La sanità lucana versa in uno stallo preoccupante rispetto al quale neanche la presenza di un disavanzo di gestione del servizio sanitario regionale, quantificato dal presidente della Regione Vito Bardi in 15 milioni di euro, è riuscita a fare da detonatore anche rispetto alla necessità di dare una guida stabile e legittimata a due perni del nostro sistema sanitario regionale, quali il CROB e l’ASP.
Quanto al disavanzo dichiarato, e a quanto pare emerso nel quarto trimestre di gestione, non sappiamo da quali voci esattamente promani né conosciamo ufficialmente quali misure la Regione intenda adottare, entro il 30 aprile, per farvi fronte. Tutto questo in un contesto nazionale in cui forte è stato l’appello di molti governatori regionali sulla insostenibilità del sistema sanitario complessivo e le generalizzate difficoltà a chiudere i bilanci del 2022 accompagnato dal grido d’allarme sulla riduzione della spesa sanitaria programmata nel DEF.
Al poco chiaro quadro economico-finanziario della sanità regionale corrisponde una inerzia in termini di programmazione testimoniata dall’immobilismo sulle nomine delle direzioni strategiche dell’istituto oncologico di Rionero e dell’azienda sanitaria di Potenza. È trascorso quasi un anno dalle dimissioni del direttore generale Giampaolo Stopazzolo, eppure nulla si è mosso; solo la Procura della Corte dei Conti è andata avanti e l’invito a dedurre, relativo alla sua nomina, sulla base di quanto da noi segnalato alla Procura della Corte dei Conti e all’ANAC in merito alla incumulabilità del trattamento pensionistico con la retribuzione da dg, dà la cifra delle modalità, al limite della legalità, con le quali si gestisce il sistema delle nomine apicali in questa regione. Una segnalazione, lo ricordiamo, effettuata sulla base del divieto di conferire incarichi a soggetti collocati in quiescenza è sancito dall’art. 5 del dl 95/2012, convertito in legge 135 del 2012, divieto che si estende anche alla prosecuzione a titolo oneroso nell’incarico dirigenziale di un dirigente dopo il suo pensionamento.
Un quadro preoccupante dal quale auspicavamo di fuoriuscire all’indomani delle dimissioni di Stopazzolo e nel quale siamo invece ancora imbrigliati, come dimostra la perdurante mancanza delle direzioni strategiche al CROB e all’ASP, l’una affidata al commissariamento della dg Sabrina Pulvirenti, nella sua duplice veste anche di direttrice dell’ASM, l’altra affidata al facente funzioni e già direttore sanitario Luigi D’angola. E su questo, se fossero confermati i dubbi relativi alla decadenza dell’incarico legata al compimento dei 65 anni, di cui alla legge 502/92, sollevati dal segretario generale dello Spi Cgil Basilicata nei giorni scorsi, avremmo solo l’ulteriore riprova di quanto si sta consumando sulla sanità lucana, terreno di una gestione tutta politica generatrice di un immobilismo e di un’assenza di programmazione che ha determinato un peggioramento della tenuta del nostro sistema sanitario regionale e del diritto all’accesso alle cure dei lucani.
Bisogna uscire da questo torpore, urge trasparenza e pieno rispetto della legalità nelle procedure di nomina che torniamo a chiedere vengano effettuate con urgenza per dare stabilità e solidità a punti cardine del nostro sistema sanitario regionale e rimettere in piedi una programmazione efficace e rispondente ai bisogni di salute dei lucani.