“Riteniamo non più rinviabile un confronto con Stellantis per conoscere il piano industriale dello stabilimento e delle aziende della componentistica. La transizione elettrica non potrà avvenire con la riduzione degli occupati dell’area industriale di Melfi. È fondamentale prevedere un piano straordinario per l’automotive, investire su sistemi produttivi e prodotti ecosostenibili, prevedere sostegno al salario, nuovi ammortizzatori sociali, forme di mobilità per raggiungere le condizioni pensionistiche, investimenti sulla formazione per l’acquisizione delle nuove competenze e creare nuove opportunità che derivano dalla transizione tecnologica”. Lo ha detto la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, ascoltata oggi in audizione dalla XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, congiuntamente con la X Commissione Attività Produttive. La delegazione della Fiom Cgil Basilicata è intervenuta sul futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi e del suo indotto, esponendo la situazione di crisi dell’area industriale di Melfi.
“Chiediamo – ha aggiunto Calamita – che si fermi il processo di efficientamento e di riduzione dei costi che sta già producendo i suoi effetti pericolosi sulla tenuta occupazionale dello stabilimento e dell’indotto di Melfi, provocando diversi licenziamenti, il ricorso alla somministrazione e l’utilizzo massiccio del contratto di solidarietà. Chiediamo che ci sia una politica che governi la transizione nel settore automotive e in particolar modo, che ci siano investimenti anche sulla ricerca, affinché si possa salvaguardare occupazione, industria e salario, sperimentando la riduzione dell’ orario a parità di salario, migliorare le condizioni di lavoro, carichi di lavoro, salute e sicurezza”.
Calamita ha ricordato che “la capacità produttiva degli impianti dello stabilimento FCA Melfi era nel 2014 di circa 1500 vetture al girono, il livello occupazionale di 7000 lavoratrici e lavoratori. Oggi si è scesi ad una capacità produttiva giornaliera di 1200 vetture al giorno e con un livello occupazionale di circa 6000 lavoratrici e lavoratori. È in corso l’utilizzo del contratto di solidarietà che terminerà nel prossimo mese di agosto. L’accordo del 25 giugno 2021 ha previsto la transizione della produzione da vetture con motore endotermico a 4 vetture elettriche. Nell’accordo è stato definito l’utilizzo del contratto di solidarietà per fronteggiare la transizione tecnologica ed ecologica, la modifica di impianti per la produzione di 4 modelli di auto elettrica che dovrebbero cubare all’incirca la stessa produttività e quindi la garanzia della tenuta occupazionale di tutta l’area industriale che comprende anche tutte le aziende della componentistica.
A oggi – ha aggiunto la dirigente sindacale – non si ha traccia dell’impegno industriale che Stellantis ha tenuto con le organizzazioni sindacali in quanto la situazione denunciata da troppo tempo dalla Fiom Cgil rispetto alla tenuta occupazionale per tutta l’area industriale, non è superata, rischiando di diventare un grosso problema sociale per la regione. Le lavoratrici e i lavoratori dell’aerea industriale di Melfi ormai da troppo tempo subiscono gli ammortizzatori sociali. Il rischio di perdere il posto di lavoro è diventato ormai un fatto reale, Stellantis continua a fare efficientamento, modificando e peggiorando l’organizzazione del lavoro, degli orari, dei turni, dei riposi, con incentivi all’esodo ormai di oltre 1200 lavoratori circa, lavoratori obbligati a trasferta in altri stabilimenti, situazione precarie di sicurezza e salute in tutto lo stabilimento. La percentuale delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento Stellantis e dell’indotto che hanno superato l’età anagrafica di 55 anni è molto alta, inoltre sulle linee sono presenti molti lavoratori dalle ridotte capacità lavorative. A questo si aggiunge il rischio di tenuta delle aziende della logistica e dell’indotto: organizzate in sistema di appalti e subappalti per rispondere alle logiche dei costi della committente Stellantis, oggi stanno subendo le operazioni di insourcing produttivo che ha l’effetto di far rientrare le lavorazioni dentro lo stabilimento Stellantis e i lavoratori licenziati. Le aziende della componentistica che hanno partecipato alle gare di appalto per l’acquisizione di commesse per le nuove vetture elettriche produzione che partirà il 2024, non hanno avuto un riscontro da Stellantis e il rischio per la tenuta occupazionale dei lavoratori impegnati nell’indotto è estremamente alto. Per tutte le aziende della componentistica e della logistica si prevede la scadenza degli ammortizzatori sociali per il mese di agosto del 2023”. A margine dell’audizione, la Fiom Cgil Basilicata ha poi sottolineato l’assenza oggi in Commissione di Stellantis e ha giudicato positivamente la firma dello stato di crisi da parte del governo per l’area industriale di Melfi: “Un primo risultato – ha detto Calamita – raggiunto grazie al sindacato che chiesto l’apertura del tavolo ma che non possiamo ritenere sufficiente rispetto a un processo che va governato rispetto al quale è improrogabile l’apertura del confronto su Stellantis sul piano industriale”.