La Camera Penale di Basilicata aderisce all’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale proclamata dal 19 al 21 aprile dall’Unione Camere Penali Italiane con delibera del 27 marzo 2023.
I penalisti italiani ribadiscono senza riserve il proprio apprezzamento, la propria condivisione ed il proprio sostegno verso le idee riformiste del Ministro Carlo Nordio, ed alla figura di giurista ed intellettuale liberale quale egli certamente è, ma non possono più oltre ignorare come quelle idee e quei propositi riformisti appaiano osteggiati ed interdetti dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerli.
La politica della giustizia in questi primi mesi ha assunto i connotati propri di un giustizialismo populista.
Carcere, intercettazioni, codice antimafia contro il grottesco spauracchio dei rave-parties; ulteriore aggravamento del regime penitenziario del 41 bis e del regime delle ostatività; moltiplicazioni iperboliche delle pene nei confronti di imprendibili trafficanti di esseri umani protetti e garantiti nelle loro patrie, e nei confronti di scafisti indebitamente spacciati per trafficanti; indiscriminati accanimenti carcerari nei confronti di poche decine di detenute madri o in gravidanza, per colpire quella parte di esse balzate agli onori delle cronache social.
La proclamata astensione dalle udienze, con le ragioni che l’hanno determinata, ha potuto registrare una immediata, concreta e fattiva attenzione e risposta da parte del Ministro Guardasigilli, On. Carlo Nordio, già a partire dal giorno successivo alla sua proclamazione, con la costituzione di una commissione tecnica (avvocatura, magistratura, accademia) sulla riforma dei decreti attuativi Cartabia, con una nutrita delegazione di UCPI, che dovrà licenziare le proprie proposte di riforma nell’arco di sei mesi, nonché la convocazionedi un tavolo sulla ipotesi di riforma urgente dell’art. 581 cpp, presieduto dal Ministro con ANM ed UCPI, oltre al capo di Gabinetto ed al Capo dell’Ufficio Legislativo.
La battaglia che l’UCPI porta avanti dal 2017 per l’attuazione della “separazione delle carriere”, condivisa dall’attuale Governo nel proprio programma politico, oggi sembra subire una improvvisa battuta d’arresto sotto l’egida di spinte contrarie all’attuazione di un diritto penale liberale.
Si auspica che le istanze e ragioni rappresentate dall’avvocatura siano prontamente accolte nello spirito di collaborazione di tutte le parti che quotidianamente si approcciano al tema Giustizia