Avviato il restauro della facciata principale della chiesa madre di Ferrandina. Di seguito la nota di Enzo Scasciamacchia.
Dopo il restauro degli altari settecenteschi nel 2022, ora tocca alla facciata principale esterna, grande attesa ed apprensione da parte della Comunità per la realizzazione, grandi aspettative per l’adeguato restauro programmato, si sprecano i commenti, le previsioni, le progettazioni popolari per la buona riuscita dell’intervento sull’imponente facciata che domina la piazza principale, una delle più grandi della Basilicata, realizzata per l’enorme importanza spirituale del monumento Cristiano Ecclesiale, la custodia di una delle più importanti testimonianze cristiane, “il sacro legno della croce di Gesù” in essa custodito e venerato.
La Comunità resta in trepidante attesa, preoccupata dell’importante intervento in corso, nella speranza di una buona riuscita dell’intendo, e per un doveroso recupero di parte della propria storia antica, una storia che ha origini precedenti al 900, con l’imponente Castello/Fortezza di UGGIANO (Obelanum) l’antica Ferrandina.
Alcuni cenni storici dell’antico tempio del Cristianesimo Ferrandinese:
chiesa madre santa maria della croce ferrandina
Stile barocco napoletano, realizzazione del XV Secolo
Nel 1491 Federico d’Aragona depose la prima pietra per la costruzione della chiesa madre di Ferrandina, dell’edificazione di questo luogo di culto si sa solo questo, il resto si perde nei corridoi della storia. La chiesa sorge probabilmente nello stesso sito dove prima si trovava un altro luogo sacro, alcuni studiosi ipotizzano che si trattasse dell’antica chiesa madre di Obelanum, dedicata al culto di San Lorenzo. La chiesa ha una facciata quasi priva di decori, spiccano solo i tre rosoni e i tre portali; il portale centrale è accompagnato da due colonne istoriate.Gli interni della chiesa risalgono al ‘Settecento, ma non disdegnano gli echi di un gusto tipicamente barocco. All’interno i due colonnati, posti ai lati, dividono lo spazio e formano tre navate; la trabeazione della navata centrale sorregge fasci d’archi a botte.
Il soffitto è diviso per campate, ognuna di esse forma delle cupole ellittiche su cui si trova lo stesso motivo della cupola centrale, dando l’effetto di un delicato ricamo dalle tinte pastello. L’altare centrale è un capolavoro d’intarsio, realizzato con marmi policromi che creano un gioco di luci e colori. Nascosti dagli occhi di curiosi e fedeli, dietro l’abside, si trovano un coro in legno scolpito a mano, un organo a canne e due statue, anch’esse lignee, che raffigurano Federico d’Aragona e sua moglie Isabella del Balzo. La chiesa madre di Ferrandina custodisce due veri tesori, non solo per il culto cristiano. Una stauroteca in oro che reca il bollo più antico dell’arte orafa di Napoli, risalente al XV secolo, che conserva gelosamente la reliquia del legno della Santa Croce di Cristo, a cui è stata dedicata la chiesa. Ogni anno a Ferrandina, il 14 di settembre, si celebrano le solennità in onore di questa reliquia.
La chiesa sorge probabilmente nello stesso sito dove prima si trovava un altro luogo sacro, alcuni studiosi ipotizzano che si trattasse dell’antica chiesa madre di Obelanum, dedicata al culto di San Lorenzo. La chiesa ha una facciata quasi priva di decori, spiccano solo i tre rosoni e i tre portali; il portale centrale è accompagnato da due colonne istoriate. Gli interni della chiesa risalgono al ‘Settecento, ma non disdegnano gli echi di un gusto tipicamente barocco. All’interno i due colonnati, posti ai lati, dividono lo spazio e formano tre navate; la trabeazione della navata centrale sorregge fasci d’archi a botte. Il soffitto è diviso per campate, ognuna di esse forma delle cupole ellittiche su cui si trova lo stesso motivo della cupola centrale, dando l’effetto di un delicato ricamo dalle tinte pastello. L’altare centrale è un capolavoro d’intarsio, realizzato con marmi policromi che creano un gioco di luci e colori.
Copertura a doppia falda con manto rivestito in coppi sia in navata centrale che in quelle laterali; Cupola con manto rivestito in coppi.
L’adeguamento liturgico (1998) si è limitato al riuso di oggetti, diversamente assemblati, per creare gli arredi necessari. L’altare in marmo risulta posizionato al centro ed è rialzato di sei gradini; l’ambone in legno è posizionato alla sinistra mentre le sedute in legno sono posizionate alla destra dell’altare. La pavimentazione dell’intera zona è in marmo.