabile dovuta alla colpevole inerzia di ASM e Regione.
Ma se Matera piange, il Centro dialisi dell’ospedale di Tinchi non sorride.
Dal punto di vista strutturale il Centro presenta grossi problemi: tre sale dialisi hanno spazi ridottissimi che riducono notevolmente gli interventi di manovra e i movimenti del personale, limitano la privacy e lo spazio vitale dei pazienti; in caso di urgenza se c’è da spostare un letto o una poltrona bisogna rimuovere tutti gli altri.
Anche i servizi igienici hanno dimensioni ridotte, non accessibili ai pazienti che hanno bisogno dell’uso della carrozzina.
Non esiste una sala di attesa per pazienti e familiari, una stanza per gli infermieri, un locale per il deposito di apparecchiature e carrozzine: queste ultime sono sistemate nel corridoio e negli spazi antistante l’ingresso nelle sale dialisi.
I medici sono ammassati in una piccola stanza, il deposito per il materiale di dialisi è insufficiente e poco attrezzato.
Sullo stesso piano, non molto tempo fa, sono stati ristrutturati dei locali che, con alcune modifiche, potevano essere destinati ad una sistemazione più degna del Centro Dialisi.
Invece, attualmente, gli stessi ambienti sono utilizzati come sede del distretto sanitario, per far fronte ad un’altra circostanza critica, mentre l’emergenza dialisi continua a essere trascurata e dimenticata.
Un Centro Dialisi deve operare nel rispetto dei requisiti tecnici, organizzativi e ambientali, con locali e spazi adeguati alla tipologia dell’attività e nei limiti indicati dalle vigenti norme in materia di sicurezza.
Anche il Centro Regionale Trapianti, che ha sede presso l’ospedale di Matera, presenta problemi di carenza di personale.
Il CRT oltre a svolgere tutte le funzioni definite dalla Legge 01/04/1999 n. 91, che disciplina il prelievo di organi da cadavere a scopo di trapianto terapeutico, gestisce anche l’ambulatorio regionale e il follow up dei pazienti trapiantati.
Una sola unità infermieristica è assolutamente insufficiente poiché i pazienti trapiantati seguiti in ambulatorio sono tanti circa 200, a volte presentano problemi complessi che richiedono più assistenza.
In caso di assenza dovuta a situazioni gravi o a particolari necessità, come si è verificato in questo periodo, si è dovuto come al solito rincorrere l’emergenza e trasferire un’infermiera che abitualmente collabora in un altro reparto.
Nel mese di marzo scorso abbiamo inviato al nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Matera e all’assessore regionale alla sanità una relazione su tutte le condizioni critiche presenti presso i Centri Dialisi di Matera e Tinchi e il Centro Regionale Trapianti: ad oggi aspettiamo ancora una risposta ed è impossibile avere contatti telefonici con i vertici dell’ASM: un comportamento che rivela indifferenza e insensibilità.
Matera, 28 giugno 2012 – Non si è fatta attendere la replica dell’ASM che smentisce in una nota le dichiarazioni dell’ANED. Riportiamo di seguito la nota integrale dell’ASM.
LE CURE EROGATE DALLE UNITA’ DI DIALISI DI MATERA E POLICORO SONO SICURE
In merito agli articoli apparsi su alcuni quotidiani di oggi, ispirati da una nota allarmistica dall’Aned, la Direzione Sanitaria aziendale precisa che le cure erogate dalle unità di dialisi dei PP.OO. di Matera e Tinchi sono sicure sia sotto il profilo prettamente sanitario sia sotto il profilo tecnologico.
In particolare il Centro Dialisi di Matera utilizza tecniche dialitiche innovative che hanno posto il Centro all’attenzione della comunità scientifica internazionale. La sicurezza è garantita dalla tecnologia –costantemente rinnovata-, dalla competenza degli operatori e da una corretta gestione delle attività quotidiane.
In merito alla carenza di personale, l’Azienda sta attuando le necessarie procedure concorsuali per l’assunzione di un nefrologo e di infermieri. Sono procedure già in corso, che tuttavia richiedono l’espletamento di attività selettive previste da norme precise.
“Il Centro Dialisi di Matera –afferma il responsabile dott. Francesco Casino- è assolutamente sicuro e dà ogni garanzia sulla qualità e sull’efficacia delle cure”.
Il Centro Dialisi di Tinchi presenta le medesime qualità del centro materano, con il quale è in rete per la gestione dei pazienti più complessi.
Sempre per Tinchi sono, peraltro, previsti lavori di miglioramento delle strutture d’accoglienza, già finanziati dalla Regione Basilicata.
“Matera e Tinchi –spiega il Direttore Sanitario aziendale dott. Andrea Sacco- possiedono strutture dialitiche di qualità e professionisti medici ed infermieri che assicurano la più ampia tutela dei pazienti. L’allarme è del tutto ingiustificato”.
Matera, 29 giugno 2012 – L’ANED precisa il contenuto del suo comunicato in una contro-replica inviata alla nostra redazione, che riportiamo integralmente: “La qualità della dialisi non è in discussione”.
La carenza di personale medico e infermieristico mette a rischio la vita e la salute dei pazienti.
Riguardo al comunicato stampa dell’ASM di questa mattina, ribadiamo che la carenza di personale medico e infermieristico mette a rischio la vita e la salute dei pazienti e la tranquillità dello stesso personale.
La qualità della dialisi e la professionalità degli operatori sanitari non sono mai stati messi in discussione.
Non comprendiamo le ragioni che hanno spinto l’ASM a spostare l’attenzione su questo argomento: nel nostro articolo del 27 giugno scorso non c’è nessun accenno relativo a questa materia, anzi abbiamo rimarcato l’abnegazione e la dedizione di tutto il personale, costretto a turni insostenibili.
Da sempre l’ANED lotta a difesa della nefrologia e della dialisi pubblica, che è fra le migliori al mondo, consideriamo il nefrologo il nostro “medico curante”, ma è indubbio e incontestabile che, nel nostro Paese, e nella nostra Regione, da molti anni, esiste una “questione nefrologica”.
Un settore che presenta tanti problemi che, in parte, abbiamo messo in evidenza nel nostro comunicato stampa con le relative proposte.
Problemi e proposte che abbiamo presentato per iscritto ai nuovi vertici aziendali dell’ASM nel marzo scorso, ricalcando esattamente il contenuto del nostro articolo.
Sarebbe stato sufficiente accettare la nostra disponibilità ad un incontro o gradire i nostri ripetuti e inutili tentativi di cercarvi telefonicamente.