Un provvedimento di confisca dei beni per un valore complessivo di 4 milioni di euro. È quello emesso dal Tribunale di Torino ed eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia nei confronti di Pasquale Bafunno.
66 anni, commercialista, torinese di origini lucane, Bafunno era stato sottoposto a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere già nel 2015, nell’ambito di un’altra operazione della DIA. L’uomo era risultato infatti il contabile di riferimento di una nota famiglia ‘ndranghetista ramificata nella provincia del capoluogo piemontese e coinvolta in sequestri di persona e narcotraffico internazionale.
Nell’elenco dei beni confiscati adesso – come misura di prevenzione – ci sono quattro imprese e due quote sociali, operanti nei settori edile, agricolo e dell’esercizio dell’attività professionale di commercialista ed esperto contabile. Ma anche 66 immobili tra Piemonte e Basilicata. Proprio qui, coinvolta una tenuta vinicola lucana, l’azienda agricola Ofanto. Confiscati anche 8 beni mobili registrati e 18 rapporti finanziari.
Nel 2021 il Tribunale di Potenza aveva disposto il sequestro del 70% del pacchetto azionario della Ofanto, proprio perché controllato da Bafunno, ritenuto vicino al clan ‘ndranghetista torinese.
Ora è stata anche disposta nei confronti del commercialista – tornato in libertà dopo il provvedimento cautelare del 2015 – la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni.